Portare la psicologia nei luoghi di vita quotidiana: scuole, ospedali, luoghi di lavoro, centri sportivi. È questo l’obiettivo ambizioso della proposta di legge di iniziativa popolare “Diritto a stare bene”, la cui campagna di raccolta firme è partita ufficialmente in tutta Italia nei giorni scorsi. Il progetto mira a istituire una Rete Psicologica Nazionale pubblica e gratuita, accessibile a tutti, per garantire il benessere psicologico come diritto fondamentale, al pari della salute fisica.
Chi promuove la proposta
A guidare l’iniziativa è Pubblica, ente del terzo settore senza scopo di lucro, da anni attivo nella promozione dei diritti civili e sociali. La campagna è coordinata a livello nazionale da Francesco Maesano, promotore e portavoce del progetto, con il sostegno di Project System, il primo fondo filantropico italiano dedicato all’attivismo civico. La proposta nasce da oltre tre anni di lavoro con l’obiettivo di dare una risposta strutturale e concreta al disagio psicologico sempre più diffuso e ancora troppo spesso trascurato.
Una legge per il benessere psicologico
Il testo della proposta prevede un investimento pubblico di oltre 3,3 miliardi di euro annui a partire dal 2026, destinati all’assunzione di personale qualificato, alla formazione specialistica retribuita, al potenziamento del “Bonus Psicologo” e al funzionamento della rete. La legge punta a coprire tutti i principali contesti di vita delle persone: scuole, università, luoghi di lavoro, ospedali, sport, carceri, comunità, e persino i servizi per l’infanzia, la disabilità e l’invecchiamento.
Perché investire nel benessere psicologico non è un costo, ma un risparmio
Secondo i promotori, investire in psicologia non è un costo, ma un risparmio per il sistema sanitario e per la società. Uno studio condotto dall’Università Sapienza di Roma e da Uno Bravo ha infatti dimostrato che le persone che hanno intrapreso un percorso psicologico di almeno sei mesi hanno ridotto significativamente l’utilizzo di servizi sanitari, con un calo del 50% negli accessi al pronto soccorso. Un dato che conferma come la prevenzione psicologica possa alleggerire anche la pressione sulle strutture sanitarie.
Una risposta politica e culturale
«Il benessere psicologico non è un lusso, è un diritto – ha dichiarato Francesco Maesano, dando ufficialmente il via alla raccolta firme -. Con questa proposta vogliamo portare la psicologia dove serve davvero: nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle palestre, nei contesti di cura. Non ci sarà vera uguaglianza finché la salute mentale resterà un privilegio per pochi. Chi sta male non può aspettare». La legge non solo vuole creare una rete di servizi psicologici capillare e integrata, ma propone anche l’istituzione di un’Autorità Garante per i diritti psicologici, per vigilare sull’attuazione delle misure e garantire l’accesso equo ai servizi. Tra le novità c’è anche la riforma della formazione universitaria per gli psicologi, con la previsione di contratti di formazione-lavoro retribuiti, analoghi a quelli previsti per i medici.
Obiettivo: 50.000 firme per arrivare in Parlamento
La raccolta firme è appena iniziata e punta a raggiungere 50.000 sottoscrizioni per poter presentare la proposta in Parlamento. Si tratta di un progetto dal forte impatto sociale che mira a cambiare la cultura della salute in Italia, riconoscendo che il benessere psicologico è una condizione essenziale per la dignità, la libertà e le opportunità di ciascuno.