mercoledì, Gennaio 15, 2025
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Sci: addominali, quadricipiti e cinestesia per essere in forma sulle piste

Il dottor Antonio Robecchi Majnardi, Direttore - U.O. di Medicina Riabilitativa - Dipartimento Medico Riabilitativo IRCCS Auxologico Italiano spiega quali esercizi fare per arrivare preparati sulle piste da sci

Ti stai preparando per affrontare la stagione invernale sugli sci? Devi sapere che arrivare all’appuntamento sulla neve nelle migliori condizioni fisiche è essenziale per ridurre al minimo gli infortuni che purtroppo sulle piste sono all’ordine del giorno.

Più infortuni sulle piste da sci rosse e sulle blu

Secondo una recente indagine realizzata dall’Istituto Provinciale di Statistica (ASTAT) della Provincia Autonoma di Bolzano e resa nota da SIOT (Società italiana di Ortopedia e Traumatologia), nella stagione 2023/2024 lungo i 44 km² di piste da sci in Alto Adige si sono verificati 11.121 infortuni sulla neve. Sotto la lente di ingrandimento sono finiti sci, snowboard e gli altri sport invernali. La caduta in solitaria, senza il coinvolgimento di terzi, è stata la causa più frequente di infortunio e riguarda il 77,6% degli sportivi infortunati, mentre l’11,4% degli incidenti è stato determinato dalla collisione con altri sciatori.  A farsi male sono state soprattutto le femmine (51,7%) contro il 48,3% dei maschi, mentre gli incidenti sono avvenuti  nel 50,3% sulle piste rosse, il 40% sulle blu e solo il 9% sulle nere. Un dato che evidenzia come la ripidità e le difficoltà delle piste non rappresentano il principale  fattore di rischio.

Adolescenti maschi e over 50 femmine le fasce più soggette agli infortuni sugli sci

Sempre secondo la statistica pubblicata da SIOT, la fasce di età maggiormente colpita da traumi da neve  è quella tra gli 11 e i 20 anni con una quota pari al 21,0% con una leggera prevalenza di maschi nel 21,8%, contro il 20,2% di femmine. A seguire la fascia di età tra i 51 e i 60 anni nel 20,2% dei casi: 17%maschi e 23,1% femmine.

Dott. Antonio Robecchi Majnardi Direttore – U.O. di Medicina Riabilitativa – Dipartimento Medico Riabilitativo IRCCS Auxologico Italiano

Per prevenire traumi e incidenti sugli sci bisogna essere allenati

Per prevenire traumi e infortuni sulla neve la prima regola d’oro è arrivare in montagna con un’adeguata preparazione atletica. La conferma arriva dall’esperto: Antonio Robecchi Majnardi, Direttore – U.O. di Medicina Riabilitativa – Dipartimento Medico Riabilitativo IRCCS Auxologico Italiano che, oltre ad essere responsabile della medicina riabilitativa di IRCCA Auxologico Italiano, è anche un eccellente sciatore.

Dottore dall’alto della sua esperienza come medico e come sciatore che consigli può dare ad appassionati non esperti?

«Innanzitutto, per godersi la montagna e l’attività sportiva nel miglior modo possibile lo sciatore deve:

  • rinforzare la muscolatura addominale e i quadricipiti
  • fare molto stretching per la muscolatura posteriore della coscia
  • tenere allenata la sensibilità propriocettiva del corpo, altrimenti detta cinestesia, ovvero quel sesto senso del corpo umano che serve per tenere sotto controllo la posizione delle parti del corpo e indirettamente gli sci etc.: è fondamentale per esempio per gestire il peso del corpo nel momento in cui si affronta una curva o si effettua una frenata! È importante avere ben chiaro dove sono il tronco e il bacino rispetto alle ginocchia e allo scarpone per evitare di trovarsi per esempio a dover iper-compensare con il quadricipite per non cadere, causandosi una distorsione o magari la lesione del legamento crociato».

