In Italia sono 19 i centri di reumatologia pediatrica accreditati sull’intero territorio nazionale. «Nella popolazione, la consapevolezza che i bambini e i ragazzi possano ammalarsi di artrite idiopatica giovanile è ancora troppo bassa. Occorre dunque promuovere specifiche iniziative di awareness», dichiara Antonella Celano, presidente APMARR – Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare APS ETS
World Young Rheumatic Diseases Day
La reumatologia pediatrica sconta una cronica carenza di professionisti. E’ ancora circondata da una scarsa consapevolezza nella popolazione rispetto a quelli che sono gli impatti dell’artrite idiopatica giovanile. Durante il World Young Rheumatic Diseases Day, giornata mondiale dedicata alla sensibilizzazione sulle patologie reumatologiche pediatriche che si celebra ogni anno il 18 marzo, arriva il rapporto ACR Workforce Study elaborato dall’American College of Rheumatology (ACR) e ripreso anche in un articolo su The Lancet, che stima che negli USA, entro il 2030, la domanda di pediatri reumatologi sarà il doppio dell’offerta.
Pochi professionisti e, anche, anziani
Allargando ancora di più l’analisi, grazie ai dati forniti dall’Arthritis Foundation, emerge come negli Stati Uniti ci sia una carenza critica di reumatologi pediatrici. Solo 420 medici abilitati a livello nazionale in grado di curare bambini e ragazzi affetti da artrite idiopatica giovanile. La loro età media è compresa tra i 50 e i 55 anni. Sono solo 6 gli stati che hanno un unico specialista attivo per la reumatologia pediatrica. Arrivano a quota 8 quelli che ne sono completamente sprovvisti.
Migrazione sanitaria in aumento
Questo comporta, e continuerà a comportare, un incremento esponenziale del fenomeno delle migrazioni sanitarie da uno stato all’altro. Sono circa 300mila i giovani americani affetti da una malattia reumatologica dell’età pediatrica che hanno un accesso limitato alle cure necessarie. Solo un bambino su 4 (25%) è in grado di rivolgersi a un pediatra reumatologo. Il problema è destinato a peggiorare, dato che i posti per le borse di studio in reumatologia pediatrica, ancora oggi, non vengono riempiti. Nel 2024, 20 posti su 52 in tutti gli Stati Uniti non hanno trovato alcuna copertura professionale.
Artrite idiopatica giovanile
In Italia, le malattie reumatologiche sono frequenti anche in età pediatrica. Ogni anno, sono circa 10mila i bambini e adolescenti italiani colpiti da queste patologie, la più comune delle quali è l’artrite idiopatica giovanile. Pur non avendo effettuato uno studio così dettagliato, in Italia, la Società Italiana di Reumatologia Pediatrica ha accreditato 19 centri di reumatologia pediatrica che sono distribuiti omogeneamente in tutte le regioni.
Poca conoscenza crea diagnosi tardive
Diversi studi hanno dimostrato come una scarsa conoscenza dell’artrite idiopatica giovanile possa far sì che un bambino affetto riceva una diagnosi tardiva. Una diagnosi precoce è fondamentale per la gestione delle patologie reumatologiche pediatriche. Può ssere difficile per gli operatori sanitari, non adeguatamente formati nell’ambio della reumatologia pediatrica, diagnosticare l’artrite idiopatica giovanile. Ciò ritarda anche l’inizio del trattamento, che può avere esiti peggiori per il bambino, rispetto al dolore, alla mobilità e alla salute mentale.
