lunedì, Gennaio 13, 2025
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Sciopero operatori di sanità privata e RSA: una discriminazione nella discriminazione

Operatori privati e di RSA: 22.000 manifestanti scesi in piazza per il rinnovo del contratto che manca da 12 anni. Il punto di Gabriella Scrimieri: «Necessario un tavolo di confronto tra Ministero, AIOP e parti sociali»

Ieri, 23 settembre 2024, oltre 22.000 manifestanti sono scesi nelle maggiori città italiane mentre l’adesione allo sciopero di lavoratori e lavoratrici che operano nella sanità privata ha toccato punte dell’80%. Hanno incrociato le braccia lavoratori e lavoratrici che operano nelle strutture sanitarie in cui viene applicato il contratto: Aiop e Aris, e Aiop e Aris per Rsa.

Perché questo sciopero è stato così partecipato?

A mio parere, le promesse fatte negli anni e mai mantenute hanno fatto esplodere una vera e propria bomba sociale. I contratti della sanità privata sono scaduti e arretrati rispetto al contratto pubblico. Gli ultimi rinnovi firmati da diverse sigle sindacali, non recuperano l’inflazione il cui potere d’acquisto è stato eroso pesantemente dall’inflazione stessa e ha ulteriormente aggravato le buste paga dei lavoratori. In pratica i prezzi sono aumentati gli stipendi poco o nulla.

Operatori RSA un’attesa lunga 12 anni

Gli operatori delle RSA stanno anche peggio. Aspettano un rinnovo contrattuale da oltre 12 anni, mentre quelli afferenti alla sanità privata dal 2018.
La sanità italiana è evidente che con gli anni sia diventata sempre più complessa là dove i carichi di lavoro e la carenza di risorse hanno generato stanchezza negli operatori sanitari, burnout e frustrazione. Una conseguente e increscente rabbia da parte dei cittadini/pazienti che si sentono a loro volta abbandonati e assistiti poco e male dal personale che incontrano come front office.

Un vero e proprio corto circuito ha causato lo sciopero

Si potrebbe fare qualcosa nel breve e nel medio periodo, che possa risolvere anche solo in parte, il problema contrattuale?
Ieri ci sono stati presidi davanti a vari palazzi di regione italiane, dove si è ventilato da parte di alcune sigle sindacali, di chiedere che venga revocato l’accreditamento alle strutture che non rinnovino i contratti di lavoro. Una prima strada percorribile che potrebbe portare i suoi frutti? Forse si, ma le risorse dove le trovano?
A tal proposito è intervenuto il Presidente AIOP Dott. Gabriele Pelissero, affermando che le risorse per le coperture dei contratti, non possono pervenire dalle singole strutture convenzionate con il SSN. Questo perché non avrebbero risorse economiche necessarie alle coperture dei rinnovi contrattuali. In soldoni la causa è riferibile all’incongruità delle tariffe dei rimborsi delle prestazioni fermi all’anno 2012. Si aggiunge a questo che esiste anche un vincolo di spesa delle aziende che limita fortemente la possibilità per gli erogatori di aumentare il numero delle prestazioni, anche in caso di domanda crescente delle prestazioni o come in questo periodo per poter allinearsi alle liste d’attesa.

Mettere tutti d’accordo? Impossibile

Possiamo togliere i vincoli di spesa, e utilizzare questi aumenti finanziando i contratti?
Possiamo rivedere le tariffe dei rimborsi ferme da più di 12 anni? Magari dando respiro a cascata a regioni che a loro volta rimborseranno adeguatamente e in maniera aggiornata le aziende con le loro prestazioni?
Possiamo abbattere l’anomalia di disporre di due tipologie diversificate di contratto, uno per la sanità privata ed uno per la sanità pubblica. Possiamo auspicare un contratto unico che non faccia discriminazioni tra lavoratore/lavoratrice del pubblico e del privato, usufruendo di medesimi diritti e garantendo i medesimi doveri? Quando gli uni gioiscono per rinnovi, incentivi e premi, gli altri restano a bocca asciutta. Oppure quando il Ministero della Salute decide di incentivare personale dei pronto soccorso nella fase post Covid, negli ospedali privati, nulla cambia, tranne se qualche benefattore decida di applicare quanto previsto per il pubblico. Insomma, bisognerà sempre scontentare qualcuno. Generando
così le varie migrazione da un ospedale all’altro.

Necessario un tavolo di confronto

Reputo che un tavolo di confronto tra i vari attori, Ministero, rappresentante AIOP, parti sociali sia più che urgente per determinare una copertura finanziaria tra Governo e Regioni in tempi brevi e concreti.
Ricordiamo che i contratti sono fermi, contestualmente i carichi di lavoro sono aumentati, una misura divenuta oramai inaccettabile.

A cura di Gabriella Scrimieri (nella foto)
Editore e infermiere coordinatore

 

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