Togheter for a better internet è questo il tema scelto dalla Commissione Europea quest’anno per la promozione della giornata mondiale della sicurezza in Rete (Safer internet day). Oggi, dunque, le oltre cento nazioni connesse sono impegnate a far riflettere i giovani sull’uso consapevole della rete, affinché internet diventi un luogo positivo e sicuro.
Intelligenza artificiale, maneggiare con cura
Ignorare la sua presenza è oggi impossibile dal momento che oltre 84% degli studenti delle scuole secondarie utilizza l’intelligenza artificiale per creare contenuti, anche in ambito didattico. Un dato in aumento che, negli ultimi dodici mesi, è cresciuto del 50%, segno che la tecnologia avanza e non si può più arrestare. Partendo dai numeri, evidenziati in una indagine realizzata con 1813 studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, condotta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, la giornata odierna vuole essere l’occasione per dare ai ragazzi strumenti utili per muoversi nella rete senza pericoli.
Cosa conoscono i giovani dell’intelligenza artificiale
Se la quasi totalità dei ragazzi sa cos’è l’intelligenza artificiale (97%), solo il 35% conosce come funzionano gli algoritmi di apprendimento automatico (machine learning) e ancora meno (28%) sa cosa sia il deep learning, il sistema che imita le tecniche di elaborazione delle informazioni tipiche del cervello umano. Ovvero cuore e cervello della macchina a cui affidano oggi la maggior parte del loro sapere.
Il 75% degli studenti elabora testi con l’AI
Secondo l’indagine realizzata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, il 75% degli studenti usa l’intelligenza artificiale per elaborare testi, e il 7% per produrre video e audio. Il 62% degli studenti prepara interrogazioni e verifiche, mentre 4 studenti su 10 la utilizzano per traduzioni e per correggere testi e il 30% per risolvere problemi matematici. A fronte di questi dati però la scuola non sembra essere preparata a introdurre l’intelligenza artificiale tra gli strumenti di studio. Lo dimostra il fatto che solo il 18% dei ragazzi intervistati ha dichiarato di aver ricevuto indicazioni chiare dal proprio istituto sull’uso dell’intelligenza artificiale in ambito scolastico.
Il tempo speso su Internet
L’impiego dell’intelligenza artificiale in ambito scolastico genera due grandi problemi: un impiego sempre più ridotto della mente umana a favore della macchina e il tempo trascorso davanti ad uno schermo che è in media di circa cinque ore al giorno. Secondo l’indagine realizzata sui ragazzi connessi è emersa la volontà degli stessi di ridurre il tempo online e di proteggere i propri dati personali, anche se c’è poca consapevolezza sulle insidie che nascoste internet.

Instagram per i teenager
Per arginare il fenomeno delle troppe ore trascorse in rete, sono state introdotte delle misure di contenimento come quella adottata da Meta di creare su Instagram degli account per i teenager. Sarà sufficiente questa misura per tutelare i giovani? Lo abbiamo chiesto a Gianluca Castelnuovo, psicologo e psicoterapeuta responsabile del Servizio di Psicologia Clinica e Psicoterapia e del relativo Laboratorio di Ricerca presso l’IRCCS Istituto Auxologico Italiano. «L’iniziativa del Social Network “Instagram” di creare account con regole specifiche per gli utenti sotto i 16 anni è lodevole – spiega Castelnuovo- . Più del 60% dei ragazzi fra i 14 e i 29 anni utilizza Instagram che insieme ad altri social, come TikTok, è molto diffuso in una fascia vulnerabile come quella dell’adolescenza, (tra i 14 e i 16 anni)».
Le strategie per proteggere i minori su internet
«Inserire restrizioni relative alle interazioni o comunicazioni, come la possibilità di ricevere messaggi soltanto da persone che seguono o con cui si è già connessi, o ai contenuti sensibili, come un filtro più attento su parole offensive o riconducibili ad atti di bullismo, sono degli adattamenti necessari che possono limitare i rischi di interazioni pericolose o stigmatizzanti – aggiunte lo psicologo -. Inoltre anche le indicazioni sui tempi eccessivi di utilizzo (con specifici promemoria ad uscire dall’app dopo 60 minuti di utilizzo) e la sospensione durante la notte dell’invio di notifiche possono aiutare i ragazzi a non cadere nella dipendenza. Non solo, questo permette di preservare anche il riposo notturno spesso compromesso da uno strabordare delle tecnologie e della iperconnessione proprio nelle ore in cui il cervello dovrebbe staccare e riposarsi».
Attenzione allo scrolling
Se la decisione di Instagram di creare dei filtri per i teenager va nella giusta direzione, sembra però non essere sufficiente. « Tale scelta, pur apprezzabile, rimane comunque incompleta perché persistono problemi connessi al meccanismo di creazione della “dipendenza da scrolling” per tutta una serie di contenuti proposti senza filtri sulla qualità e veridicità (le fake news sono molto diffuse e possono condizionare pesantemente la visione del mondo nei nostri adolescenti)».
«Su internet serve una comunità educante»
«Rimane dunque un problema: quanto è educativo interagire con questo tipo di social network? Esiste un’agenzia educativa superiore che può supervisionare i contenuti e selezionare solo quelli che possono essere ritenuti utili, intelligenti, funzionali alla crescita emotiva, cognitiva e relazionale dei nostri adolescenti? Purtroppo, ciò non succede ancora e l’auspicio è che anche Instagram, come gli altri social, possa entrare in una rete formativa o “comunità educante” capace di condividere valori e compiere scelte non basate solo su marketing, guadagni e pubblicità, ma principalmente sull’offerta di un servizio di valore etico ed educativo per i propri utenti, soprattutto quelli in crescita, maggiormente suggestionabili e condizionabili da stimoli fuori controllo» conclude Castelnuovo.