domenica, Dicembre 8, 2024
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Tumore alla prostata: il doppio check che salva la vita

A cura di Antonio Russo, urologo. «Dopo i 50 anni il tumore alla prostata rappresenta una delle malattie più comuni tra gli uomini. Alimentazione sana, attività fisica, controlli regolari e il supporto delle moderne tecnologie diagnostiche e terapeutiche sono le chiavi per vivere più a lungo e in salute»

Dott. Antonio Russo, urologo IRCCS Hospital San Raffaele

Il tumore alla prostata rappresenta una delle malattie più comuni e temute tra gli uomini, soprattutto dopo i 50 anni. Sebbene possa essere devastante, la buona notizia è che grazie a uno stile di vita sano, a controlli regolari e alle moderne tecnologie diagnostiche, il rischio può essere ridotto notevolmente e la patologia affrontata tempestivamente. Molti uomini, però, evitano di affrontare argomenti legati alla salute della prostata per imbarazzo o paura. Parlare apertamente con il proprio medico è il primo passo verso la prevenzione. Uno dei passaggi più importanti nella prevenzione è sottoporsi a controlli periodici.

I segnali da non ignorare

Molti uomini scoprono di avere un tumore alla prostata durante controlli di routine, poiché spesso è asintomatico nelle fasi iniziali. Quando i sintomi compaiono, possono includere:

  • Difficoltà a iniziare o interrompere la minzione.
  • Sensazione di svuotamento incompleto della vescica.
  • Aumento della frequenza urinaria, soprattutto di notte (nicturia).
  • Presenza di sangue nelle urine o nel liquido seminale.
  • Dolore o fastidio nella zona pelvica o lombare.

I fattori di rischio del tumore alla prostata

 Oltre all’età (dopo i 50 anni i rischi aumentano)

  • Storia familiare: Avere un parente di primo grado (padre o fratello) con un tumore alla prostata raddoppia il rischio.
  • Origine etnica: Gli uomini di origine africana sembrano avere un rischio più alto rispetto ad altre etnie.
  • Infiammazione cronica e l’esposizione a certe sostanze chimiche possono aumentare ulteriormente il rischio. Ragion per cui controlli periodici permettono di trattare anche condizioni infiammatorie come le prostatiti riducendo così il rischio di creare terreno fertile per lo sviluppo di una neoplasia.
  • Stile di vita: Una dieta ricca di grassi saturi, obesità e sedentarietà possono aumentare le probabilità di sviluppare il tumore. Questi sono elementi su cui si può infatti intervenire modificando le proprie abitudini.

Prevenzione: i pilastri per una vita in salute

Seguire uno stile di vita sano è una delle strategie più efficaci per prevenire il tumore alla prostata e migliorare la salute generale. Come?

  • Alimentazione equilibrata Una dieta ricca di alimenti naturali e povera di grassi saturi può ridurre significativamente il rischio. Si consigliano:
    • Frutta e verdura, in particolare alimenti ricchi di antiossidanti, come pomodori (ricchi di licopene), spinaci, broccoli e agrumi.
    • Grassi sani: sostituire i grassi saturi con quelli insaturi, presenti in noci, avocado, olio d’oliva e pesce azzurro.
    • Evitare cibi processati: ridurre il consumo di carni rosse, insaccati e alimenti ad alto contenuto di zuccheri.
    • Utilizzo di integratori può essere un valido supporto per un’ azione generale di anti-aging, ad esempio, l’astaxantina, la vitamina E, l’ubiquinolo e la vitamina C
  • Esercizio fisico regolare. L’attività fisica aiuta a mantenere un peso ideale e migliora la salute metabolica. L’ideale è alternare esercizi di resistenza con attività cardiovascolare. Ciò permette di mantenere un benessere ottimale dell’organismo garantendo così una buona massa muscolare, livelli ormonali adeguati di testosterone e un buon metabolismo
  • La masturbazione. Contro ogni pregiudizio è stato dimostrato scientificamente che eiaculazioni frequenti (più di 20 al mese) permettono di ridurre il tumore alla prostata fino al 33 %. Questo beneficio potrebbe derivare dall’eliminazione di sostanze nocive e agenti cancerogeni presenti nel fluido prostatico derivanti dall’ambiente e dall’inquinamento. L’eiaculazione regolare contribuisce a prevenirne l’accumulo, ma anche a mantenere il benessere dell’organo riducendo fenomeni infiammatori.

 I controlli periodici

Oltre ad uno stile di vita sano, è bene sottoporsi regolarmente dopo i 50 anni a visite periodiche e screening.

  • Esame del PSA Il PSA (Antigene Prostatico Specifico) è una proteina prodotta dalla prostata che può essere misurata con un semplice esame del sangue. Un valore elevato può indicare problemi alla prostata, ma non sempre significa tumore, infatti, può risultare elevato in corso di infezioni o infiammazioni alla prostata. Rappresenta quindi un esame che permette al medico di comprendere se sono necessarie ulteriori indagini.
  • La Visita urologica e l’esplorazione rettale : ” oddio !”: perché in quest’epoca di tecnologie all’avanguardia bisogna ancora ricorrere a quest’esame? Attraverso l’esplorazione rettale l’urologo può valutare la consistenza della prostata che in caso di tumori franchi può essere aumentata o caratterizzata da nodularità. Bisogna sapere che la maggior parte dei tumori insorgono in alta percentuale nella parte periferica della prostata, zona facilmente palpabile con il dito dal retto. Rappresenta un esame semplice e rapido. Inoltre, il più delle volte esami come ecografie e/o risonanza possono risultare in piccola percentuale normali a fronte invece di un riscontro di un nodulo duro alla palpazione. Pertanto, questo consente di avere un elemento in più per ricorrere ad approfondimenti ulteriori come la biopsia per escludere la presenza di un tumore anche quando gli altri esami sono nella norma.
  • Risonanza magnetica e biopsia Negli ultimi anni l’avanzamento delle tecnologie diagnostiche ha portato alla disponibilità di metodi molto più precisi ed efficaci, tra cui la risonanza magnetica multiparametrica. Una tecnologia precisa che consente di individuare anche tumori piccoli e localizzati, riducendo i falsi positivi. La mpMRI è particolarmente utile nel contesto della biopsia prostatica, dove una precedente ecografia transrettale potrebbe non fornire informazioni sufficienti. Utilizzando la risonanza multiparametrica, i medici possono mirare con maggiore precisione a aree sospette, riducendo il rischio di biopsie inutili e migliorando l’accuratezza diagnostica.