Quali sono gli  infortuni più frequenti?

«Dando uno sguardo alla statistica degli infortuni secondo i dati ASTAT, al primo posto ci sono proprio le distorsioni alle ginocchia con una percentuale che si aggira intorno al 27%. In particolare, nelle fasce 51-60 anni con il 22,8% dei casi e della fascia 41-50 anni nel 20,7% dei casi.  Tra gli infortuni più frequenti nello sci ci sono: la rottura dei legamenti del ginocchio e la lombalgia sovraccarico della colonna. Sono anche molto frequenti  i dolori al ginocchio sotto rotulei, dovuti ad una grossa sollecitazione della rotula sui condili femorali. Questo è dovuto al fatto che lo sci da discesa si pratica con il ginocchio semi flesso e se i muscoli posteriori della coscia sono corti aumenta l’attrito della rotula sui condili femorali e si possono sviluppare dolori più o meno fugaci».

Per ridurre i rischi quali sono le precauzioni da mettere in atto?

«La preparazione atletica è il primo tassello indispensabile per non farsi male, ma si può fare di più. È importante indossare il casco e il paraschiena, gestire la velocità in base alle capacità del momento (e non sui ricordi di un passato glorioso!) e ancora rispettare le norme indicate nei comprensori come lasciare spazio agli altri nel fare le curve e governare da monte la traiettoria. Infine, è necessario non mettersi sugli sci dopo aver consumato un pasto pesante o bevuto alcolici» .

 A volte i traumi sono anche più seri al punto da mettere a rischio la vita dello sciatore…

«Esiste anche una percentuale di traumi che riguardano il cranio e il midollo spinale. In quei casi le conseguenze possono essere ben più gravi. Il trauma cranico  sarà più grave se cadendo si picchia la testa di lato contro un tronco o un sasso. Cadere male sulla schiena può ghigliottinare il midollo e i postumi non si cancellano più. La caduta su polsi e gomiti riguarda in prevalenza chi fa snowboard. Sono traumi fastidiosi, ma hanno tempi di recupero ragionevoli. Più lunga la riabilitazione per chi invece cadendo con gli sci si frattura tibia e perone o ancora chi, magari più avanti con l’età, si procura sulla neve la frattura del femore».

Per non rischiare di farsi male quanto è importante la condizione atletica?

«Per arrivare pronti all’appuntamento per il battesimo stagionale sugli sci è importante prepararsi con accuratezza. Il fiato serve a garantire la grinta giusta sulle piste ma non è l’elemento principale. Per avere la giusta condizione atletica è opportuno avviare un allenamento neuromotorio almeno un mese prima e con un approccio “allenante”: l’esercizio va svolto idealmente con tre sedute alla settimana per costringere il nostro corpo a migliorare la propria performance».

È necessaria la visita medico sportiva per lo sci?

«Non è prevista, ma è consigliata. Dopo l’introduzione dell’obbligo della visita medico sportiva per chi va in palestra, sono state riconosciute tante anomalie minori che hanno ridotto del 95% il rischio di morte cardiaca improvvisa in chi pratica sport».

In caso di infortunio sulla neve come dobbiamo comportarci?

«Innanzitutto, è importate evitare il fai da te. Occorre attendere i soccorsi e farsi visitare in un pronto soccorso per ricevere una diagnosi corretta. Mai prendere iniziative di fronte ad un trauma maggiore, anche se il dolore si riduce dopo poche ore. Se l’infortunio è lieve una terapia antinfiammatoria e un periodo di riposo saranno sufficienti per rimettere in piedi lo sciatore. In caso di lesioni più importanti – dai legamenti del ginocchio alla frattura di un arto- sarà utile invece il supporto di un ortopedico, di un fisiatra o di un fisioterapista a seconda della gravità del danno per procedere con una cura personalizzata».

 

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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