venerdì, Giugno 20, 2025
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Sanità in Finlandia: un modello da esplorare (e copiare?)

Salvatore Giordano, chirurgo plastico di Roma, che vive e lavora da anni a Turku, ci fa conoscere come funziona la sanità in Finlandia. La meritocrazia è un elemento distintivo per accedere alla facoltà di medicina, ma lo Stato non lascia indietro nessuno. Grazie a digitalizzazione e Innovazione la Finlandia riesce a tenere sotto controllo le liste d’attesa ed è una Nazione all’avanguardia nella sanità

Nel nostro viaggio alla scoperta della sanità oltre confine, facciamo tappa in Finlandia, una terra meno convenzionale rispetto alle rotte abituali dei medici italiani che decidono di andare all’estero. Tuttavia, proprio per questo motivo, è interessante scoprire come funziona la sanità in Finlandia attraverso la voce di un medico italiano.

Salvatore Giordano, chirurgo plastico a Turku

Lui è Salvatore Giordano, chirurgo plastico italiano che lavora e insegna in Finlandia presso l’ospedale universitario di Turku. Il professor Giordano ha avuto la sua prima esperienza in Finlandia da studente e ne è rimasto positivamente colpito. Laureato alla Sapienza nel 2005, ha deciso di tornare in Finlandia per la specializzazione, rimanendovi poi stabilmente, nonostante una parentesi negli Stati Uniti, in Texas.

La scelta tra Finlandia e Stati Uniti

Autore di oltre cento studi scientifici, Giordano oggi  è membro di prestigiose società scientifiche nazionali e internazionali, tra cui la SICPRE, Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica. «Durante gli anni di studio ero molto incuriosito dagli Stati Uniti – racconta – ma dopo una esperienza maturata in Texas, ho capito che il mio posto è in Europa, ed ho scelto di tornare in  Finlandia perché ha un modello di formazione medico-scientifica simile all’Italia, anche se con meno criticità. E poi sono vicino all’Italia e posso tornare spesso a Roma dove vive la mia famiglia».

Formazione medica in Finlandia: prima di tutto la meritocrazia

La formazione medica in Finlandia è uno degli aspetti che ha colpito positivamente il professor Giordano. «La laurea in medicina dura sei anni e unisce teoria e pratica fin dall’inizio – prosegue -. Gli studenti finlandesi hanno un approccio pratico già dal secondo o terzo anno, con molte esercitazioni. L’accesso alla facoltà di medicina è più selettivo e meritocratico rispetto all’Italia, infatti, oltre ad un concorso nazionale, a cui possono accedere tutti, coloro che hanno ottenuto la massima votazione al liceo hanno una corsia preferenziale ed entrano di diritto, senza dover prendere parte al concorso».

Specializzazione: un percorso tracciato che aiuta il sistema sanitario

La specializzazione ha una durata dai cinque ai sei anni. L’ingresso avviene tramite curriculum che decreta un punteggio, valutando dunque voto di laurea e preparazione, incluse esperienze lavorative e di ricerca. Durante la specializzazione, lo studente affronta un percorso obbligato: nove mesi come medico di base, poi due anni e mezzo di tronco comune e gli ultimi tre anni di specializzazione in un ospedale universitario.

Ascolta il podcast Mondo Sanità dedicato alla  formazione dei medici in Finlandia

 

Lavoro e retribuzione

Per esercitare la professione in Finlandia, è necessario il riconoscimento del titolo da parte dell’autorità sanitaria locale e l’iscrizione all’albo dei medici finlandesi. I contratti possono essere pubblici o privati, con la possibilità di combinare le due cose. La retribuzione di base per un medico specialista ospedaliero è di circa 4.500-5.000 euro netti al mese, a cui si possono aggiungere le guardie pagate a parte. Gli orari di lavoro sono regolari: 38 ore settimanali.

Incentivi per i medici di medicina generale

In Finlandia, esiste una forte necessità di medici di medicina generale, così come di medici di pronto soccorso e psichiatri. Per incentivare i medici a lavorare nelle zone più remote del paese, lo Stato offre stipendi più alti.

Ascolta il podcast dedicato al mondo del lavoro dei medici italiani che svolgono la professione in Finlandia su Mondo Sanità

 

Sanità pubblica e privata

In Finlandia, la sanità pubblica copre la maggior parte dei trattamenti, mentre la sanità privata non è molto sviluppata, ma chi vi accinge ha il vantaggio di avere una corsia preferenziale nelle visite specialistiche e negli interventi non urgenti. Tutti i cittadini poi pagano un ticket per gli esami e le visite specialistiche, anche i meno abbienti perché hanno un sussidio statale. «Ma raggiunto il tetto dei 600 euro annui, il cittadino non paga più» dice Giordano.   .

Digitalizzazione fiore all’occhiello della sanità in Finlandia

Il fiore all’occhiello della sanità in Finlandia è la forte digitalizzazione dei servizi sanitari. Tutte le cartelle cliniche sono digitalizzate, permettendo così ai medici di accedere ai dati dei pazienti in qualsiasi città. «Il sistema integrato facilita la continuità delle cure e riduce i tempi di attesa per i pazienti, poiché le informazioni sono immediatamente disponibili a tutti i professionisti sanitari coinvolti nel trattamento. Questo è un esempio di innovazione che potrebbe essere adottato anche in Italia per migliorare il sistema sanitario», conclude il chirurgo plastico italiano.

Innovazione e futuro

La Finlandia continua a investire nella digitalizzazione dei servizi sanitari, esplorando nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale e l’analisi dei big data per migliorare ulteriormente l’assistenza medica. Queste innovazioni promettono di portare a diagnosi più rapide e accurate, trattamenti personalizzati e una gestione più efficiente delle risorse sanitarie.

Ascolta il podcast su pregi e difetti della Sanità finlandese 

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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