 Le nuove frontiere della diagnosi del tumore alla prostata

  •  Risonanza magnetica biparametrica: In ambito di prevenzione la risonanza magnetica biparametrica è un’innovativa tecnica di imaging che sta rivoluzionando la diagnosi precoce del tumore della prostata. La sua applicazione è ancora in fase sperimentale ( studio PRIME) che vede coinvolti 22 centri internazionali mondiali di cui fa parte anche l’Ospedale San Raffaele. Si tratta di una risonanza simile alla multiparametrica con caratteristiche quasi sovrapponibili con il vantaggio che, essendo senza mezzo di contrasto, risulta essere di più facile accesso per i pazienti, riducendo così le liste di attesa .Potrà con molta probabilità essere utilizzata di routine in futuro in fase di screening.
  • PET PSMA: La PET PSMA (Positron Emission Tomography con il tracciante PSMA) è un altro avanzamento diagnostico che sta migliorando la gestione del tumore prostatico. Il PSMA è una proteina che si trova in quantità elevata sulle cellule tumorali della prostata. Iniettando un tracciante radioattivo che si lega al PSMA, la PET consente di identificare con estrema precisione la presenza di cellule tumorali, anche a stadi precoci e in caso di metastasi. Nuove prospettive diagnostiche stanno orientandosi nel suo utilizzo anche nella diagnosi primitiva del tumore alla prostata per individuare tumori in quei pazienti con alto sospetto di neoplasia in cui RM o ecografia possono risultare normali. In questo modo si potrà avere un quadro più completo per decidere se sottoporre o meno il paziente a biopsie prostatiche , limitandone quelle non necessarie. Questa tipologia di indagine purtroppo non è ancora disponibile su tutto il territorio italiano ma in centri avanzati come il San Raffaele , essa è applicata già da qualche anno.

Le Opzioni Terapeutiche del tumore alla prostata: dalla Chirurgia al Trattamento Mirato

Negli ultimi anni, la ricerca medica ha fatto passi da gigante nel campo dell’urologia, oggi possiamo intervenire in modo sempre più mirato, con un impatto minimo sulla qualità della vita dei pazienti. In caso di diagnosi di tumore della prostata, le opzioni terapeutiche dipendono dalla fase della malattia e dalla salute generale del paziente. Oltre alla chirurgia tradizionale, esistono ora opzioni avanzate che utilizzano tecnologie minimamente invasive.

  1. Chirurgia robotica: La prostatectomia radicale, che prevede la rimozione completa della prostata, può ora essere eseguita utilizzando la chirurgia robotica. Questo approccio minimizza il trauma chirurgico, riduce il tempo di recupero e preserva le funzioni vitali come la continenza urinaria e la funzione sessuale. Oggi è disponibile l’ultimo robot Single Port Da Vinci con cui è possibile eseguire l’intervento con una singola piccola incisione. Il San Raffaele rappresenta uno dei primi centri in Italia e in Europa ad offrire quest’opzione.
  1. Sorveglianza attiva: In alcuni casi, soprattutto per tumori a crescita lenta, il paziente può essere seguito nel tempo senza interventi immediati.
  2. Terapia focalizzata: In alcuni casi, è possibile trattare solo le aree tumorali attraverso tecniche come la crioterapia, l’ablazione con microonde o la focalizzazione ad ultrasuoni. Questo approccio è riservato ai tumori localizzati e permette di ridurre gli effetti collaterali.
  1. Trattamenti ormonali e chemioterapici: Quando il tumore si è diffuso oltre la prostata, il trattamento ormonale (che riduce i livelli di testosterone, che alimentano la crescita del tumore) è spesso utilizzato, insieme alla chemioterapia per controllare la malattia.
  2. Terapia mirata e immunoterapia: Con l’avanzare della ricerca, i trattamenti mirati che agiscono direttamente sulle cellule tumorali prostatiche e l’immunoterapia stanno mostrando risultati promettenti, aumentando le opzioni per i pazienti con tumori avanzati o resistenti ai trattamenti convenzionali.

Il tumore alla prostata è una realtà che molti uomini affrontano, ma con le giuste informazioni e un approccio preventivo è possibile fare la differenza.  Alimentazione sana, attività fisica, controlli regolari e il supporto delle moderne tecnologie diagnostiche e terapeutiche sono le chiavi per vivere più a lungo e in salute. In un’era dove le opzioni sia diagnostiche che terapeutiche sono all’avanguardia, non sottoporsi ai controlli rappresenta una mancanza di responsabilità e rispetto verso sé stessi. Non aspettare: prendersi cura della propria prostata significa anche prendersi cura della propria vita.

A cura di Antonio Russo,                                                                                              Urologo IRCCS Hospital San Raffaele

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