
Il tumore del pancreas è tra i carcinomi più letali. L’ultima vittima illustre, l’attrice Eleonora Giorgi, morta lo scorso 3 marzo a 71 anni, ha riacceso i riflettori su questa patologia che ogni anno conta oltre 14 mila nuove diagnosi in Italia. La ricerca va avanti e proprio in questi giorni sono in corso delle sperimentazioni con nuovi farmaci. Ne abbiamo parlato con il Professor Davide Melisi, tra i luminari della ricerca e responsabile dell’Unità operativa di Terapie sperimentali in oncologia dell’Azienda ospedaliera di Verona nel podcast SANITA’ 10ELODE.
La Ricerca sul Gene KRAS
«Il gene KRAS è mutato nel 90% delle neoplasie pancreatiche e agisce come un acceleratore della crescita della malattia. Per decenni, sviluppare farmaci che inibissero questa proteina è stato considerato impossibile. Tuttavia, grazie alla ricerca farmacologica, oggi siamo in una fase interessante con le prime sperimentazioni cliniche degli inibitori di KRAS. Questi farmaci potrebbero fare la differenza per una percentuale amplissima di pazienti, superiore al 90%».
Chi sono i pazienti candidati ai nuovi farmaci?
«Questi inibitori saranno sviluppati principalmente per pazienti con malattia avanzata. E potranno essere utilizzati anche come terapia anti-coadiuvante dopo l’intervento chirurgico per ridurre il rischio di recidiva. Inoltre, se questi inibitori risulteranno essere sicuri dal punto di vista della tossicità, si potrebbe pensare a dei trial con somministrazione a pazienti ad alto rischio come farmaci di chemio prevenzione».
Vaccini a MRNA: una nuova frontiera?
«Un altro approccio promettente è quello dei vaccini a MRNA, che devono essere personalizzati per ogni singolo paziente. Questi vaccini sono disegnati sulla base delle singole mutazioni del tumore e richiedono tempo per l’analisi della malattia. Attualmente, l’approccio dei vaccini è ancora sperimentale, mentre quello degli inibitori di segnale è molto più concreto».
Quanto è importante nella prevenzione del tumore del pancreas un corretto stile di vita?
«Eliminare il fumo di sigaretta potrebbe risparmiare 6/7 mila nuove diagnosi annue di tumore del pancreas solo in Italia. L’obesità è un altro fattore di rischio significativo. Riducendo il fumo di sigaretta e l’obesità, potremmo davvero abbassare di tanto le diagnosi di questa patologia».
Cresce la speranza?
«È un momento di grande speranza. Dopo tanti anni, sembra che anche questa patologia stia iniziando a dare i frutti che si tramuteranno in nuovi trattamenti. I progetti di ricerca nel nostro Paese stanno dando risposte confortanti e risultati incoraggianti».