Due strutture sanitarie su tre non pubblicano i dati sugli eventi avversi, quasi la metà (48%) non divulga le informazioni sulle coperture assicurative. A sette anni dall’entrata in vigore della Legge Gelli-Bianco, che fa della trasparenza un preciso obbligo di legge, ciò che emerge è una sanità con diverse zone d’ombra. Lo rivela la prima indagine nazionale condotta su 97 aziende ospedaliere pubbliche, realizzata da Fondazione SANIRE in collaborazione con l’Università de L’Aquila. Per la prima volta una fotografia dell’applicazione della legge 24/2017 sulla responsabilità sanitaria, evidenziando luci e ombre del sistema italiano. I dati saranno presentati il prossimo 4 dicembre a Roma, nella sede della Fondazione ENPAM.
I dati della ricerca su trasparenza legge Gelli-Bianco
Dal 2017 al 2023, solo il 34,48% delle Aziende Ospedaliere Universitarie ha pubblicato relazioni sui sinistri, un lieve miglioramento rispetto al 2017 quando era il 24,14%. Segno negativo su questo tema per le Aziende Socio Sanitarie Territoriali lombarde, che sono scese dal 46,15% al 19,23% nello stesso periodo. Stessa sorte per i risarcimenti. Mentre i costi oscillano tra gli 80 ei 170 milioni di euro annui e non sembrano mettere a rischio la sostenibilità economica delle strutture, le coperture assicurative sono un ambito sconosciuto. Quasi il 48% delle aziende non rende pubblici i dati.
A rischio il rapporto di fiducia medico paziente
I risultati della ricerca di Fondazione SANIRE saranno presentati il prossimo 4 dicembre a Roma dalle 9:00 alle 13:30 nella sede di Fondazione ENPAM in P.zza V. Emanuele II, 78. Sul tema dialogheranno con il Presidente FNOMCEO Filippo Anelli, avvocati, magistrati e rappresentanti delle associazioni. «L’assenza di trasparenza mina la fiducia dei pazienti e peggiora il rapporto tra cittadini e operatori sanitari – ha sottolineato Gabriele Chiarini, Presidente della Fondazione SANIRE – . Una crisi di fiducia alimentata da comunicazioni confuse e dall’incapacità del sistema di garantire una gestione efficace e trasparente del rischio clinico».
Legge Gelli-Bianco: poca trasparenza alimenta la violenza
Sulla stessa lunghezza d’onda Vincenzo Antonelli, Professore di Diritto Amministrativo all’Università dell’Aquila che ha rimarcato: «La malasanità si combatte partendo dalla trasparenza, che non è un’opzione, è un obbligo morale e giuridico – ha detto -. Soprattutto in questo momento, con l’aumento delle violenze contro gli operatori sanitari, è fondamentale ricucire il rapporto di fiducia tra medici e pazienti». La mancanza di trasparenza tende anche ad alimentare convinzioni inesatte sulla sanità come ha spiegato Franco Marozzi, vicepresidente SIMLA: «È ora di correggere la comunicazione fuorviante sulla responsabilità professionale medica. I sinistri rappresentano una percentuale infinitesimale rispetto all’enorme mole di prestazioni erogate quotidianamente».