domenica, Luglio 13, 2025
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Trauma e post incidente: giovani in corsia per vedere prima di sbagliare

Un progetto unico in Italia di associazione Ragazzi on the road porta gli adolescenti accanto ai pazienti che hanno avuto un trauma e stanno affrontando la riabilitazione post incidente per insegnare prevenzione, consapevolezza e rispetto

 C’è un modo nuovo, diretto e potente per educare i giovani ai pericoli della strada: portarli dentro la realtà, senza filtri. È quanto accade all’interno dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove l’associazione Ragazzi On the Road ha avviato un progetto educativo senza precedenti nel panorama italiano: far vivere agli adolescenti l’esperienza del “dopo” incidente, accanto a chi, dopo un trauma, affronta un lungo percorso riabilitativo.

Associazione Ragazzi on the road porta i giovani in corsia

È questa la nuova fase del progetto “On the Road”, già noto per avvicinare gli adolescenti al lavoro delle forze dell’ordine e del soccorso. La vera novità è il modulo post-traumatico, coordinato da Lorenzo Ghilardi, che porterà oltre 80 partecipanti a vivere, anche solo per pochi giorni, la realtà di chi è costretto sulla carrozzina, condividendo il quotidiano dei pazienti ricoverati presso la Riabilitazione Specialistica di Mozzo.

Fare prevenzione guardando i traumi da incidente

«Qui non si insegna con le parole – spiega Alessandro Invernici, giornalista e fondatore del format educativo – ma con gli occhi, l’ascolto e la vita vissuta accanto a chi lotta per ricominciare». Oltre all’esperienza immersiva, i ragazzi prenderanno parte al ciclo di incontri “Lezioni di vita” condotti da Sergio Vedovati, responsabile del Coordinamento donazione e trapianti dell’ASST Papa Giovanni XXIII. Un’occasione per affrontare con consapevolezza i temi della donazione di organi e dei trapianti, spesso legati proprio agli esiti più drammatici degli incidenti stradali.

La gestione dell’emergenza come esperienza formativa per i giovani

Il progetto è sostenuto con convinzione dalla Fondazione Credito Bergamasco, che lo ha riconosciuto come pienamente coerente con la propria missione educativa e civica. «Aiutiamo i giovani a formarsi attraverso esperienze autentiche – ha dichiarato Manuela Belotti della Fondazione – perché la consapevolezza nasce solo dal confronto diretto con la realtà». Un ruolo chiave spetta all’ingresso precoce dei ragazzi nel contesto ospedaliero, che avviene a bordo dei mezzi di soccorso del 112. Qui, gli adolescenti assistono dal vivo alla gestione delle emergenze, seguendo da vicino il lavoro del personale sanitario nella shock room del pronto soccorso.

Il progetto insegna a comprendere il significato della vita

«Vogliamo che i giovani comprendano cosa significhi davvero un incidente – afferma Gianluca Vecchi, Direttore amministrativo dell’ASST Papa Giovanni XXIII – e quanto sia importante adottare comportamenti responsabili alla guida. Questo progetto va oltre l’informazione: diventa trasformazione». Testimonianze come quella di Simone Cristinelli, ex paziente oggi volontario e testimonial dell’associazione, rendono ancora più toccante e concreto il messaggio. Anche lui, un tempo in riabilitazione, oggi aiuta altri ragazzi a “vedere” prima di sbagliare.

Educare i giovani al rispetto della vita e dell’altro

L’iniziativa nasce dal lavoro sinergico tra istituzioni sanitarie, volontari, educatori e operatori, tutti mossi da un obiettivo comune: educare alla vita attraverso la vita. Perché prevenzione e salute passano anche da qui – dalla capacità di mettersi nei panni dell’altro, quando l’altro non può più camminare.

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