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Tumore colon retto: solo un cittadino su tre fa lo screening. Si studiano incentivi

Solo un cittadino su tre fa lo screening per la ricerca del tumore al colon retto. La Lombardia corre ai ripari con programmi per premiare chi aderisce. Progetto pilota a Pavia

Solo un cittadino su tre aderisce al programma di screening per il tumore del colon retto. Un dato che purtroppo denota come in Italia sia ancora insufficiente l’adesione, nonostante la prevenzione rappresenti uno degli strumenti più efficaci per migliorare la salute della popolazione e garantire la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Occorre dunque agire con nuove strategie per incentivare un comportamento più salutare in questo ambito.

Dati statistici dello screening

Nel 2023, in Italia, sono state invitate 15.946.091 persone a partecipare ai programmi di screening oncologici, e 6.915.968 hanno eseguito un test. Per quanto riguarda lo screening del colon retto, solo il 33% della popolazione target ha partecipato ai controlli. Questo dato evidenzia la necessità di migliorare l’adesione ai programmi di screening per garantire una maggiore copertura e prevenzione.

Perché lo screening al colon retto può salvare la vita

«Il tumore del colon retto ha origine quasi sempre da polipi adenomatosi, tumori benigni dovuti al proliferare delle cellule della mucosa intestinale, che impiegano mediamente tra i 7 e i 15 anni per trasformarsi in forme maligne – si legge nella guida agli screening di AIRC -. È in questa finestra temporale che lo screening consente di fare una diagnosi precoce ed eliminare i polipi prima che abbiano acquisito caratteristiche pericolose. I polipi, infatti, possiedono due proprietà che li rendono facili da individuare: tendono a sanguinare e sporgono dalla mucosa per cui sono visibili sulla sua superficie. Per questo motivo i test di screening attualmente in uso sono:

  • la ricerca del sangue occulto nelle feci;
  • la rettosigmoidoscopia.

La colonscopia vera e propria in Italia è consigliata soltanto in una seconda fase, se la ricerca del sangue occulto nelle feci ha dato esito positivo».

Progetto pilota a Pavia

Per rispondere a questa esigenza in Lombardia è stata scelta lATS Pavia che ha avviato un progetto pilota nell’ambito del Programma di Azione Regionale di Incentivazione della Promozione della Salute (PARI). L’obiettivo è dare incentivi premiali per favorire una maggiore adesione allo screening del colon retto. Per questo ATS Pavia è alla ricerca di un fornitore per la gestione e distribuzione degli incentivi attraverso una piattaforma tecnologica dedicata. Per presentare una manifestazione di interesse le aziende possono trovare tutte le informazioni sul sito di Regione Lombardia.

I dettagli dello studio pilota per lo screening del tumore al colon retto

Lo studio pilota ha l’obiettivo di misurare il tasso di partecipazione al programma di screening in seguito all’introduzione di incentivi premiali. L’iniziativa prende spunto da studi internazionali che dimostrano come l’utilizzo di incentivi possa favorire una maggiore partecipazione ai programmi di prevenzione e promozione della salute. Un campione di cittadini, selezionato da ATS Pavia, sarà invitato a partecipare allo screening e, al completamento delle procedure, avrà dei punti utilizzabili per ottenere gratuitamente prodotti e servizi nei settori del benessere e della salute. Il progetto rappresenta un’opportunità per sperimentare soluzioni innovative che coinvolgano tutti gli attori del sistema sanitario e promuovano la salute pubblica.

La prevenzione per un SSN più efficiente

A sostenere da tempo l’importanza della prevenzione è l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso. «La prevenzione è un pilastro fondamentale della nostra strategia per la salute pubblica e un doveroso impegno verso i cittadini – ha commentato  alla presentazione dell’iniziativa – . Questo progetto pilota rappresenta un passo avanti nell’adozione di soluzioni innovative per aumentare l’adesione agli screening e proteggere la salute dei cittadini. Dobbiamo fare tutto il possibile per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione, rendendo più accessibili e attrattivi gli strumenti di screening. Investire in prevenzione significa non solo migliorare la qualità della vita delle persone, ma anche garantire un sistema sanitario più efficiente e sostenibile nel lungo periodo».

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