mercoledì, Luglio 9, 2025
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Sedentarietà in calo: gli italiani scoprono il benessere dello sport

Dai dati Istat 2024 emerge un’Italia più attiva e consapevole del valore dello sport per la salute. Aumentano gli sportivi, cala la sedentarietà e cresce l’uso delle nuove tecnologie per allenarsi anche da casa

L’Italia sta cambiando passo. È quanto rivela l’ultimo rapporto Istat sulla pratica sportiva: la sedentarietà è in calo. Infatti, è scesa dal 35% del 2023 al 32,8% nel 2024, mentre oltre 21 milioni e mezzo di persone (pari al 37,5% della popolazione con più di 3 anni) praticano uno o più sport. Un trend in crescita che evidenzia un progressivo abbandono della vita sedentaria, a favore di uno stile di vita più attivo e salutare.

L’Italia si muove di più

A trainare il cambiamento è soprattutto la crescita della pratica sportiva continuativa, che in trent’anni è passata dal 17,8% al 28,7%. In particolare, si registra un vero e proprio boom tra gli over 65, con un incremento significativo rispetto al 1995. Anche i giovani confermano la loro passione per l’attività fisica: il 75,6% degli 11-14enni pratica sport regolarmente, ma resta un campanello d’allarme l’alto tasso di abbandono, soprattutto tra le ragazze.

Non solo palestre: il fitness è ovunque

La pandemia ha trasformato il modo di fare sport. Cala la sedentarietà da divano, cresce l’allenamento in casa (dal 13,5% al 20,2% in dieci anni), negli spazi condominiali o all’aperto, spesso supportato da app e tecnologie digitali. Secondo l’Istat, quasi il 19% degli sportivi utilizza strumenti online per l’attività fisica, con una prevalenza tra le donne e i giovani adulti.

A dominare la classifica delle attività preferite ci sono ginnastica, fitness, aerobica (33,1%), seguiti da calcio (20,3%), sport acquatici (18,7%) e atletica/jogging (18,3%). Interessante anche l’ascesa del padel, oggi praticato dal 2,9% degli sportivi.

Lo sport come stile di vita

Il 61,5% degli sportivi lo fa per mantenersi in forma, quasi la metà per passione e il 27,5% per ridurre lo stress. Le motivazioni variano con l’età: se tra i giovanissimi prevale il desiderio di divertirsi e stare in compagnia, tra gli adulti contano salute, benessere mentale e prevenzione. Per gli over 75, lo sport assume valore terapeutico.

Chi abbandona, lo fa per mancanza di tempo o per i costi

Ma non è tutto oro. Oltre 14 milioni e mezzo di italiani hanno abbandonato lo sport, spesso per mancanza di tempo, interesse o accessibilità. Un fenomeno in crescita, soprattutto tra adulti e anziani. Preoccupante anche il dato sui dropout tra i giovani: quasi il 18,3% tra i 10 e i 24 anni ha smesso di fare sport, con picchi più alti tra le ragazze.

Serve una strategia nazionale

«Il medagliere deve andare di pari passo con la qualità della vita», ha dichiarato il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, sottolineando l’importanza dei numeri per orientare le politiche. Coni e Comitato Paralimpico Italiano condividono l’obiettivo: raddoppiare i praticanti e rendere lo sport accessibile a tutti. L’Istat fotografa un’Italia che, nonostante le disuguaglianze territoriali e di genere, si sta rimettendo in movimento. Una buona notizia per la salute pubblica, ma anche un invito a non fermarsi: perché lo sport non è solo competizione, ma una scelta quotidiana per vivere meglio e più a lungo.

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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