sabato, Gennaio 18, 2025
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World Pasta Day, la magia del Pianeta

Oggi, 25 ottobre, è il “World Pasta day”, ossia la festa del simbolo della cucina italiana: che si parli di maccheroni, spaghetti o orecchiette, in ogni parte del pianeta si capisce di cosa si sta parlando senza bisogno di alcuna traduzione.

World Pasta Day, la magia del Pianeta. “La vita è una combinazione di pasta e di magia”, affermava il grande Federico Fellini. Questo la dice lunga su come il piatto tipico della tradizione culinaria italiana evochi un senso di benessere quasi metafisico in chi si appresta a consumarlo.

World Pasta day

Dal 1998, ogni 25 ottobre, torna il World Pasta Day, evento voluto dall’Unione Italiana Food insieme all’International Pasta Organisation (IPO). In occasione della 24° edizione il cibo, che più di tutti rappresenta l’Italia nel mondo, mette in evidenza la sua anima globale. Se da un lato la parola pasta può evocare benessere, gusto e convivialità, dall’altro può, invece, creare un senso quasi di terrore e sensi di colpa legati alla demonizzazione, ingiustificata, che troppo spesso viene fatta da alcuni nutrizionisti, come se i problemi di sovrappeso, diabete e ipercolesterolemia fossero causati esclusivamente dal suo consumo.

Sì alla pasta ma sapere come

Erika Spaggiari, biologa e nutrizionista

Siamo tutti d’accordo che un abuso di qualsiasi alimento non fa sicuramente bene alla salute, quindi anche la pasta deve essere contestualizzata nell’ambito di un regolare
regime dietetico. Diventa quindi importante scegliere la frequenza e il momento in cui consumarla, la tipologia migliore da scegliere in base al proprio stato di salute, sicuramente anche i condimenti, ma soprattutto la qualità.

Quante volte alla settimana si può mangiare?

Non esiste una regola per tutti, quello che è certo è che consumare pasta quotidianamente sarebbe troppo frequente. Alterniamola dunque con i cereali in chicchi, come il riso, il farro, l’orzo che sono delle validissime alternative a un primo piatto.

Quando sarebbe meglio consumarla?

In linea generale, un piatto di pasta viene tollerato meglio, sia a livello metabolico sia digestivo, se consumato a pranzo: i carboidrati danno energia e di questa se ne ha sicuramente più bisogno nella prima parte della giornata. In più, il pancreas, sia nella sua funzione digestiva (attraverso le amilasi pancreatiche) sia metabolica (insulina e glucagone) è più attivo durante le ore diurne. Mangiare quindi un piatto di spaghetti la sera fa male? In certi casi assolutamente no, anzi per chi soffre di gastrite e reflusso e per chi ha problemi di sonno, consumare un piatto di pasta a cena, non abbondante e condito in modo leggero, può essere d’aiuto.

Quale tipo di pasta preferire?

Due caratteristiche da valutare sempre nello scegliere un tipo di pasta sono la trafilatura e l’essiccazione: la trafilatura al bronzo e la lenta essiccazione rendono la pasta più digeribile e ne abbassano anche l’impatto glicemico. Questo perché le due porzioni dell’amido, amilosio e amilopectina, si bilanciano in maniera ottimale, migliorandone decisamente sapore e consistenza e soprattutto rendendo la pasta un piatto consigliabile anche a chi ha problemi a tenere sotto controllo la glicemia. In questo caso, ancora meglio sarebbe scegliere pasta integrale e le pezzature lunghe, perché gli spaghetti hanno un indice glicemico più basso rispetto alle mezze penne.

Quali condimenti preferire?

Il tipo di condimento della pasta influisce molto sulla quantità di kcal del piatto, perché di per sé 100 gr di fusilli apportano circa 200 kcal, che arrivano a circa 350 se condite solo con un cucchiaio di olio, pomodoro fresco e basilico, ma raggiungono le 650 con un sugo alla carbonara. Anche il profilo digestivo, ovviamente, cambia, perché in questo caso la quantità di grassi prolunga la digestione e dà spesso la caratteristica sonnolenza post-prandiale. Ottimo è condire la pasta con legumi (pasta e fagioli, pasta e ceci…) perché si ottiene un piatto unico bilanciato in carboidrati e proteine e nelle stesso tempo, visto il valore saziante dei legumi, consente di tenere bassa la quantità di pasta. Da evitare o comunque da tenere per le occasioni, pasta e patate, piatto tipico della tradizione partenopea, ma dall’impatto glicemico veramente molto alto.

Da cosa dipende la qualità di una pasta?

Oltre alla trafilatura al bronzo e alla lenta essiccazione, nello scegliere un tipo di pasta è importante guardare il tipo di grano o comunque di farina utilizzata. Sarebbe meglio preferire grani italiani, più controllate rispetto alla presenza di contaminanti tipo il glifosato, e se sono biologici ancora meglio. In commercio oggi si trovano tantissimi tipi di pasta per soddisfare ogni tipo di esigenza, da eventuali intolleranze o vera e propria celiachia. Pasta di farro o kamut, per alternare una pasta di semola di grano duro. Pasta di mais, di riso, di grano saraceno, di avena e addirittura di legumi, per chi vuole evitare il glutine. Variare la tipologia di pasta è senza dubbio utile per non abituare intestino e metabolismo e la scelta oggi sicuramente c’è.

Due consigli da nutrizionista

  1. Verdure. Quando possibile, anzi consigliato, mangiare una piccola porzione di verdure, meglio crude, prima del piatto di pasta. E’ utile sia per abbassare l’impatto glicemico del pasto, sia per megliorarne la digestione e la canalizzazione intestinale.
  2. Masticare. Spesso quel senso di pesantezza e sonnolenza che può sopraggiungere dopo aver mangiato un piatto di pasta, anche condita in modo leggero, è dovuto al fatto che non mastichiamo abbastanza. La digestione dei carboidrati, quindi degli amidi, avviene in primis in bocca grazie alle amilasi salivari, quindi è fondamentale la masticazione per rendere attivi questi enzimi.

A cura di Erika Spaggiari, biologa e nutrizionista

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