Rendere sostenibile il Servizio Sanitario Nazionale e valorizzare i professionisti in modo da evitare l’emorragia di medici e infermieri attratti dal mercato europeo. È questo l’obiettivo del tavolo di confronto tra Conferenza delle Regioni e sindacati dei dirigenti medici che si è tenuto ieri a Roma.
Riformare il Servizio Sanitario Nazionale
Per Guido Quici, Presidente Nazionale della Federazione CIMO-FESMED e Cristina Cenci, Presidente CIMO – FESMED Umbria è prioritario trovare maggiori risorse per la sanità pubblica, a fine di renderla sostenibile. «Abbiamo ribadito la necessità di trovare maggiori risorse per la sanità pubblica e di sbloccare il tetto alla spesa per il personale sanitario, obiettivi ampiamente condivisi anche dalle Regioni – hanno spiegato -. Abbiamo poi sottolineato la necessità di definire l’atto medico e il campo di ciascun professionista, senza invasioni di campo che potrebbero mettere a repentaglio la qualità e la sicurezza delle cure».
Migliori condizioni di lavoro per medici e infermieri italiani
La seconda criticità affrontata riguarda la strategia adottata negli ultimi mesi dall’Italia impegnata, per far fronte alla carenza di medici e infermieri, ad attingere dal mercato europeo ed extraeuropeo. Ferma la posizione dei sindacati su questo fronte: «Invece di incentivare l’arrivo in Italia di medici e infermieri stranieri, abbiamo chiesto a gran voce di creare le condizioni per far rimanere in Italia i giovani colleghi pronti a scappare all’estero, dove il loro ruolo viene maggiormente valorizzato – dicono le rappresentanze sindacali CiMO -FESMED -. Un obiettivo raggiungibile migliorando le condizioni di lavoro e le retribuzioni: a tal fine, abbiamo chiesto l’immediata emanazione dell’atto di indirizzo e di riunire in un’unica tornata contrattuale i CCNL 2022-2024 e 2025-2027».