mercoledì, Luglio 9, 2025
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Sport e studio: costruire un’alleanza vincente si può, lo dice anche la scienza

Cresce il numero di giovani che coniugano studio e sport ad alto livello. Scuola e attività agonistica devono essere alleati non avversari. Lo dice la scienza e lo confermano i diretti protagonisti. Eppure progetti, dati e testimonianze dimostrano che l'equilibrio è possibile e auspicabile se scuola e sport lavorano insieme, come compagni di squadra e non avversari

Il numero degli atleti studenti è in costante crescita, sono quasi 49 mila giovani secondo i dati del Ministero dell’Istruzione. Tuttavia, non tutti gli atleti si sentono adeguatamente supportati nel loro percorso di studio e sport ad alti livelli. Il Liceo Paritario Tommaso Campanella, che ospita diversi studenti atleti professionisti, ha raccolto testimonianze, idee e consigli  nel programma Sky Up The Edit,  un format dedicato ai giovani studenti e al ruolo dello sport nella loro formazione.

Andrea Tribuno
Andrea Tribuno campione italiano di scherma e studente liceale

Andrea Tribuno nazionale di scherma under 17 e studente liceale

Al progetto ha preso parte con la sua testimonianza Andrea Tribuno,  atleta professionista nazionale di scherma under 17 e studente liceale. La promessa della scherma azzurra ha sottolineato l’importanza di rispettare il Piano Didattico Personalizzato (PDP). «La scuola dovrebbero cominciare facendo rispettare ai propri insegnanti  il PDP che viene redatto ad inizio anno – ha evidenziato la promessa azzurra -. La scuola dovrebbe essere più comprensiva agevolando gli studenti che affrontano molte ore di allenamento».

Voce dell’esperienza Dino Meneghin

Per Dino Meneghin, ex campione di basket, il consiglio per emergere nella scuola e nello sport contemporaneamente passa inevitabilmente da un lavoro di crescita mentale: «Imparare dai migliori, rispettare tutti e non avere paura di nessuno». Ma se non c’è  il pieno appoggio dei docenti e della scuola tutto diventa più difficile. Eppure, a fronte di un retaggio culturale ancora da superare  le statistiche dimostrano che l’attività sportiva migliora il rendimento scolastico, contribuisce ad avere un comportamento più disciplinato e a una migliore salute mentale e fisica.

Fare sport migliora anche il rendimento scolastico, lo dice la scienza

Un progetto realizzato da OPES, in collaborazione con Sport e Salute, ha dimostrato proprio  che fare sport aiuta a migliorare il rendimento scolastico. Gli atleti universitari studiano in media 15-20 ore in meno a settimana rispetto ai loro colleghi non sportivi, ottenendo voti migliori o uguali e registrando vantaggi sia a livello mentale che fisico. Il 37% degli studenti intervistati ha dichiarato che lo sport migliora moltissimo il rendimento nello studio, mentre il 32% ha affermato che lo migliora molto. Quindi, a differenza di quanto sostengono molti insegnanti della scuola superiore, lo sport e lo studio non sono avversare, ma veri e propri “compagni di squadra”. L’attività fisica fa bene al cervello, migliora la concentrazione e riduce lo stress. Secondo i ricercatori dell‘University Medical Center di Amsterdam, inoltre, fare sport aiuta a creare nuove cellule nervose e nuovi contatti sinaptici, quindi facilita la formazione della memoria e l’apprendimento. Infine, stimola la competizione un aspetto del carattere che si riflette anche nella vita scolastica.

Cosa prevede Il Ministero dell’Istruzione e del merito per gli studenti atleti

Per agevolare la doppia carriera di giovani atleti e studenti il Ministero dell’Istruzione e del Merito con il decreto del 4 marzo 2023 ha dato indicazioni precise nel progetto Studenti Atleti di alto livello, un programma sperimentale avviato nell’anno scolastico 2023 2024. La prima esperienza  ha coinvolto oltre 48 mila giovani di tutta Italia. Le regioni più attive sono state Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna, ma l’adesione è in crescita ovunque.

Il ruolo della salute mentale

Perché studio -sport siano alleati e diventino una “squadra vincente” per lo studente atleta occorre prestare molta attenzione alla salute mentale che gioca un ruolo cruciale. Il progetto MindLeague, promosso dall‘Università di Milano-Bicocca, lavora proprio in quella direzione. Infatti, forma allenatori in grado di riconoscere i bisogni psicologici degli atleti e di supportarli nel loro percorso. Un coach consapevole, insieme a docenti formati, può fare la differenza.

Cosa può fare il coach per la salute mentale

MindLeague fornisce strumenti pratici agli allenatori per diventare promotori del benessere psicologico dei giovani atleti. Il progetto prevede la realizzazione di una piattaforma digitale gratuita con risorse provenienti da esperti della salute psicofisica, incontri di formazione e sensibilizzazione nelle principali città italiane. Investire nella formazione di docenti e allenatori, creando un’alleanza tra scuola e sport è fondamentale per far crescere al meglio gli studenti atleti. Lo sport non solo aiuta a migliorare il rendimento scolastico, ma contribuisce anche al benessere mentale e fisico, preparando i giovani ad affrontare le sfide della vita con una marcia in più.

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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