Silvia ha 12 anni quando per la prima volta a scuola viene bollata come “impreparata” a seguito di un compito in classe non riuscito. Una parola apparentemente innocua scatena un terremoto nella sua salute mentale. Lei che era sempre stata diligente, che nel tempo libero studiava recitazione e faceva sport, che agli occhi dei compagni e degli adulti era una bambina perfetta, per la prima volta era caduta. Una caduta rovinosa che si è trasformata in breve in una discesa nel baratro.
Dalla diagnosi di dislessia alla depressione
Silvia scopre di avere un disturbo specifico dell’apprendimento, di essere discalculica. Una diagnosi che non accetta. Inizia a sentirsi sempre più inadeguata e si isola. I genitori avvertono il suo disagio e trovano per lei una scuola più accogliente. Silvia conclude la scuola primaria di secondo grado senza grossi problemi, ma messa a confronto con il mondo degli adolescenti nella scuola secondaria sprofonda in una grave crisi di identità. «Si sente persa, non vuole andare a scuola e sprigiona rabbia e frustrazione», racconta a Quotidianodellasalute.it la mamma Anna. Viene prima ricoverata in Ospedale e poi presa in carico dagli assistenti sociali. «Oggi frequenta la scuola superiore in modalità protetta – tre ore al giorno in classe -, ha due tutor e, a piccoli passi, sta cercando di uscire dall’isolamento. Il percorso è in salita anche perché la pandemia e il lockdown l’hanno resa ancora più fragile e insicura» spiega Anna.
Salute mentale: Un adolescente su sette nel mondo convive con un disturbo diagnosticato
Silvia è solo uno dei tanti giovani che oggi convivono con malesseri psicologici. Secondo l’ultimo rapporto UNICEF 1 adolescente su sette tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato. Tra questi 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni sono ragazze. L’ansia e la depressione, secondo i dati del rapporto, rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati. In percentuale i casi sono più frequenti in Medio Oriente e Nord Africa, Nord America e Europa Occidentale.
Due milioni di bambini italiani hanno disturbi del neurosviluppo
In Italia un adolescente su cinque soffre di un disturbo neuropsichiatrico e circa due milioni di bambini sono affetti da disturbi del neurosviluppo che vanno dalla sindrome dello spettro autistico, ai disturbi da deficit di attenzione con iperattività, alle malattie neurologiche come le paralisi cerebrali infantili, alla disabilità intellettiva, a malattie rare con interessamento neurologico, ai disturbi psichiatrici dell’infanzia e dell’adolescenza inclusi i disturbi del comportamento alimentare. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel mondo tra il 10 e il 20% dei soggetti da 0 a 18 anni soffre di disturbi mentali e il 75% di patologie psichiatriche esordisce prima dei 25 anni, la metà addirittura prima dei 14 anni. In occasione della giornata mondiale della salute mentale, che ricorre il 10 ottobre, la Società italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (SINPIA) accende i riflettori sulla necessità di intervenire precocemente in età evolutiva e di garantire la continuità di cura dall’età del neurosviluppo a quella adulta, mettendo al centro l’adolescente, la famiglia e i suoi bisogni.
L’importanza della prevenzione della salute mentale
Fondamentale, dunque, è la prevenzione. Riconoscere i segnali che i bambini e gli adolescenti lanciano è importante così come è determinante non sottovalutarli. «Il cervello umano va incontro ad enormi cambiamenti dal periodo del concepimento all’età adulta – sottolinea Elisa Fazzi, presidente di SINPIA e Direttore U.O. Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia-. Eventi negativi in periodi critici per le funzioni e la struttura del cervello, possono avere effetti permanenti sul medio e lungo periodo e predisporre a sviluppare malattie mentali in età adulta. I disturbi del neurosviluppo causano una compromissione del funzionamento personale, sociale, scolastico e lavorativo, interessano più aree dello sviluppo con una frequente comorbidità tra loro. È importante sfatare il mito che la prevenzione inizia a 14 anni perché in realtà deve avvenire molto prima. Alcune patologie danno segno di sé in età adolescenziale in modo specifico. Ma spesso i disturbi iniziano molto tempo prima, addirittura nei primi anni di vita. Poi le manifestazioni si modificano a seconda della plasticità del sistema nervoso e dell’evoluzione dell’individuo».
Salute mentale nei ragazzi: i campanelli di allarme
Silvia ha manifestato i primi sintomi dei suoi disturbi allontanandosi da tutto ciò che la appassionava, «Quello che prima era il suo mondo è diventato il suo infermo – ricorda mamma Anna -. Noi abbiamo pensato ad un effetto del lungo lockdown e forse non abbiamo colto immediatamente i segnali che la ragazza ci inviava. Abbiamo assecondato la sua volontà di staccarsi da tutto e di rimanere ancorata ad un monitor. Quando abbiamo capito che l’isolamento era una forma di protezione ad una fortissima depressione e ad un senso di inadeguatezza che provava con il mondo esterno, era tardi. Siamo finiti in ospedale e da lì i farmaci, il sostegno a scuola e una socialità da ricostruire». Captare i campanelli di allarme nei bambini prima e negli adolescenti è essenziale. Lo ricorda anche Antonella Costantino past President di SINPIA e Direttore UONPIA Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. «La maggior parte dei disturbi del neurosviluppo periste durante l’adolescenza e l’età adulta – puntualizza Costantino -. Questo può portare a difficoltà sociali e comportamentali e ad una ridotta indipendenza nell’arco della vita. Quindi una diagnosi precoce è fondamentale per attivare strategie di intervento tempestive e mirate. Solo in questo modo possiamo agire sulle traiettorie di sviluppo, riducendo l’impatto sui bambini che ne sono affetti e sulle loro famiglie».
Il momento della transizione da adolescente ad adulto
Quando si parla di salute mentale, il passaggio dall’adolescenza all’età adulta è sicuramente molto delicato, oggetto di riflessione da parte anche dei neuropsichiatri infantili. «Questo passaggio chiamato transition deve prevedere una continuità di cura, i bisogni dei ragazzi devono trovare risposte adeguate, adattando un sistema di presa in carico pensato per una persona adulta e collaborante – suggerisce Renato Borgatti, Direttore della struttura complessa Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza della Fondazione Mondino IRCCS e dell’Università di Pavia e membro SINPIA -. L’intento è di proporre un modello di transizione della cura programmato e coordinato, incentrato sul soggetto e sulla sua famiglia, anche in relazione al grado di complessità multidisciplinare richiesto dalla patologia».
Perché l’Italia è all’avanguardia nella cura della salute mentale di bambini e adolescenti
Se il numero dei bambini con disturbi mentali è in aumento, è altrettanto vero che l’Italia è tra i paesi più all’avanguardia nella cura della salute mentale come evidenzia Massimo Molteni dell’Associazione La nostra Famiglia. «Il modello di intervento della neuropsichiatria italiana – fa notare Molteni – è unico al mondo. Consente di affrontare le malattie croniche e multiproblematiche dello sviluppo neuropsichiatrico del bambino e dell’adolescente con un modello assistenziale fortemente integrato tra ospedale e territorio. Una rete specialistica multidisciplinare dedicata è in grado di garantire risposte specifiche per età e tipologia di disturbo, con il coinvolgimento attivo della famiglia e con una forte attenzione al contesto sociale».