L’importanza di avere pediatri reumatologici
Ecco, dunque, come la possibilità di avere a disposizione un pediatra reumatologo aumenti l’accesso alle nuove terapie, compresi i trattamenti disponibili solo negli studi clinici. «Una diagnosi precoce è certamente la premessa per un trattamento precoce -dichiara il Prof. Fabrizio De Benedetti, Direttore della Reumatologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e presidente della Società Italiana di Reumatologia Pediatrica– Grazie alla disponibilità di farmaci biotecnologici, questa permette il raggiungimento della remissione clinica nella maggioranza dei pazienti in tempi brevi. Oggi, ancora di più, la diagnosi e il trattamento precoce sono un obiettivo importante per normalizzare rapidamente la qualità di vita di bambini e adolescenti e prevenire il decorso cronico che alcune malattie reumatologiche possono avere».
Essere consapevoli degli effetti delle patologie reumatiche
Un altro importante tema riguarda la consapevolezza che la popolazione ha rispetto all’incidenza e agli effetti delle patologie reumatologiche pediatriche. Recentemente, è stato condotto un sondaggio nel Regno Unito dalla rivista ufficiale della British Society for Rheumatology, “Rheumatology Advances in Practice”, in collaborazione con l’istituto di ricerca Ipsos UK. Il sondaggio ha coinvolto un campione di 2.044 persone, di età compresa tra i 16 e i 75 anni, con l’obiettivo di misurare la consapevolezza della popolazione britannica riguardo alla possibilità che anche i bambini e i giovani possano sviluppare l’artrite. Dai risultati è emerso che meno di una persona su cinque (19%) fosse consapevole che i bambini sotto i 5 anni possano ammalarsi di artrite idiopatica giovanile. Gli indici erano ancora più bassi tra le persone appartenenti a minoranze etniche, le quali mostravano una maggiore propensione a credere in una serie di ipotesi errate riguardo alle patologie reumatologiche in età pediatrica.
Tutti possono ammalarsi, serve consapevolezza
«Come dimostrano le ultime ricerche, la consapevolezza della popolazione che anche i bambini e i giovani possano ammalarsi di artrite è ancora molto bassa – dichiara Antonella Celano, presidente APMARR – Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare APS ETS – Ecco perché è necessario fare di più per riuscire ad aumentare nelle comunità l’awareness sull’incidenza dell’artrite idiopatica giovanile e sugli effetti che può avere su bambini, ragazzi, famiglie e caregiver, aumentando lo sviluppo di interventi e risorse di sensibilizzazione da applicare in modo appropriato. Come APMARR siamo continuamente ispirati dalla resilienza e dal coraggio dei bambini e dei giovani affetti da patologie reumatologiche. Vivere con una patologia cronica può essere impegnativo, ma molte persone con artrite idiopatica giovanile, lupus e sclerodermia conducono una vita piena, attiva e gratificante».
Presa in carico è diversa nelle regioni
In Italia, la capacità di diagnosi precoce e di presa in carico specialistica varia enormemente da regione a regione, con differenze che incidono in modo drammatico sul percorso di cura dei piccoli pazienti. «L’accesso alle cure per i bambini affetti da malattie reumatologiche non può dipendere dal codice postale –spiega Gabriele Bona, presidente AMRI -Associazione per le Malattie Reumatiche Infantili– Lo verifichiamo ogni giorno incontrando famiglie che trovano una corretta terapia per i loro figli dopo anni di tentativi. È fondamentale garantire una rete di specialisti su tutto il territorio nazionale e rafforzare il collegamento tra medici di famiglia e reumatologi pediatrici, affinché nessun bambino debba subire ritardi diagnostici o limitazioni nell’accesso alle cure più adeguate».
Azioni concrete per aiutare le disuguaglianze
«La transizione dalla pediatria all’età adulta, poi, resta un tema critico: troppi giovani pazienti rischiano di essere lasciati senza un riferimento chiaro nel passaggio alla reumatologia per adulti, con una perdita di continuità assistenziale che può compromettere il loro benessere. La carenza di specialisti e il sottofinanziamento della medicina territoriale -conclude Bona- rendono ancora più urgente un’azione concreta per superare le disuguaglianze regionali e garantire a ogni bambino le stesse opportunità di cura, indipendentemente dal luogo in cui risieda».