Tra i 43 centri di eccellenza in Italia per il trattamento del tumore al rene, c’è l’ASST Papa Giovanni XXIII. Il direttore dell’Urologia dell’ospedale di Bergamo ha recentemente ricevuto a Roma il prestigioso ‘Bollino Arancione‘ per il biennio 2025-2026. Questo riconoscimento è conferito dalla Società Italiana di Urologia (SIU) ai centri di eccellenza nel trattamento del tumore del rene ed è basato su rigorosi parametri scientifici. Approccio avanzato alla prevenzione, diagnosi e cura del tumore sono gli elementi distintivi che hanno permesso all’ASST Papa Giovanni di Bergamo di conseguire il prestigioso riconoscimento.
Approccio multidisciplinare al tumore al rene
L’ASST Papa Giovanni XXIII si è distinta grazie al suo approccio multidisciplinare alla patologia. Ogni caso viene esaminato da specialisti di diverse unità. Oltre agli urologi, il paziente con tumore del rene viene seguito lungo tutto il percorso di diagnosi, cura e follow up da un gruppo di esperti dell’Oncologia, Radioterapia, Medicina nucleare, Anatomia Patologica, Radiologia, Radiologia interventistica e Nefrologia.
Radiologia e Medicina Nucleare garantiscono tecniche all’avanguardia per sconfiggere il tumore al rene
Un focus particolare è posto su Radiologia e Medicina Nucleare, dove tecniche radiologiche d’avanguardia permettono di identificare lesioni renali di dimensioni minime e di dettagliarne l’estensione anche in stadi avanzati della malattia. L’Anatomia Patologica gioca un ruolo cruciale nella classificazione dei tumori, distinguendo tra lesioni benigne e maligne e determinando l’aggressività del tumore stesso, al fine di definire il miglior percorso terapeutico per il paziente.
Per il tumore al rene l’ASST Papa Giovanni XXIII seconda struttura pubblica di Regione Lombardia
Per il tumore del rene, l’ASST Papa Giovanni XXIII è la seconda struttura pubblica in Regione Lombardia per volume di attività, con 144 ricoveri registrati nel 2023 (fonte: PNE Agenas 2024). Il trattamento chirurgico resta la strategia terapeutica privilegiata se il tumore non si è diffuso oltre il rene. Per la maggior parte dei pazienti è possibile effettuare un trattamento conservativo che consiste nell’enucleoresezione della massa tumorale, preservando quanto più possibile del tessuto renale sano. Nei casi più gravi, si procede invece con la nefrectomia radicale.
Chirurgia robotica in 3D per un approccio mini-invasivo
Grazie anche a una dotazione tecnologica tra le più avanzate, l’approccio è quanto più possibile mini-invasivo. L’Ospedale di Bergamo è un centro di riferimento nella chirurgia renale robotica e laparoscopica. Sono due le piattaforme a disposizione per la chirurgia robotica, grazie ad importanti investimenti di Regione Lombardia. È inoltre presente un sistema evoluto di laparoscopia, che fa ricorso a un visore 3D. In casi avanzati di malattia con trombosi venose neoplastiche, alcune operazioni chirurgiche complesse sono realizzate in collaborazione tra l’Urologia e la Cardiochirurgia.
Nuove terapie con anticorpi monoclonali
La Radiologia Interventistica e la Radioterapia offrono la possibilità di trattamenti ablativi mini-invasivi per piccole lesioni tumorali, come la termoablazione o la radioterapia stereotassica. In caso di malattie particolarmente aggressive o per tumori in fase avanzata, sono attivi percorsi di cura in Oncologia con nuove terapie, come quelle con anticorpi monoclonali. Essendo un grande ospedale polispecialistico, sono presenti esperti in ogni campo medico. Questo consente di coinvolgere specialisti di alto livello in caso di complicanze o di comorbidità, garantendo un’assistenza completa e all’avanguardia.