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Salute della città e dei territori, qualità e futuro

Campus Bio-Medico di Roma presenta al Senato il 2° Rapporto One Health “La salute della città e dei territori”, in collaborazione con l’Istituto Piepoli. Lo studio ha analizzato le prospettive di sviluppo delle aree urbane italiane entro il 2050, nell'ottica del modello One Health, che offre un approccio integrato per gestire le sfide legate alla salute, all'urbanizzazione e alla sostenibilità con una visione globale e interdisciplinare.

Solo l’11% degli italiani si dichiara soddisfatto della qualità della vita nella propria città. Il 39% ha registrato peggioramenti significativi, negli ultimi anni, soprattutto nei grandi centri urbani. Ci si immagina un tecnofuturo determinato dal progresso della tecnologia (per il 68% dei cittadini) e un orientamento sempre più concreto verso la sostenibilità (51%). Efficienza (48%), inclusione (42%). I cittadini si aspettano che le città del futuro siano ambienti sicuri e verdi. Possibile accedere facilmente a cure (56%), servizi (55%), formazione (53%). Opportunità professionali (51%), mobilità sostenibile (50%), integrazione e socialità in ogni fase della vita.

Creare spazi sicuri e inclusivi

Città inclusive, dotate di spazi verdi, una sanità accessibile e innovativa, una mobilità sostenibile nonché una gestione efficiente della manutenzione urbana. Sono questi gli aspetti principali che la progettazione urbana è chiamata ad affrontare nel prossimo futuro. Creazione di spazi sicuri e inclusivi, il miglioramento della salute pubblica e la prevenzione delle disuguaglianze. È quanto è emerso dal 2° Rapporto One Health “La salute della città e dei territori del Campus Bio-Medico di Roma. In collaborazione con l’Istituto Piepoli.

La transizione entro il 2050

La ricerca ha esaminato l’evoluzione prevista delle aree urbane italiane entro il 2050. Ha analizzato le principali sfide e opportunità in un contesto di profondi cambiamenti, come l’invecchiamento della popolazione e le trasformazioni economiche, sociali e culturali. Il modello si propone come guida per affrontare le problematiche sanitarie, urbane, legate alla sostenibilità per supportare e migliorare la qualità della vita.

Popolazione e sostenibilità

In Italia, il panorama urbano è caratterizzato da una rete di piccole e medie città, con poche grandi metropoli con una popolazione che si prevede rimarrà sostanzialmente stabile nei prossimi 20-25 anni. Il Rapporto evidenzia che le grandi città italiane non vedranno un aumento significativo di abitanti, mentre quelle di medie dimensioni registreranno una crescita demografica. In questo contesto, raggiungere gli obiettivi di sostenibilità fissati per il 2030 e il 2050, rappresenta una sfida cruciale. Sebbene permangano difficoltà nel rispettare le scadenze a breve termine, c’è maggiore fiducia nella possibilità di migliorare le condizioni di vivibilità entro il 2050. A patto di intervenire con decisione su ecosostenibilità e trasporto pubblico.

Due modelli di città per il futuro

Lo studio ha permesso di tracciare due scenari possibili per il futuro delle città. Il primo, denominato “città da usare”, immagina i grandi centri urbani come centri di eccellenza economica, culturale e sanitaria, da vivere principalmente come luoghi di lavoro e servizi, con una popolazione residente limitata e flussi giornalieri intensi. Il secondo, invece, chiamato “città da vivere”, concepisce il tessuto urbano come uno spazio orientato a favorire l’inclusione sociale, la coesione tra centro e periferie e aree urbane progettate per migliorare la qualità della vita, con abitazioni accessibili, verde pubblico e servizi di prossimità.

La voce dei cittadini

Solo l’11% degli italiani si dichiara pienamente soddisfatto della qualità della vita nella propria città e il 39% ha registrato peggioramenti significativi, negli ultimi anni, soprattutto nei grandi centri urbani. Ci si immagina un tecnofuturo determinato dal progresso inarrestabile della tecnologia (per il 68% dei cittadini) e un orientamento sempre più concreto verso la sostenibilità (51%), l’efficienza (48%), l’inclusione (42%).

