lunedì, Gennaio 13, 2025
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Sanità in Sicilia, mettere a fuoco il DM77

La sanità in Sicilia mette a fuoco gli obiettivi del DM77 in vista della scadenza del 2026. A farlo è il coordinatore di Rete Civica della Salute, Pieremilio Vasta.

PNRR “Missione 6 Salute”

In Sicilia i cronoprogrammi e l’avanzamento dei lavori che dovrebbero rivoluzionare il sistema sanitario regionale puntano alla scadenza del 2026. In questa direzione sono in atto le procedure per portare a termine i progetti finanziati dal PNRR ‘Missione 6 Salute’. «Strutture edilizie e nuove apparecchiature non bastano da sole a cambiare lo stato delle cose -spiega Pieremilio Vasta, coordinatore della Rete Civica della Salute – cioè la mancanza di reale continuità assistenziale nella presa in cura dei bisogni sanitari la disconnessione tra prevenzione, assistenza primaria, specialistica, ospedaliera e riabilitativa del SSR che, seppur unitario, non è gestito e non opera come un sistema integrato di tutela della Salute»

Cos’è il DM77

l DM 77/2022 è un decreto del Ministero della Salute che definisce i modelli e gli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale. Tra le novità introdotte dal decreto per la sanità in Sicilia, ci sono:

  • Ospedali di Comunità
  • Case della Comunità
  • Strutture aperte 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, che offrono servizi sanitari e socio-sanitari di prossimità alla popolazione
  • Centrale Operativa 116117
  • Numero Europeo Armonizzato – NEA per le cure mediche non urgenti
  • Centrali Operative Territoriali (COT), sono strutture che svolgono funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti e dovrebbero ridurre i tempi di attesa
  • Unità di Continuità Assistenziale (UCA)
  • Assistenza Domiciliare Integrata (ADI)
  • Infermiere di Famiglia e Comunità (IFC)

Cos’è Rete Civica della Salute (CRS)

La Rete Civica della Salute (RCS) è l’insieme di cittadini che liberamente si assumono la responsabilità civica di sussidiare le politiche pubbliche sui beni comuni: salute, ambiente, cultura. Un’esperienza operosa di democrazia partecipata ed empowerment secondo il principio costituzionale di sussidiarietà circolare. È un progetto d’inclusione sociale dell’Assessorato Regionale alla Salute volto al perseguimento di obiettivi di carattere prioritario di rilievo nazionale indicati dal Piano Sanitario Nazionale. L’iscrizione al sito www.retecivicasalute.it consente di ricevere informazioni per il buon uso dei servizi sanitari.

CRS chiede un cambio di passo

«Occorre soprattutto la rifunzionalizzazione operativa, metodologica e valoriale -continua Vasta- di tutte le risorse umane che hanno insufficiente conoscenza del disegno riformatore, del cambiamento delle prassi che richiede, del coinvolgimento, fiducia e motivazione necessarie per fare un cambio di passo. Ugualmente nelle istituzioni regionali delle Politiche Sociali e degli Enti Locali, nelle imprese del mercato della salute e del welfare. Le vere criticità non sono strutturali bensì gestionali».

Raccomandazioni di Agenas

«L’attenzione dei vertici regionali dovrebbe comprendere – continua Vasta – l’attuazione delle nuove funzioni assistenziali che il PNRR assegna a Centrali Operative Territoriali, Ospedali e Case della Comunità, come chiarito nel “Documento di indirizzo” di Agenas, dove si precisa l’importanza delle “reti di servizi e reti sociali: le case della comunità come strumento per l’integrazione dei servizi e dei professionisti e per il protagonismo competente della comunità”. Altrettanta attenzione – precisa Vasta – manca finora sulle raccomandazioni di Agenas per la co-progettazione con gli utenti nell’ambito delle Case della Comunità».

Co-progettazione e capacità organizzativa

La funzionalità delle 155 strutture previste per la Sanità in Sicilia e finanziate con 217 milioni di euro, infatti, dovrebbe passare dalla concreta integrazione del servizio sanitario con quello sociale, con il fondamentale coinvolgimento nella cabina di monitoraggio dei Comuni e con il costante confronto con il Terzo Settore nella governance istituzionale. «Solo con la co-progettazione e la capacità delle organizzazioni sanitarie e dei professionisti di lavorare in collaborazione e sinergia con pazienti -precisa Vasta- sarà possibile apportare un concreto miglioramento a beneficio degli utenti. Per questa ben più ampia consapevolezza dovrebbe intervenire il Presidente della Regione nei suoi poteri e responsabilità d’indirizzo politico».

Cogliere il senso del DM77

Per CRS la partecipazione sociale è una parte sostanziale del cambiamento culturale necessario al rafforzamento territoriale della tutela di salute. «Non possiamo correre il rischio di non cogliere il senso del DM77 – afferma Vasta – e ridurre le 155 Case della Comunità a poliambulatori a sportello, più o meno attrezzati, e le 50 Centrali Operative Territoriali a scatole vuote».

Personale formato sull’inclusività

«Una svolta sanitaria può essere percepita provvedendo alla formazione delle risorse umane con équipe di tipo integrato, transdisciplinare e multiprofessionale – conclude Vasta – squadre efficienti e centrate sul contesto territoriale e sulla capacità di promuovere la partecipazione dei pazienti e della comunità. Il personale dovrebbe essere aggiornato sui temi dell’inclusività, dell’equità, della prossimità e territorializzazione, della centralità della persona e delle modalità di partecipazione dei pazienti e cittadini alla Salute e alla Sanità».

moiraperruso
moiraperruso
Giornalista professionista da oltre 30 anni. Nasco come fotoreporter di cronaca. Un lavoro che mi ha permesso di mettere in fila, su una linea orizzontale immaginifica, occhio, testa e cuore, nel preciso momento dello scatto. Ho potuto vedere luoghi e avere dentro il mirino della mia Nikon volti e storie che mai potrò dimenticare. Solo più tardi all'immagine si è affiancata la scrittura. E' arrivata una notte, dopo il crollo di una palazzina a Milano. Il mancato arrivo del giornalista di una testata importante, che accompagnavo con le mie foto, mi ha reso improvvisamente protagonista. "Moira oltre la foto fai anche l'articolo?" Mi chiese il caporedattore di turno. "Ma cosa faccio? Non ho mai scritto?" E lui mi disse una cosa che illuminò la notte buia: "Scrivi quello che vedi". E così fu. Il mio battesimo arrivò davanti ad una palazzina crollata che si era portata via, sogni, progetti e pezzi di vita di numerose famiglie. Da quel giorno scrivo, racconto e rappresento la verità. Il mio motto è il primo dei dieci comandamenti della stampa di Piero Ottone: " Scrivi sempre la verità, tutta la verità, solo la verità"
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