domenica, Febbraio 9, 2025
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Sindacati a Schillaci: «L’assistente infermiere rischia di discriminare gli OSS».

I sindacati Migep, SHC OSS e Stati Generali Oss hanno scritto al Ministro della Salute per esprimere la loro riserva sull'assistente infermiere. In discussione l'assenza di un incremento economico, la carenza di équipe organizzate, l’utilizzo improprio della figura con differenze tra pubblico, privato, terzo settore e sociale

Alla lettere del Ministro Orazio Schillaci indirizzata agli infermieri sul perché il ruolo dell’assistente infermiere non lede la loro dignità degli infermieri, hanno replicato i sindacati con una missiva indirizzata al ministro della salute e alle forze politiche.

Federazione Migep OSS,  SHC OSS e Stati Generali Oss hanno espresso forte disappunto per non essere stati consultati prima di introdurre la nuova figura professionale.  «Abbiamo letto con molta attenzione la missiva del Ministro Schillaci indirizzata agli infermieri “l’introduzione dell’assistente infermiere a supporto degli infermieri non lede la vostra professionalità”, esprimiamo forte disappunto per non essere stati consultati su un provvedimento così delicato, riteniamo che tutte le professioni coinvolte dovrebbero essere consultate prima di introdurre nuove competenze. – scrivono le sigle sindacali -. Il mancato coinvolgimento della nostra federazione oss in questa discussione viene percepito come una grave mancanza di rispetto da parte del Ministro della Salute, soprattutto considerando le difficoltà in cui operano attualmente gli oss nel sostenere il sistema assistenziale».

Anche i sindacati OSS critici sull’assistente infermiere

I sindacati OSS in merito alla nuova figura dell’assistente infermiere lamentano un totale controllo di OPI e l’assenza di un incremento economico a fronte di maggiori responsabilità.

«L’assistente Infermiere solleva importanti questioni che meritano una riflessione più ampia. Se da un lato si tratta di un tentativo di risolvere alcune delle criticità del sistema sanitario, dall’altro il rischio è che questa nuova figura professionale passi completamente sotto il controllo degli OPI – proseguono nella loro disamina -. Senza contare che manca un’analisi seria delle problematiche, tra cui: l’assenza di un incremento economico, la carenza di équipe adeguatamente numerose e organizzate, l’utilizzo improprio della figura con differenze tra pubblico, privato, terzo settore e sociale. Non ha alcuna protezione legale ai sensi della Legge Gelli – Bianchi nonostante le responsabilità crescenti. La sua formazione non è adeguata agli standard dei paesi europei».

NO alle dinamiche di potere

Anche da un punto di vista legislativo, la nuova figura professionale non convince i gruppi sindacali degli Operatori Sociosanitari. «Il profilo dell’assistente infermiere non è conforme alla Direttiva UE sulla proporzionalità 958. E l’attuale proposta non è in linea con i requisiti della direttiva 2013/55/UE. – scrivono -.  Questo non deve accadere. La Sanità non può e non deve essere gestita in modo corporativo, subordinando l’organizzazione del lavoro a una sola categoria professionale. Affidare la gestione e la formazione dell’OSS e dell’assistente infermiere esclusivamente agli ordini infermieristici rischia di accentuare dinamiche di potere che non favoriscono una vera valorizzazione del sistema salute nel suo complesso. Inoltre, la valorizzazione di una figura sanitaria non può avvenire a scapito di un’altra».

Il cambiamento per i sindacati OSS deve partire dalla retribuzione

«Il cambiamento deve partire dall’alto: è necessario intervenire sui livelli dirigenziali, sulle politiche sanitarie e sugli standard di formazione in maniera più strutturale. Potenziare la sanità significa offrire percorsi di carriera chiari e motivanti per tutte le figure professionali, non solo creando nuove figure subordinate. Il punto cruciale da cui partire è la retribuzione. Oggi, il sistema sanitario soffre di una cronica carenza di riconoscimento economico per chi lavora in prima linea. Gli stipendi degli OSS vanno adeguati non solo per garantire una base di sicurezza economica, ma anche per premiare il merito e l’impegno. Mettere in sicurezza gli operatori significa assicurare condizioni di lavoro dignitose, evitando il demansionamento e il sovramansionamento e promuovendo il riconoscimento delle competenze, senza dover ricorrere a continue introduzioni di nuove figure che rischiano di sovrapporsi».

Non servono nuovi manager dicono i sindacati OSS

In particolare, gli operatori sociosanitari ritengono che per una migliore gestione della sanità non siano necessari nuovi manager, ma lavoratori motivati, come si evince dalle loro parole: « Non servono nuovi manager, servono lavoratori motivati. La managerializzazione eccessiva del sistema rischia di allontanare il personale sanitario dal proprio ruolo assistenziale e di stressare l’utenza che, in molti casi, non ha la necessità di comprendere le dinamiche Intra ospedaliere ma semplicemente di essere curata e assistita con professionalità. Gli OSS sono già al centro del sistema salute e devono essere messi nelle condizioni di poter lavorare al meglio, senza che l’ennesima introduzione di figure ibride crei ulteriori confusioni sul campo. Infine, l’OSS va valorizzato a prescindere dagli infermieri, e nell’ottica di un lavoro di squadra realmente multidisciplinare. Ogni professionista, con le proprie competenze, deve sentirsi parte integrante del percorso di cura, senza gerarchie fittizie. L’OSS non può essere visto come una figura subalterna o di supporto, ma come un tassello fondamentale nell’equipe sanitaria. Soltanto così si potrà garantire la qualità dell’assistenza e un sistema sanitario più equo e funzionale».

Indennità di specificità anche per gli OSS sottopagati e precari cronici

Il tema della stabilizzazione degli operatori sociosanitari è l’ultimo punto evidenziato dai sindacati nella loro missiva al Ministro Orazio Schillaci e alle forze politiche. «Sembra che Il governo intenda intervenire sull’indennità di specificità degli infermieri. Ci chiediamo e le chiediamo se ha considerato anche l’Oss. Una categoria sottopagata e spesso vittima di una precarietà cronicapuntualizzano – . A nostro parere Egregio Ministro occorre una vera normativa per l’istituzione dell’assistente Infermiere e della figura OSS che elevi in primis l’attestato di qualifica a diploma, con revisione del piano formativo unico, prevedendo l’inserimento contrattuale ed i concorsi con competenze distinti».

Per i sindacati OSS il nuovo modello sanitario non deve discriminare l’operatore socioassistenziale

«Invece di creare nuovi ruoli manageriali con improbabili strutture gerarchiche, occorre riconoscere e valorizzare ciò che già esiste, costruendo un modello sanitario in cui ognuno sia rispettato e premiato per il proprio lavoro, nel pieno rispetto delle proprie competenze. La nostra preoccupazione è che la nuova figura sia utilizzata in sostituzione dell’OSS il quale resterà senza un’occupazione, soprattutto nelle RSA e sul territorio, finanche in sostituzione dell’infermiere. Ci auspichiamo che Lei Ministro e l’attuale Governo oltre a trovare soluzioni per gli infermieri, proponiate anche per l’Oss interventi sull’indennità di tutela del malato. A nostro avviso la discriminazione di oltre 350.000 Oss non può essere definita un’evoluzione! Speriamo che la mancanza dell’Oss dalle proposte sia stata semplicemente una “svista”. Se così non fosse, ci aspettiamo risposte immediate per la categoria».

Angelo Minghetti, Federazione Migep Oss,                                                                    Antonio Squarcella, SHC OSS,                                                                                      Gennaro Sorrentino, Stati Generali Oss

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