I cittadini chiedono città con cure accessibili

La qualità della vita dipende inevitabilmente da alcuni elementi essenziali, il cui principio fondamentale può essere riassunto nel concetto di accessibilità: alla salute, al lavoro, alla casa, all’istruzione. L’immagine della città del futuro è pienamente in linea con le priorità espresse dalle persone. Infatti, i cittadini si aspettano che le città del futuro siano ambienti sicuri e verdi, dove sia possibile accedere facilmente a cure (56%), servizi (55%), formazione (53%), opportunità professionali (51%), mobilità sostenibile (50%), integrazione e socialità in ogni fase della vita.

Sfide e opportunità

Per il futuro delle città italiane, risulta cruciale puntare sullo sviluppo di una rete di trasporto pubblico interurbano efficiente, privilegiando soluzioni sostenibili come il trasporto intermodale e il modello della “città dei 15 minuti”, che mira a rendere tutti i servizi essenziali facilmente accessibili. Allo stesso tempo, sarà necessario avviare una transizione verso città più coese e solidali, anche attraverso interventi mirati alla rigenerazione degli spazi pubblici e alla riduzione del consumo di suolo. Nel settore sanitario, l’integrazione tra pubblico e privato giocherà un ruolo chiave per migliorare l’accesso alle cure e ridurre i costi, grazie anche all’utilizzo di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e la telemedicina. L’attenzione verso la prevenzione sarà più che mai centrale e consentirà di far fronte al progressivo invecchiamento della popolazione.

Ridurre l’inquinamento e migliorare la viabilità

Vannia Gava, Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha dichiarato: «Salute ambientale e salute umana sono strettamente legate. Per questo, il Ministero ha messo in campo investimenti senza precedenti per città più vivibili e sicure. Grazie ai fondi del PNRR e ad altre risorse strategiche, stiamo destinando oltre 6 miliardi al trasporto pubblico locale, per ridurre l’inquinamento e migliorare la mobilità urbana e 1 miliardo solo nel 2024 per il contrasto al dissesto idrogeologico, per proteggere i territori dai rischi climatici. A breve partirà anche un programma di grandi opere finanziato con 240 milioni di fondi FSC, insieme a 45 milioni per l’edilizia climatica, mentre sono già operativi 210 milioni per la forestazione urbana, per aumentare il verde cittadino e migliorare la qualità dell’aria. Il cambiamento è possibile, ma serve il contributo di tutti, istituzioni, imprese e cittadini».

Gaber è stato visionario

Per il senatore della Lega Andrea Paganella, Segretario di Presidenza del Senato della Repubblica: «Il secondo Rapporto One Health sulla salute delle città e dei territori è uno strumento che dà spunti di riflessione preziosi. Leggendolo mi è venuto in mente quel geniaccio visionario di Giorgio Gaber che nel suo brano “Come è bella la città”, già più di 50 anni fa, ci metteva in guardia dalle insidie di concepire la città solo come luogo di consumo. È necessario, invece, concepire la città come un “luogo da vivere”, più sicura e più vivibile per tutti».

Città del futuro resilienti

Secondo Francesco Battistoni, Vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei deputati: «Il secondo Rapporto One Health, elabora modelli di città del futuro che dovranno essere resilienti, dotate di spazi verdi, di una sanità accessibile e innovativa e che siano ambientalmente e socialmente sostenibili. Con l’elaborazione di questo principio, direi universalistico, ci troviamo di fronte ad un rinnovamento concettuale che ci richiede di fare scelte chiare e pragmatiche».

Comunità energetiche rinnovabili

«Il Dl Rigassificatori, il Dl Energia, il Testo Unico sulle Rinnovabili, le Comunità Energetiche Rinnovabili sono tutte misure che disegnano un nuovo approccio nella nostra capacità di produrre e consumare energia. Le CER, nel contesto odierno, rappresentano una rivoluzione concettuale e di prospettiva proprio per quanto riguarda lo sviluppo delle città in chiave sociale e ambientale. È un cambio di orizzonte rispetto al passato che trasformerà l’Italia, creando nuovi strumenti condivisi di produzione e consumo di energia. Questo approccio, siamo certi, renderà i nostri comuni più sostenibili e consentirà ai cittadini di vivere in città più inclusive e pensate per favorire il loro benessere seguendo proprio il principio One Health», conclude Battistoni

La persona al centro

Marcello Fiori, Direttore Generale Inail, ha affermato: «Il Rapporto presentato oggi affronta un tema cruciale: le politiche urbanistiche. L’approccio One Health ci invita a mettere la persona al centro delle nostre città, promuovendo una presa in carico dei cittadini che tenga conto della sostenibilità, dell’inclusione e della qualità della vita. La vera sfida consisterà nel costruire stili di vita sani e città capaci di integrare pienamente questi principi».

