domenica, Febbraio 9, 2025
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Psico-Oncologia, in Lombardia progetto bipartisan

In Lombardia la mozione dell’Intergruppo regionale su la Psico-Oncologia nel Sistema sanitario regionale, è stata votata a maggioranza. Importante prendere in carico il paziente e la sua famiglia, non solo la malattia.

Psico-Oncologia, in Lombardia progetto bipartisan. È stata approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale lombardo, una mozione che rappresenta un importante passo in avanti verso la cura dei pazienti oncologici.

Insieme contro il cancro

Il provvedimento presentato dall’intergruppo regionale “Insieme contro il cancro”, impegna la Giunta a prevedere dei percorsi di formazione specialistica in Psico-Oncologia clinica e a sviluppare un percorso di Psico-Oncologia all’interno dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) oncologici elaborati dalle aziende sanitarie.
Proposta di legge 481 a prima firma On.Cattoi

Introdurre la figura dello psico-oncologo nei reparti di oncologia ed oncoematologia nelle strutture italiane. E’ l’obiettivo della proposta di legge 481, a prima firma di Vanessa Cattoi, deputata del Gruppo Lega, presentata, lo scorso ottobre, alla Camera dei deputati su iniziativa dell’Onorevole Simona Loizzo (Lega) che ritiene la fruizione da parte dei pazienti dei servizi di psiconcologia un avanzamento: «verso una medicina più umana e attenta alle reali necessità dei malati».

Continuare a lavorare sulla cultura della prevenzione

Il Ministro Schillaci dichiara: «Il rapporto stima per il 2023 un aumento a 395.000 dei nuovi casi di tumore e indica per i prossimi due decenni un incremento del numero assoluto annuo di nuove diagnosi oncologiche. È dunque necessario continuare a lavorare per rafforzare la cultura della prevenzione primaria e secondaria, a partire dai più giovani: dall’adozione di stili di vita salutari per ridurre i fattori di rischio individuali alla promozione degli screening, aumentandone i livelli di copertura, riducendo la disomogeneità territoriale e aprendo alla prospettiva di estenderli a tumori attualmente non compresi nei programmi nazionali».

Risposte ai pazienti oncologici

Per la Società italiana di psico-oncologia (Sipo), rappresenta: «un passo fondamentale per garantire finalmente ai pazienti oncologici ed oncoematologici risposte di cura sistematiche al disagio psicologico sperimentato durante tutto il percorso delle cure». Numerosi studi mostrano, come sottolineato dagli esperti Psico-Oncologi, che gli interventi erogati, dagli psico-oncologi di tutto il mondo, sono in grado di curare i disturbi d’ansia, i disturbi depressivi e i disturbi dell’adattamento consentendo ai pazienti di sperimentare benessere psicologico ed una migliore qualità della vita.

Setting oncologici ed oncoematologici

Il Piano oncologico europeo e quello nazionale evidenziano l’importanza di realizzare nei setting oncologici ed oncoematologici un approccio integrato e multidisciplinare alla cura del cancro seguendo il modello biopsicosociale ma nella pratica poi in diversi centri italiani la figura professionale che deve curare tali aspetti non è presente.

Disciplina sistematizzata

«La Psico-Oncologia è una disciplina ormai diffusa in tutto il mondo ed è essenziale per garantire un approccio multidisciplinare alla cura del paziente oncologico. – ha affermato Angela Piattelli, presidente di Sipo – la nostra proposta non solo riconosce l’importanza dell’intervento psicologico, ma lo sistematizza come parte integrante del percorso di cura, rispettando l’autonomia culturale e professionale di tutte le discipline coinvolte»

