martedì, Maggio 13, 2025
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Radioterapia: a ESTRO nuove frontiere per la cura dei tumori di retto e ano

Cinque studi presentati a Vienna in occasione di ESTRO 2025 mostrano come nuove strategie radioterapiche stiano rivoluzionando il trattamento del cancro del retto e dell’ano, con benefici concreti per la qualità della vita dei pazienti.

Il congresso ESTRO 2025, principale evento europeo dedicato alla radioterapia oncologica che si sta svolgendo dal 2 al 6 maggio a Vienna, ha portato alla ribalta risultati promettenti destinati a cambiare l’approccio terapeutico a due forme tumorali particolarmente complesse: il cancro del retto e quello dell’ano. Cinque nuovi studi clinici dimostrano che la radioterapia avanzata, da sola o in combinazione con chemio e immunoterapia, può spesso evitare l’intervento chirurgico, preservando gli organi e migliorando la qualità di vita dei pazienti.

Una svolta per il cancro anale: meno radiazioni, stessi risultati

Il primo studio, ACT4 PLATO, condotto nel Regno Unito, ha confermato che nei pazienti con carcinoma anale in stadio iniziale è possibile ridurre la dose e la durata della radioterapia (4,5 settimane invece di 5,5) mantenendo l’efficacia del trattamento.  «Un approccio più breve e personalizzato riduce gli effetti collaterali e alleggerisce il carico sui sistemi sanitari», ha commentato il Prof. David Sebag-Montefiore, autore principale dello studio.

Cancro del retto: sempre più pazienti possono evitare il bisturi

Lo studio STAR-TREC, su 344 pazienti internazionali, ha mostrato che l’80% di coloro trattati con chemio radioterapia e il 61% di quelli trattati con sola radioterapia hanno evitato l’intervento chirurgico a un anno. «Preservare la funzione intestinale è un obiettivo cruciale- ha sottolineato la Professoressa Corrie Marijnen del Netherlands Cancer Institute. – Questi dati dimostrano che molte persone possono evitare una chirurgia debilitante».

Radioterapia e immunoterapia: il tumore scompare nel 67% dei casi

La combinazione innovativa di radioterapia di breve durata (solo cinque sedute) con immunoterapia ha portato a una completa scomparsa del tumore nel 67% dei pazienti valutabili nello studio PRIME-RT. «Una risposta oltre le aspettative- ha dichiarato il Professor Campbell Roxburgh dell’Università di Glasgow -. La semplicità logistica di un trattamento così rapido rappresenta una svolta anche per i centri sanitari con risorse limitate».

Tripletta vincente: radioterapia, immunoterapia e chemioterapia

Lo studio cinese STELLAR II ha evidenziato che aggiungere immunoterapia a radioterapia e chemioterapia a breve termine raddoppia i tassi di risposta completa (dal 25% al 45,5%). «Stiamo aprendo nuove strade per evitare la chirurgia e i suoi effetti collaterali duraturi», ha affermato il Prof. Jing Jin, coordinatore dello studio.

Sopravvivenza migliorata a cinque anni

Infine, i risultati dello studio di fase III STELLAR, condotto su 591 pazienti, mostrano che la radioterapia breve, seguita da chemioterapia, migliora la sopravvivenza dell’8,4% rispetto al trattamento standard. «È una terapia più veloce, sicura e potenzialmente più efficace», ha ribadito il dott. Jin.

Il futuro della radioterapia: più efficace, meno invasiva

Questi studi suggeriscono un cambiamento di paradigma: la radioterapia non è più solo un supporto alla chirurgia, ma può diventare il trattamento principale, capace di curare senza distruggere. «Non stiamo solo salvando vite -, ha fatto notare il Prof. Guckenberger, – ma anche migliorandole, offrendo ai pazienti una vita dopo il cancro con meno compromessi».

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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