domenica, Dicembre 8, 2024
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Sigarette elettroniche: allarme dei pediatri europei

Dagli Stati Uniti arriva l’allarme EVALI, la prima malattia causata dalle sigarette elettroniche. I pediatri: «Sono farmaci. Dovrebbero essere prescritti solo agli adulti con ricetta medica».

Stop alle sigarette elettroniche (con e senza nicotina) tra i giovani e i giovanissimi e possibilità per gli adulti di acquistarle solo  come terapia disintossicante, quindi con ricetta medica che attesti di essere dipendenti dal fumo di sigaretta.  Queste le indicazioni date dai pediatri europei che lanciano l’allarme sulla diffusione di sigarette elettroniche tra i più giovani e sui rischi, spesso sottovalutati, del loro  consumo. Le linee  guida condivise dai pediatri europei sono state riportate nel documento della ECPCP (European Confederation of Primary Care Pediatricians) e della European Academy of Paediatrics (Eap) pubblicato sulla rivista medica “Acta pediatrica”.

Sigarette elettroniche e tabacco riscaldato

La quota di italiani che fumano sigarette a tabacco riscaldato è passata dall’1,1% nel 2019 al 3,3% nel 2022; mentre le sigarette elettroniche sono passate dal 1,7% del 2019 al 2,4% del 2022. Questo significa che il mercato del tabacco sta riconquistando terreno, andando a prendere una nuova fetta di consumatori tra i giovanissimi e tra coloro che ritengono i surrogati delle tradizionali sigarette meno dannosi (circa  1 fumatore su tre).

La battaglia contro le sigarette elettroniche

Ma fanno davvero meno male questi surrogati delle sigarette tradizionali? Giuseppe Gorini, medico responsabile di screening epidemiologico presso l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (ISPRO) che con l’Istituto Mario Negri porta avanti da anni una battaglia per la salute pubblica non ha dubbi al riguardo: «Non c’è tabacco, è vero, ma se in un primo momento questo prodotto era stato pensato per aiutare gli adulti a smettere di fumare, oggi ha preso piede tra i più giovani ed ha pure fallito l’obiettivo di ridurre l’abitudine alla sigaretta», spiega l’esperto. Un uso duale, insomma,  può peggiorare la situazione dei fumatori e incentivare una dipendenza da fumo tra gli adolescenti. «La nicotina è una droga che al pari di eroina e cocaina rende difficile un’astinenza a lungo termine».

Sigarette elettroniche: effetti acuti a livello respiratorio, cardiovascolare e oculare

A puntare il dito sulle sigarette elettroniche è Laura Reali, Presidente della ECPCP, autrice della review internazionale, già pediatra di famiglia e membro della Commissione di Pediatria di OMCeO Roma. «Le aziende produttrici non dicono che una sigaretta elettronica (con nicotina) contiene fino a 10 volte il quantitativo di nicotina di una sigaretta di tabacco. In questo modo i ragazzi che ne fanno uso possono avere nel breve periodo effetti acuti anche gravi a livello respiratorio, cardiovascolare e oculare. Senza contare che nel lungo periodo diventano dipendenti della nicotina che è una sostanza con effetti noti e gravi».

Sindrome Evali: cos’è e cosa provoca

Respiro corto, dolore al petto, affanno,  diarrea, stanchezza, vomito, dolori al petto , brividi, febbre e tosse, sono i primi sintomi della sindrome di Evali (E-cigarette or Vaping use Associated Lung Injury). L’allarme arriva dagli Stati Uniti dove Evali ha causato 26 decessi su 1300 diagnosi. Questa malattia provoca un danno ai polmoni a causa delle sostanze inalate dai dispositivi elettronici. In particolare, secondo medici e ricercatori a causare la sindrome di EVALI ci sarebbe un additivo contenuto nei liquidi per sigaretta elettronica, la vitamina E acetato. Questa sostanza ha proprietà lenitive ed emollienti ed è usata soprattutto in cosmetica per idratare la pelle  e preservare l’elasticità cutanea. Se inalata, invece, va a sedimentare nei bronchi e negli alveoli polmonari, causando l’alterazione delle funzioni respiratorie di chi ne fa uso.

Come si cura la sindrome EVALI

Una radiografia RX o una TAC individua una opacità nei polmoni che indica la presenza della sindrome di EVALI e un danno ai tessuti. Nella maggior parte dei casi è necessaria l’ospedalizzazione del soggetto colpito da EVALI e la terapia prevede la somministrazione di antibiotici e antivirali per debellare l’infezione e di corticosteroidi per attenuare l’infiammazione polmonare. Nei pazienti ospedalizzati (che rappresentano il 96% dei casi) è previsto l’ausilio della respirazione artificiale. Essendo una malattia molto recente ancora non si conoscono gli  effetti che potrà avere a lungo termine sui pazienti che l’hanno contratta.

I primi danni delle sigarette elettroniche già sul feto

Ciò di cui mette in guardia la dottoressa Reali è che «iniziano a comparire invece dati sugli effetti delle sigarette elettroniche sul feto per le donne che fumano in gravidanza e spesso arrivano a fumare tutte e due i prodotti, tradizionale ed elettronico (dual users)- spiega Reali- Cominciano a comparire in letteratura anche gli effetti carcinogeni a lungo termine per uso di e-cigs. In buona sostanza ragazzi sani, che non avrebbero bisogno di disintossicarsi dal fumo di sigaretta, diventano dipendenti da un farmaco, che può favorire effetti avversi e anche la dipendenza da sigarette tradizionali e da altre sostanze (alcol, cannabis, etc). È un problema etico, oltre che di salute pubblica».

L’appello dei pediatri: «Sono farmaci con effetti collaterali»

I pediatri, dunque, lanciano un appello alle istituzioni affinché mettano un freno al dilagare dell’utilizzo delle sigarette elettroniche tra i più giovani e chiariscano il concetto che si tratta di veri e propri farmaci «I governi- continua Reali- dovrebbero regolamentare le sigarette elettroniche come medicinali piuttosto che come beni di consumo, perché sono veri e propri farmaci in quanto hanno degli effetti collaterali. I prodotti chimici contenuti nelle sigarette elettroniche sono quelli che hanno contribuito alla sindrome Evali, quella per cui, qualche anno fa, alcuni ragazzi sono morti negli Usa per insufficienza polmonare acuta. Per questo Eap e Ecpcp, d’accordo con l’Oms, l’Unicef e con paesi come Australia e Nuova Zelanda, chiedono il bando totale delle sigarette elettroniche riservando la loro prescrizione solo su ricetta medica e solo a chi ha la attestazione di essere dipendente da fumo di sigaretta e in terapia disintossicante per questo».

 

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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