In un contesto demografico italiano caratterizzato da una popolazione sempre più anziana, il welfare aziendale può giocare un ruolo strategico nel supportare i lavoratori caregiver.
I numeri dei caregiver
Secondo gli ultimi dati Istat sono oltre 7 milioni i caregiver familiari in Italia che prestano assistenza almeno una volta a settimana. Di questi 4,5 milioni sono impegnati a conciliare lavoro e cura. Quindi le aziende hanno l’opportunità di intervenire con soluzioni innovative di welfare aziendale e corporate wellbeing.
Solo un caregiver su quattro ricorre all’assistenza pubblica
Secondo i dati JOINTLY-BCG, solo 1 caregiver su 4 ricorre all’assistenza pubblica, anche se i costi delle strutture e servizi privati risultano inaccessibili a 6 caregiver su 10. Investendo in servizi di supporto ai dipendenti caregiver, le aziende potrebbero ottenere un risparmio di oltre il 40% della spesa pubblica destinata all’assistenza domiciliare.
Identikit del lavoratore caregiver in Italia
La ricerca “Care4caregivers” condotta da BCG in collaborazione con JOINTLY ha analizzato un campione di 12mila dipendenti di aziende di diversi settori, dalle telecomunicazioni ai trasporti, dall’alimentare all’energia e al credito. Secondo i dati ottenuti, un caregiver su tre si occupa di genitori o parenti anziani per più di 14 ore settimanali. Un impegno particolarmente gravoso non solo da un punto di vista del tempo dedicato, ma anche delle risorse economiche necessarie. Infatti, un caregiver su due spende oltre 10 mila euro all’anno non solo per prestazioni di tipo sanitario, ma soprattutto per la gestione domestica o per gli spostamenti. Questo, secondo quanto emerso dallo studio, genera difficoltà pratiche (mancanza di tempo, fatica fisica, risorse economiche), ma anche un carico mentale che pesa come un macigno.
Come aiutare il lavoratore caregiver?
Per un caregiver su due sarebbe necessario riuscire a staccarsi dal lavoro di cura e per farlo quattro su dieci ritengono necessario un supporto psicologico. Il convegno “Welfare aziendale e welfare di comunità: un’alleanza possibile?” che si è svolto a Roma nei giorni scorsi, ha rappresentato proprio l’occasione per riflettere sul ruolo del welfare aziendale nel supportare i lavoratori caregiver e sull’importanza di sinergie con istituzioni e associazioni del territorio.
Sollievo a domicilio
Tra le esperienze presentate, l’iniziativa “Sollievo a domicilio” è un esempio concreto di welfare di comunità, che punta a sostenere i familiari di persone con disabilità e non autosufficienti attraverso il coinvolgimento di aziende e operatori specializzati. La presentazione del libro “Un’alleanza possibile per la cura: welfare aziendale e welfare pubblico verso un welfare di comunità” ha inoltre sottolineato l’importanza di una collaborazione tra welfare pubblico e privato per rispondere ai bisogni di cura dei caregiver che lavorano.
Il ruolo del welfare aziendale
«Nell’attuale scenario – ha spiegato Anna Zattoni, co-founder e presidente di JOINTLY – il welfare aziendale può giocare un ruolo chiave nel disegnare, in collaborazione con tutte le realtà che si occupano di assistenza, servizi e soluzioni utili a favorire la conciliazione tra impegni lavorativi, carichi di cura e vita personale. Grazie a questo tipo di iniziative, una strategia di corporate wellbeing (benessere organizzativo) è in grado di incidere in maniera efficace non solo sul benessere dei lavoratori caregiver, ma anche dell’organizzazione nel suo complesso. Allo stesso tempo, investire nel corporate Wellbeing, puntando su un welfare che non offra solo sostegni di tipo puramente economico, ma anche iniziative di utilità sociale, rappresenta un elemento sempre più strategico per le aziende, per favorire l’adozione di modelli innovativi di gestione, alimentando al tempo stesso la capacità delle imprese di attrarre e trattenere talenti».
Promuovere agevolazioni fiscali
«Proprio la componente di utilità sociale del welfare aziendale permette di renderlo un moltiplicatore di benessere, non solo per le aziende e i loro collaboratori, ma anche per il Paese nel suo complesso – ha aggiunto Anna Zattoni -. Questo grazie alla capacità di mettere a disposizione servizi, la cui offerta in ambito pubblico risulta spesso carente o di difficile accesso. È, quindi, importante valorizzare questa componente anche a livello legislativo, promuovendo agevolazioni fiscali che non si limitino al puro sostegno reddituale».
Creare un welfare di comunità inclusivo ed efficace
Se, infatti, anche solo il 30% di caregiver che lavorano in azienda (stima 1,5 milioni) potesse investire le risorse previste dal tetto massimo sui flexible benefit (ovvero 1000 €) in servizi assistenziali di qualità si potrebbe ottenere e un risparmio del 45% sulla spesa assistenziale a domicilio che oggi sostiene il sistema pubblico e che nel 2023 ha raggiunto i 3,313 miliardi di euro, secondo il rapporto della Ragioneria dello Stato.
Promuovere agevolazioni fiscali per il welfare aziendale
«Il welfare pubblico non può sostenere la crescita esponenziale dei bisogni assistenziali connessi alla non autosufficienza – ha sottolineato Federico Boccaletti, vicepresidente di Anziani e non solo – le funzioni ricoperte dai caregiver familiari sono essenziali nel sostegno emotivo e motivazionale e nel perseguimento della qualità di vita e dignità della persona assistita. Ma è altresì sostanziale che il caregiver abbia non solo riconoscimento sociale ma anche servizi ed interventi accessibili e di qualità mirati alla persona assistita e a supporto, sollievo ed empowerment del proprio ruolo. In questa direzione stanno agendo molte regioni italiane a partire dall’Emilia Romagna per potenziare e flessibilizzare servizi assistenziali e attivare nuovi servizi rivolti specificamente al caregiver come ad esempio servizi di ascolto, sollievo al domicilio, formazione continua, sostegno psicologico, sostituzione emergenziale».
Welfare pubblico e privato
Nel corso dell’evento è stato presentato anche il Manifesto per una strategia condivisa tra welfare aziendale e welfare pubblico territoriale che risponda ai bisogni di cura dei caregiver che lavorano. Promosso dall’Associazione Carer – Caregiver familiari ETS, il manifesto punta a sensibilizzare tutti gli attori a partire dai decisori politici a sostenere la collaborazione pubblico-privato in tema di assistenza a lungo termine puntando su servizi di “welfare aziendale” con agevolazioni fiscali mirati alla qualità sociale e rispondenti a bisogni di cura.