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Salute dei bambini: perché spesso dipende dalla geografia?

A Napoli l’80° Congresso della Società Italiana di Pediatria lancia un appello forte contro le disuguaglianze nella salute dei più piccoli. Oltre 1,3 milioni di bambini vivono in povertà assoluta in Italia. Ma la disuguaglianza non è solo economica: riguarda anche l’alimentazione, l’accesso a spazi di gioco, l’assistenza scolastica, e sempre di più la salute mentale

«La salute dei bambini non può dipendere dal luogo in cui si nasce.» È con queste parole che si è aperto l’80° Congresso della Società Italiana di Pediatria (SIP), un evento che riunisce oltre 2.000 pediatri da tutta Italia per affrontare le grandi sfide che toccano il benessere fisico, mentale e sociale delle nuove generazioni. Il messaggio è chiaro: in un Paese che fa pochi figli, l’infanzia deve tornare ad essere una priorità.

Perché la salute dipende dalla geografia

I dati sono impietosi. Un bambino nato in una regione con meno screening neonatali ha meno possibilità di diagnosi precoce per patologie genetiche. In Campania, ad esempio, il 44% dei bambini è in sovrappeso, mentre in Trentino la percentuale è inferiore alla metà. «Il codice postale non può contare più di quello genetico – ha dichiarato Rino Agostiniani, presidente SIP – . Non è accettabile che i confini regionali determinino l’accesso alle cure e alla prevenzione».

I numeri della Povertà, un mosaico di disuguaglianze

Oltre 1,3 milioni di bambini vivono in povertà assoluta in Italia. Ma la disuguaglianza non è solo economica: riguarda anche l’alimentazione, l’accesso a spazi di gioco, l’assistenza scolastica, e sempre di più la salute mentale. Secondo l’OMS, un adolescente su sette soffre di disturbi psichici e il suicidio è la quarta causa di morte tra i 15 e i 19 anni. In Italia, circa 2 milioni di minori sono affetti da disturbi comportamentali, ma le strutture e i professionisti disponibili sono drammaticamente insufficienti.

La prevenzione dimenticata

In Italia solo il 5% del Fondo Sanitario Nazionale è destinato alla prevenzione, contro il 10-12% di Paesi come la Germania. Eppure, un euro investito in prevenzione può generare fino a 16 euro di risparmio. Malgrado ciò, oltre metà delle scuole italiane non ha una palestra, meno della metà degli adolescenti è vaccinata contro il Papillomavirus e il 27% dei quindicenni ha già fumato almeno una sigaretta nell’ultimo mese.

L’intelligenza artificiale e le nuove frontiere della cura

Tra i temi del Congresso, anche il futuro della pediatria tra tecnologie digitali e intelligenza artificiale. «Non basta usare nuovi strumenti, bisogna capirli e governarli – ha detto Agostiniani -. Sono già in uso terapie innovative per l’obesità infantile, trattamenti combinati per la miopia e la profilassi universale contro il virus respiratorio sinciziale».

Un appello per il futuro

La SIP raccoglie e rilancia il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha chiesto una strategia nazionale per superare le disuguaglianze tra i sistemi sanitari regionali. «Il diritto alla salute è universale – ribadisce Agostiniani -.Abbiamo conoscenze e strumenti per affrontare le nuove fragilità dell’infanzia. Ora la sfida è garantire che arrivino a tutti i bambini, ovunque essi vivano».

 

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