Una sfida epocale

Carlo Tosti, Presidente Università e Fondazione Policlinico Campus Bio-Medico, ha dichiarato: «Le città italiane si trovano davanti a una sfida epocale: conciliare la loro unicità storica e culturale con la necessità di adattarsi a un futuro sostenibile. La crescita delle medie città rappresenta un’opportunità straordinaria per creare nuovi modelli di sviluppo urbano, più inclusivi e a misura d’uomo. Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità entro il 2050, è fondamentale agire subito, investendo in mobilità sostenibile e rigenerazione urbana. Questo Rapporto vuole essere una guida e uno stimolo per istituzioni, esperti e cittadini, affinché insieme possano costruire un futuro dove qualità della vita e innovazione vadano di pari passo»

Il benessere non ha colore politico

Domenico Mastrolitto, direttore generale Campus Bio Medico SpA

Domenico Mastrolitto, Direttore Generale Campus Bio-Medico SpA, ha spiegato: «Dal 2° Rapporto One Health, emerge l’importanza di una visione a lungo termine e di una governance continuativa: per molti opinion leader rappresenta il principale fattore critico di successo che, si auspica, almeno su alcuni temi non abbia colore politico. Salute, lavoro e ambiente sono le priorità per i cittadini. La qualità della vita passa attraverso una migliore integrazione del contesto lavorativo con i bisogni personali, una connessione con la natura e maggiore spazio per le relazioni, la condivisione e il benessere. Per affrontare le sfide del 2050, pertanto, è essenziale l’accessibilità ai servizi essenziali e la creazione di ambienti urbani più verdi, solidali e orientati al bene della persona. Dobbiamo concentrarci su una sanità innovativa, su un sistema di trasporti efficiente e sull’integrazione tra centri e periferie, per creare spazi che rispondano realmente alle esigenze dei cittadini. Solo così potremo garantire un futuro migliore e più equo per tutti»

Cittadini partecipi

Per Stefano Laporta, Presidente ISPRA: «Oltre agli interventi normativi ci vuole maggiore consapevolezza e partecipazione da parte dei cittadini. È opportuno prevedere passaggi specifici per consentire ai cittadini di partecipare attivamente a tali processi di rigenerazione urbana. Come ISPRA stiamo lavorando attivamente al fianco del Campus Bio-Medico su temi come la corretta alimentazione nell’ottica di salvaguardare la qualità della vita»

Il buon abitare genera benessere

Per Barbara Acreman, Direttore Generale per la Casa e la Riqualificazione Urbana del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: «Laddove c’è un buon abitare aumenta anche il benessere e la sicurezza. Al fine di contrastare il disagio abitativo è indispensabile individuare il fabbisogno delle persone. In tal senso, come Ministero abbiamo aperto diversi tavoli tematici ascoltando i territori»

Le città del futuro come ecosistemi

Secondo Livio Gigliuto, Presidente dell’Istituto Piepoli: «Il nostro Rapporto propone scenari, quelli che chiamiamo “futuribili”, delle città che vivremo. Sono diversi e per certi versi divergenti, ma su alcune cose tendono a trovarsi in armonia. Le città del futuro non saranno solo spazi costruiti, ma ecosistemi vivi, capaci di integrare sostenibilità, benessere e innovazione. Il cambiamento è già in atto: cittadini ed opinion leader sono pronti a ripensare i nostri spazi urbani per renderli più inclusivi, accessibili e sani. Il futuro delle città non è un destino già scritto, ma una scelta che compiamo oggi».

L’evento ha avuto il patrocinio del Ministero della Salute, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, della Regione Lazio e del Comune di Roma Capitale.

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