Una nuova speranza si accende per i pazienti affetti da adenocarcinoma duttale del pancreas, una delle neoplasie più letali: al Congresso annuale dell’ASCO (American Society of Clinical Oncology) tenutosi a Chicago, l’Ospedale San Raffaele di Milano ha presentato i risultati del Progetto CASSANDRA. Uno studio clinico di fase 3 che promette di rivoluzionare l’approccio al trattamento chirurgico del tumore al pancreas.
17 ospedali e 260 pazienti
Lo studio, interamente finanziato da cinque associazioni di pazienti – My Everest, Codice Viola, Associazione per la Vita, Natalucci e Oltre la Ricerca – ha coinvolto 17 ospedali italiani e arruolato 260 pazienti con tumore al pancreas in stadio non metastatico. L’obiettivo: valutare se il regime chemioterapico PAXG, somministrato prima dell’intervento chirurgico, possa migliorare la prognosi rispetto a quelli
che hanno ricevuto mFOLFIRINOX.

Risultati promettenti: più sopravvivenza, meno eventi avversi
I risultati sono sorprendenti: i pazienti trattati con PAXG – una combinazione sviluppata al San Raffaele nel 2012 – hanno mostrato una sopravvivenza libera da eventi sfavorevoli significativamente più lunga. Inoltre, hanno evidenziato risposte patologiche più marcate (riduzione del tumore nei tessuti asportati), maggiori risposte biochimiche e minore rischio di progressione della malattia durante il trattamento. «Siamo di fronte a un passo storico nella lotta contro il tumore al pancreas», ha dichiarato il professor Michele Reni, oncologo al San Raffaele e coordinatore dello studio. «Questi dati dimostrano che il regime PAXG non solo è più efficace, ma mantiene una qualità di vita comparabile allo standard attuale».
Un modello virtuoso di ricerca indipendente
Un aspetto cruciale del progetto è la sua totale indipendenza economica: «Senza il sostegno delle associazioni di pazienti, lo studio non sarebbe stato possibile», sottolinea Reni. «È la prova concreta che la collaborazione tra cittadini e comunità scientifica può produrre risultati concreti». A fare eco è il professor Massimo Falconi, co-responsabile dello studio e primario di Chirurgia del Pancreas al San Raffaele: «I risultati dello studio CASSANDRA aprono la strada all’aggiornamento delle linee guida terapeutiche globali e mostrano come la sinergia tra ricerca traslazionale e clinica possa salvare vite».
Un centro d’eccellenza al servizio dei pazienti
Il Pancreas Center del San Raffaele – che ha arruolato circa metà dei pazienti dello studio – si conferma centro di riferimento nazionale e internazionale, grazie a un approccio multidisciplinare integrato con il Comprehensive Cancer Center diretto dal professor Fabio Ciceri, primario dell’Unità di Ematologia Trapianto di midollo osseo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e ordinario di Ematologia all’Università Vita‐Salute San Raffaele. Qui si sviluppano strategie personalizzate che uniscono ricerca, innovazione e cura. «Il benessere del paziente è il nostro obiettivo primario. Il Comprehensive Cancer Center dell’Ospedale San Raffaele nasce appunto per ottimizzare i processi di cura e di presa in carico del paziente oncologico, promuovendo sinergie tra tutte le nostre Eccellenze cliniche e scientifiche, tra cui il Pancreas Center – ha spiegato Ciceri -. Attraverso l’integrazione tra clinica e ricerca traslazionale, mettiamo a disposizione cure innovative, sperimentali e personalizzate per essere al fianco dei pazienti in ogni fase del loro percorso».
Prossimi passi: verso una chemioterapia sempre più mirata
Il team scientifico sta ora analizzando un’ulteriore variabile: quanto deve durare la chemioterapia preoperatoria per essere più efficace? Meglio 4 mesi prima e 2 dopo l’intervento, oppure 6 mesi tutti prima? Le risposte arriveranno presto, ma una cosa è certa: il Progetto CASSANDRA ha già segnato un punto di svolta nella lotta contro uno dei tumori più insidiosi della medicina moderna.