venerdì, Aprile 18, 2025
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Sanità pubblica: come “ripensarla” per il bene di tutti

Sanità pubblica: in aumento i costi, ma anche l'esborso del cittadino per prestazioni sanitarie private. Necessario rivedere il sistema in un'ottica sociale

La spesa sanitaria “out of pocket” comprende tutte le prestazioni sanitarie erogate ai cittadini che prevedono un esborso di denaro da parte dell’utente.
Il “monitoraggio” della spesa sanitaria – Rapporto n. 10 a cura del Mef analizza questa tipologia di spesa. La sanità pubblica, che è uno dei pilastri fondamentali in molti Paesi, tra cui l’Italia, è gestito dallo Stato e finanziato attraverso fondi pubblici. Questo permette a tutti i cittadini di accedere a cure mediche senza dover sostenere direttamente i costi dei servizi, ma implica un finanziamento attraverso il sistema fiscale.

Il finanziamento della sanità pubblica

Il finanziamento della sanità pubblica avviene principalmente attraverso le imposte, che sono raccolte dallo Stato e dalle Regioni. L’importo destinato alla sanità è una parte significativa della spesa pubblica e la sua gestione avviene su più livelli:

  • Il finanziamento centrale (statale): Il governo centrale assegna alle regioni una parte del bilancio annuale per il finanziamento della sanità. Questa somma viene poi ripartita tra le diverse regioni in base a criteri come la popolazione residente, la necessità di cure, e altre variabili socio-economiche. Le risorse statali sono destinate a coprire i costi di ospedali, strutture sanitarie pubbliche, medicinali, e personale.
  • Il finanziamento regionale: In Italia, la sanità è gestita principalmente a livello regionale. Ogni regione ha il compito di organizzare, pianificare e finanziare il proprio sistema sanitario, anche se una parte del finanziamento proviene dallo Stato centrale. La regione può anche aumentare o diminuire le risorse in base alle proprie necessità e priorità.
  • La spesa sanitaria locale: Le strutture sanitarie locali (ospedali, ambulatori, etc.) ricevono fondi dalle rispettive regioni e sono responsabili per la gestione quotidiana dei servizi sanitari. I fondi devono coprire le spese operative e il personale sanitario.

Come contribuisce il cittadino con le tasse alla sanità pubblica

I cittadini sono i principali finanziatori del sistema sanitario pubblico, poiché le imposte pagate dallo Stato sono destinate in buona parte a coprire i costi della sanità. Le principali tasse attraverso le quali si finanzia la sanità pubblica includono:

  • L’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF): L’IRPEF è la tassa principale che finanzia la sanità pubblica. È una tassa progressiva sul reddito che varia in base al reddito annuale del cittadino. Una parte delle entrate derivanti da questa tassa viene destinata alle regioni per il finanziamento della sanità.
  • Le imposte indirette (come l’IVA): L’imposta sul valore aggiunto (IVA) è una tassa indiretta che incide sul consumo di beni e servizi. Una parte dell’IVA raccolta viene destinata al finanziamento della sanità. Sebbene non sia un contributo diretto come l’IRPEF, l’IVA è comunque un elemento importante nel bilancio delle entrate statali.
  • I contributi previdenziali: I contributi previdenziali sono versati dai lavoratori e dai datori di lavoro, e una parte di questi fondi viene utilizzata per finanziare le prestazioni sanitarie. Questo include la copertura delle malattie, le pensioni di invalidità, e altre forme di assistenza sanitaria.

Il sistema sanitario pubblico e l’accesso ai servizi

Il modello di sanità pubblica mira a garantire a tutti i cittadini l’accesso a cure mediche, indipendentemente dal loro reddito. Le tasse versate dai cittadini contribuiscono a mantenere un sistema sanitario che offre prestazioni sanitarie universali, garantendo cure gratuite o a costi contenuti per la maggior parte delle persone.

Perché le risorse non bastano

Tuttavia, il finanziamento della sanità è sempre un tema dibattuto. Le risorse disponibili potrebbero non essere sufficienti a coprire tutti i bisogni della popolazione, e questo può portare a situazioni di sottofinanziamento o a lunghe liste d’attesa per alcune prestazioni. Inoltre, l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche pongono una crescente pressione sul sistema sanitario pubblico, richiedendo un aumento dei fondi per garantire la sostenibilità a lungo termine del servizio.

Il cittadino rischia di pagare due volte?

La risposta è Sì, e questo accade quando per le liste d’attesa troppo lunghe il cittadino sceglie il privato. Questo implica che oltre a pagare le tasse, autofinanzi le prestazioni a pagamento Sicuramente il sistema sanitario pubblico a beneficio di tutti è diventato insostenibile, soprattutto quando si pensa alla disorganizzazione e agli sprechi susseguiti negli anni da parte di amministrazioni incompetenti che hanno eroso l’intero sistema sanitario.

Sanità sociale

Non è pensabile che chi ha un reddito molto alto occupi un posto nelle liste d’attesa che viene sottratto a chi ne ha più bisogno e non può pagarsi la prestazione. E’ auspicabile rivedere l’intero sistema fiscale e contributivo garantendo cure efficaci e veloci a coloro che vivono situazioni di fragilità fisica, sociale ed economica. Chi può pagare la prestazione deve iniziare a pensare con una visione rivolta alla solidarietà sociale.

 

Gabriella Scrimieri
Gabriella Scrimieri
Direttore Editoriale del Giornale Online Quotidiano della Salute.Una passione nata per caso, affrontando, vivendo e osservando realtà che valeva la pena raccontare. Attraversando corridoi di ospedali da nord a sud del paese, case popolari, quartieri di lusso, interfacciandomi con diverse etnie e con le loro storie di vita, nasce l’ispirazione e il confronto. La sanità italiana e il grande cambiamento in atto. Il sociale che incontra i bisogni di salute dei cittadini, il disagio socio-economico, le cure mancate. Le patologie rare che vogliono farsi conoscere. I familiari o caregiver di persone spesso lasciate sole con la propria malattia. Le istituzioni con le novità legislative, le associazioni leva portante e aiuto costante dei cittadini. A tal proposito ho scritto un libro autobiografico “Sono solo Un’infermiera”, in cui attraverso la mia esperienza di vita e professionale racconto il valore della professione infermieristica e le fatiche a emergere come “professionisti dell’assistenza in Italia”.Editrice, Scrittrice, Infermiera e Manager Sanitaria.Amante della storia e della politica italiana e internazionale. Da più di 23 anni mi occupo di Management sanitario a diversi livelli. Ho conseguito la Laurea Specialistica in Scienze Infermieristiche. Successivamente un Master universitario di II livello in “Health Service Management” presso l’Università degli studi di Siena. Oggi studio Scienze Politiche, con l’obiettivo di approfondire tematiche di mio interesse personale, ma anche “per puro amore della cultura”.Il mio motto: “Non lasciare il mondo come lo hai trovato!”
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