venerdì, Aprile 18, 2025
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Pre abilitazione: perché migliora l’intervento al ginocchio e all’anca

Dal prossimo mese di marzo i pazienti che dovranno sottoporsi ad intervento di protesi all'anca o al ginocchio presso l'Istituto di Cura Città di Pavia potranno essere sottoposti a tele preabilitazione e tele riabilitazione post chirurgica. I vantaggi dimostrati in uno studio italiano guidato dal dottor Luca Marin

Restare in forma è importante non solo per lo stato di salute generale, ma lo è soprattutto nella prospettiva di sottoporsi a un intervento di protesi d’anca o di ginocchio. Lo sanno bene gli ortopedici bene all’Istituto di Cura Città di Pavia che dal prossimo mese di marzo hanno deciso di attivare i servizi di tele pre abilitazione e di tele riabilitazione post-chirurgica.

Dott. Luca Marin
Dott. Luca Marin coordinatore dell’Area Riabilitativa Istituto di Cura Città di Pavia- Gruppo San Donato

Lo studio

A rivelarlo è  uno studio condotto da un team di ricercatori guidato dal dottor Luca Marin, coordinatore dell’Area Riabilitativa presso l’Istituto di Cura Città di Pavia (Gruppo San Donato), membro del Laboratorio di Attività Motoria Adattata (Lama) dell’Università di Pavia e del Laboratory for Rehabilitation and Orthopedic Surgery (Laros).

Quando è necessaria la preabilitazione

Un buon livello di forza muscolare riveste un ruolo di primo piano nel percorso di recupero a seguito di intervento di artroplastica, totale o parziale, di anca o di ginocchio, tuttavia molti pazienti, specialmente i più fragili, presentano una mobilità ridotta e scarse capacità funzionali che rendono la ripresa post-operatoria più lunga e complessa.

30 pazienti per due gruppi di studio sulla pre abilitazione

Nello studio sono stati reclutati 30 pazienti di età compresa tra 55 e 80 anni, candidati per artroplastica di anca o di ginocchio. Sono stati esclusi coloro che presentavano patologie che alteravano l’equilibrio e/o la deambulazione. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a uno dei due gruppi in studio: Elettrostimolazione (ES), Esercizi Supervisionati (SV). Cinque settimane prima dell’intervento sono stati contattati per i test iniziali e l’addestramento al programma assegnato. Per tutti, il programma è durato quattro settimane e includeva tre sessioni settimanali di 30 minuti ciascuna. Il gruppo ES ha ricevuto a casa un elettrostimolatore con un programma preimpostato e lo ha utilizzato autonomamente. Il gruppo SV ha eseguito tutte le sessioni di esercizi online sotto la supervisione di un fisioterapista. Entrambi i gruppi sono migliorati e hanno ottenuto risultati sovrapponibili a quelli della preabilitazione svolta in presenza.

I vantaggi della pre abilitazione del paziente

La pre abilitazione può rappresentare un’efficace opportunità, una possibile soluzione che include una serie di interventi per migliorare le capacità psico-fisiche e il benessere dei pazienti prima dell’intervento chirurgico. Tra questi, sia l’esercizio fisico sia l’elettrostimolazione si sono rivelati efficaci nell’aumentare la forza muscolare e nel ridurre i giorni di ricovero. Tuttavia, la maggior parte dei pazienti non riesce ad accedere ai servizi in presenza per questo la tele-preabilitazione potrebbe risultare utile.

La tele riabilitazione personalizzabile

«La tele riabilitazione post-chirurgica ha visto una grande diffusione in epoca Covid e si è dimostrata una valida alternativa ai trattamenti in presenza – ha spiegato il dottor Luca Marin -. Occorre ora concentrare le energie e le risorse in percorsi preoperatori che permettano al paziente di approcciare l’intervento con una migliore condizione fisica. I vantaggi sono molteplici:

  • diminuzione dei tempi di degenza
  • rapida ripresa della vita attiva
  • riduzione del dolore.
  • Inoltre, la tele riabilitazione permette di raggiungere anche quei pazienti che vivono lontano dall’ospedale e che quindi possono avere le stesse possibilità di coloro che invece abitano nel nostro territorio.
  • La modalità da remoto, inoltre, è personalizzabile e modulabile in base alle esigenze del singolo» afferma il dottor Luca Marin.

 

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