Lavorare insieme per l’inclusività
Un Murale per conoscere le tante facce della professione
Abbattere i muri sociali
Con quali barriere dobbiamo fare i conti ogni giorno?
Lavorare sempre sulla prevenzione
Evitare l’isolamento per la demenza
Ma come si fa a far sì che siano davvero messe in pratica?
«Formazione e partecipazione sono due parole chiave», continua Menon: «Noi abbiamo organizzato corsi di formazione per i farmacisti, che sono tra i punti di riferimento per i cittadini e insieme alle Associazioni familiari organizziamo momenti di inclusività, come passeggiate, o momenti di incontro dove si utilizzano strumenti come l’arte o altre attività che possano fare sentire tutti liberi di esprimersi, senza barriere appunto». Strumenti indicati anche nella legge 33/2023. Ma non bastano: bisogna sensibilizzare tutti a lavorare sulla prevenzione.
I 14 fattori di rischio per la demenza
«E deve iniziare già nel grembo materno. Oggi i 14 fattori di rischio per la demenza sono noti e sono: il fumo, la presenza di colesterolo cattivo già in giovane età, compromissione della salute della vista, basso livello di istruzione, perdita dell’udito, ipertensione, abuso di alcol, obesità, depressione, inattività fisica, diabete, trauma cranico, inquinamento e isolamento sociale. Tutti questi fattori sono noti e pubblicati in studi scientifici, conoscendoli e lavorando sull’educazione e sulla sensibilizzazione delle persone, si può fare molto per evitare che i numeri delle demenze aumentino», aggiunge Vanda Menon.
Integrare gli anziani in modo mirato
La socialità delle persone anziane e fragili è un aspetto importante, ma va fatta educazione ai cittadini: «Che le persone con disturbi cognitivi stiano in mezzo agli altri, socializzino, e che possano avere una vita stimolante è un fattore che dovremmo incentivare, con azioni educative a tutta la cittadinanza», rimarca Morena Pellati, Direttore di distretto e Direttore di S.C. Programma Anziani e Fragilità dell’AUSL di Reggio Emilia. «Si dovrà lavorare sul concetto di residenzialità e di territorialità in modo ampio e concreto, prevedendo azioni mirate all’integrazione e all’inclusione delle persone anziane e fragili. Ci stiamo lavorando», fa sapere Pellati.
La legge 33/2023, dove al Capo II, articolo 3 comma 2 si legge di “promozione di programmi e di percorsi integrati volti a contrastare l’isolamento, la marginalizzazione, l’esclusione sociale e civile, la deprivazione relazionale e affettiva delle persone anziane, evidenzia anche quanto sia importante la multidisciplinarietà tra gli esperti.
Siamo tutti parte attiva dell’inclusione
«È fondamentale che la cittadinanza comprenda l’importanza del lavoro svolto da noi professionisti sanitari. Insieme a familiari, cittadini, e l’intera comunità dobbiamo intraprendere azioni concrete per sostenere le persone più fragili e in difficoltà. Ognuno di noi può essere parte attiva nel processo di inclusione, anche con piccoli cambiamenti nell’agire. Bisogna abbattere il muro dell’indifferenza e aprire le porte alla disponibilità, diventando davvero parte di una comunità che invecchia e che porta valore in ogni fase della vita. Abbiamo scelto simbolicamente un muro, su cui è stato realizzato un dipinto, come memoria presente e futura per i cittadini, proprio per sottolineare questi due aspetti fondamentali», afferma Margherita Schiavi, terapista occupazionale e membro dell’Ordine TSRM PSTRP.
Tra bellezza e innovazione
«Da quando ho incontrato la disabilità e la fragilità, non posso non pensare anche a termini come bellezza, profondità, rispetto e senso», afferma Annalisa Rabitti, Assessora alla Cura delle persone, con deleghe a politiche sociali, Sostegno alle famiglie, Politiche per la casa, Città senza barriere, Pari opportunità. «La bellezza, nel senso più ampio che questo concetto ci permette di immaginare, nella vita delle persone fragili è un potente mezzo di innovazione. L’incontro tra fragilità ed arte è generativo di nuove opportunità e di inclusione sociale. tutto questo ha un senso molto profondo. Credo che la bellezza debba essere un diritto: bisognerà lavorare sul pregiudizio che ancora risiede in chi crede che il bello sia superfluo, non lo è.
Siamo tutti fragili, nessuno escluso
«Quando pensiamo e lavoriamo sull’inclusione non dobbiamo farlo a senso unico, perché fragili lo siamo tutti. Incontrare la fragilità di ognuno, e raccontarla, ci fa diventare più forti. La mia idea è quella di portare le persone fragili al centro e non tenerle ai margini della progettazione. Iniziative come queste sono perciò molto importanti, perché ci aiutano ad aprire i luoghi: fanno bene a noi e al mondo. E vanno valorizzate, non solo nel giorno dell’inaugurazione», conclude l’Assessora.
I Ministri Schillaci e Locatelli all’evento
All’evento di inaugurazione “Un murale per la salute” sono stati presenti l’artista Davide Ghiacci che ha sottolineato quanto il linguaggio universale dell’arte possa essere un veicolo per arrivare a tutti, senza limiti; Liliana Cosi, ex étoile della Scala e direttrice artistica; Simone Burzacchi, atleta della Nazionale italiana maschile di Sitting Volley. Sono stati premiati tre operatori sanitari che hanno partecipato al concorso social “Un murale per la salute. L’inclusione possibile”, per sensibilizzare l’inclusione delle persone fragili. Hanno dato il loro sostegno all’evento il Ministro della salute, Orazio Schillaci, la Ministro per la Disabilità, Alessandra Locatelli, la cantante Orietta Berti, con un video saluto, e la storica band reggiana L’Officina del Battagliero che ha intrattenuto gli ospiti dopo il taglio del nastro davanti al murale.
La Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP
Rappresenta 18 professioni sanitarie dell’area tecnica, della riabilitazione e della prevenzione, e dall’ASP Reggio Emilia – Città delle Persone, che opera a Reggio Emilia nell’organizzazione ed erogazione di servizi socioassistenziali e sociosanitari per persone anziane in stato di non autosufficienza fisica e/o psichica, persone disabili adulte, e si occupa anche della gestione dei servizi per minorenni, sensibilizzando inoltre la comunità alla consapevolezza delle difficoltà quotidiane degli anziani, all’importanza di un ambiente inclusivo, favorendo la creazione di un legame tra le professioni sanitarie e la comunità locale.