mercoledì, Luglio 9, 2025
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Tumore ai polmoni: in aumento tra i non fumatori, colpa dell’inquinamento

Un nuovo studio realizzato negli Stati Uniti, a San Diego, sul tumore ai polmoni svela il legame tra particolato atmosferico e mutazioni genetiche nei polmoni dei non fumatori. Un campanello d’allarme per la salute pubblica globale

Di fronte a un tumore ai polmoni, la domanda più frequente è: “Hai mai fumato?”. Ma oggi, grazie a una nuova ricerca condotta dal National Institutes of Health (NIH) e dall’Università della California, San Diego, emerge una nuova realtà: fino al 25% dei casi di tumore al polmone a livello globale colpiscono persone che non hanno mai fumato. E la causa potrebbe trovarsi nell’aria che respiriamo ogni giorno.

Lo studio

Lo studio, pubblicato su Nature, ha analizzato i tumori di 871 pazienti non fumatori in 28 aree geografiche nell’ambito del progetto Sherlock-Lung. I risultati parlano chiaro: l’inquinamento atmosferico da particolato fine (PM2.5) è associato a mutazioni genetiche simili a quelle provocate dal fumo di tabacco, in particolare nel gene TP53, un importante soppressore tumorale.

DNA sotto attacco

Oltre alle alterazioni geniche, i ricercatori hanno osservato anche un accorciamento anomalo dei telomeri, le “protezioni” alle estremità dei cromosomi, segno di un invecchiamento cellulare precoce. Normalmente questo accorciamento avviene con l’età, ma nei soggetti esposti all’inquinamento, il processo risulta accelerato. Questo fenomeno riduce la capacità delle cellule di rigenerarsi e può contribuire allo sviluppo del cancro.

Inquinamento più pericoloso del fumo passivo

Un altro dato sorprendente riguarda il confronto tra inquinamento e fumo passivo. Sebbene il fumo passivo sia legato a un aumento del danno cellulare, non sembra causare lo stesso livello di mutazioni genetiche osservato nei pazienti esposti all’inquinamento atmosferico. In altre parole, l’aria inquinata potrebbe essere ancora più mutagena del fumo passivo.

Una sfida per la salute pubblica

Per decenni la lotta al fumo è stata al centro delle campagne di prevenzione contro il cancro al polmone. Oggi però è necessario allargare l’orizzonte. Questo studio colma un vuoto importante nella comprensione di come il cancro ai polmoni possa svilupparsi nei non fumatori. Comprendere i meccanismi molecolari che collegano l’inquinamento all’insorgenza del cancro apre la strada a nuove strategie di prevenzione, diagnosi precoce e, auspicabilmente, cura.

Segni nel DNA

I dati sono chiari: respirare aria inquinata può lasciare segni nel nostro DNA, e questi segni possono trasformarsi in tumori, anche in assenza di abitudini a rischio come il fumo. In un mondo sempre più urbanizzato, affrontare l’inquinamento atmosferico non è solo una questione ambientale, ma una priorità per la salute pubblica globale.

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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