Supporto per pazienti e famiglie

«Nello specifico – spiega il consigliere della Lega Gigliola Spelzini, coordinatrice dell’Intergruppo regionale in Lombardia- questo percorso all’interno dei PDTA, dovrà prevedere tutte quelle attività in grado di supportare i pazienti e le loro famiglie, al fine di poter affrontare nel miglior modo possibile la malattia, costruendo anche una rete di supporto che si prenda cura di ogni aspetto della vita dei pazienti oncologici. Si tratta di aspetti fondamentali come, ad esempio, la modalità più adatta in cui comunicare a paziente e familiari la malattia stessa, in modo particolare se sono coinvolti dei minori; l’attuazione di interventi di psicoterapia breve e interventi di psico-oncologia per i familiari; l’organizzazione di percorsi motivazionali per favorire l’aderenza terapeutica; l’insegnamento di tecniche per la gestione delle emozioni e di rilassamento; interventi finalizzati all’elaborazione del lutto; la formazione e supervisione dell’equipe oncologica ed onco-ematologica a sostegno degli operatori anche volontari».

Salute bene da difendere

«La presenza di psico-oncologi nel team di cura non solo allevia il carico emotivo della diagnosi e del trattamento, ma favorisce anche una comunicazione più efficace tra pazienti, familiari e medici. La salute è un bene da difendere, un diritto da promuovere. Insieme all’Intergruppo Parlamentare nazionale e all’Intergruppo consiliare della regione Lombardia, i cui 24 componenti trasversalmente rappresentativi di tutti gli schieramenti politici hanno firmato esprimendo così la loro volontà di affrontare un tema che sta molto a cuore alle Associazioni dei pazienti, ai malati e alle loro famiglie -ha detto Anna Maria Mancuso, presidente di Salute Donna onlus– Il supporto psico-oncologico è un bisogno clinico al momento ancora insoddisfatto ma assolutamente necessario e che vogliamo diventi parte integrante dei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali all’interno dei reparti oncologici e onco-ematologici. Infatti, il cancro non è solo una malattia fisica, ma impatta profondamente sulla sfera emotiva e sociale dei pazienti e delle loro famiglie. È arrivato il momento di considerare il benessere globale del paziente, non solo con l’utilizzo di innovative terapie farmacologiche, ma con programmi di supporto psico-sociale che aiutino il paziente ad affrontare e superare il trauma della malattia e a migliorare la sua qualità della vita».

Psico-oncologia nel percorso di cura

«Il tumore – sottolinea ancora Spelzini – non solo colpisce i pazienti fisicamente, ma intacca in profondità anche la loro sfera emotiva, psicologica e sociale coinvolgendo inevitabilmente anche gli affetti famigliari. La diagnosi di una malattia porta con sé una serie di emozioni difficili da gestire: paura, ansia, rabbia, depressione, senso di isolamento e, spesso, uno stigma che il paziente e i familiari faticano a superare. Ecco perché la psico – oncologia deve essere a tutti gli effetti parte integrante del percorso di cura del paziente da affiancare ai trattamenti farmacologici. Promuovere la psico-oncologia – conclude Spelzini – significa migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie e offrire loro anche la possibilità di affrontare la malattia con una forza e una serenità maggiori».
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2 Commenti

  1. Concordo completamente io paziente oncologica dal 2002 con due mastectomie ho affrontato tutto con serenità e forza d’animo, ma mi sono resa conto del problema di accettazione da parte di molti di ciò che il TUMORE PUÒ APPORTARE NELL’ANIMA DI CHI SUBISCE LA MASTECTOMIA AL SENO E NON SOLO. Per questo ho creato questi gruppo, sono d’accordo con questa iniziativa ma posso dire che.a Palermo alla fine dell’intervento venne a rrovarmi una Psicologa che faceva parte del gruppo sanitario post intervento. Ho apprezzato molto anche se come già detto ‘si rese conto che ero tosta nell’affrontare il mio STATUS. Ma ad altri spero sia servito. Spesso paziente e famiglia come da voi constatato crollano e non riescono a darsi pace.
    BUONA VITA ROSA GARRISI

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