Il tuo bambino presenta da qualche giorno delle vescicole di piccola e media dimensione con una punta bianca al centro? Potrebbe aver contratto un mollusco contagioso. Tra i virus che possono colpire i bambini nella prima infanzia e in età scolare, uno dei più frequenti, ma poco conosciuto, è il molluscum contagiosum virus (MCV), Pox Virus. Un virus a DNA della famiglia Poxviridae. Dà origine ad un’infezione benigna che colpisce la cute. Sono interessati in particolare i bambini nei primi quattro anni di età e nel 10% dei casi bambini e ragazzi fino a 16 anni.
Perché il Pox virus si chiama mollusco contagioso
Il nome mollusco deriva dalla sua forma simile ad una vescicola ombelicata, dal colore rosato con una depressione al centro, il cosiddetto corpo del mollusco. Le dimensioni vanno da 2 a 5 millimetri e in alcuni casi possono diventare pruriginose. Se si spreme la vescicola si verifica la fuoriuscita di una secrezione biancastra che ricorda il sebo, ma molto infettivo perché carico di virus.
Quali condizioni agevolano la presenza del Pox virus
L’infezione da mollusco contagioso può essere determinata da tre fattori:
- Presenza di dermatite atopica che provoca frequenti rotture della pelle. Questi soggetti sono dunque più esposti alla diffusione del Pox virus su altre aree del corpo
- Permanenza in luoghi caratterizzati da un clima caldo e umido, come piscine e palestre
- Il terzo fattore che amplifica la diffusione del Pox virus è l’indebolimento del sistema immunitario. In questo caso le vescicole tendono ad essere più grandi con il rischio di infezioni secondarie causate da batteri
Come si trasmette il Pox virus o mollusco contagioso
Si tratta di una patologia prevalentemente pediatrica causata da un virus dalle caratteristiche innocue verso il quale il bambino non riesce a difendersi. La trasmissione avviene per contatto diretto o attraverso oggetti contaminati. I vettori sono nella maggior parte dei casi asciugamani, vestiti, spugne da bagno, giocattoli e attrezzature da piscina. Si diffonde con maggiore facilità in ambienti caldi e umidi ed ha la caratteristica di essere auto-infettante. Cosa significa? Che il bambino colpito, se schiaccia il mollusco nella convinzione che si tratti di una pustola, favorisce la comparsa di altre lesioni nel corpo. Importante osservare che questo virus non si trasmette per via aerea, quindi il contagio non avverrà mai attraverso tosse e starnuti.
Quali sono le parti del corpo più esposte ad un contagio da parte del Pox Virus
Le vescicole del Pox virus possono trovare terreno fertile in diverse parti del corpo: principalmente sul viso, intorno alla bocca, sul petto e sulla schiena, sugli arti ma anche sui glutei e vicino ai genitali. Negli adulti la presenza del mollusco contagioso nella maggior parte dei casi è dovuta a rapporti sessuali. Una volta guarita la lesione, il Pox virus, a differenza dell’Herpes, non resta annidato nel corpo dormiente, ma viene espulso. Ciò non significa però che il soggetto risulta poi immunizzato, ma in futuro potrà contrarre ancora il mollusco contagioso.
Come trattare il mollusco contagioso
Alla presenza di un mollusco contagioso, è importante non rompere le vescicole. Quindi per evitare che il bambino possa schiacciarle è opportuno:
- Tenere le lesioni pulite e protette con un cerotto.
- Di notte, quando non c’è pericolo di contatto con altri soggetti, è meglio lasciare respirare la pelle.
- Lavare frequentemente le mani del bambino che presenta vescicole da Pox Virus con sapone liquido neutro
- Non fargli condividere asciugamani con fratelli e sorelle
- Tagliare le unghie del bambino per evitare che nel contatto apra la vescicola e favorisca la fuoriuscita del virus
- Dopo il bagno o la doccia asciugare la parte interessata dal mollusco per ultima
- Evitare il fai da te nel tentativo di esportare la vescicola
- Nel periodo di permanenza del mollusco contagioso evitare che il bambino frequenti piscine o faccia sport di squadra
Curare il Pox Virus
Le lesioni da Pox Virus in alcuni casi si risolvono spontaneamente, con tempi a volte anche lunghi (fino a due anni), per questo motivo si ricorre all’intervento del dermatologo. Le terapie possono essere:
- Topiche mediante l’applicazione di sostanze chimiche come il Permanganato, il Benzoile, il Perossido, l’Amuchina ad alta concentrazione, il Fenolo, l’Acido tricloroacetico o l’Idrossido di potassio, l’Acido Retinoico, l’Acido Salicilico e la Tintura di iodio. Queste sostanze applicate sulla lesione per qualche giorno la infiammano. Dopo qualche giorno di crea una reazione immunitaria di autodifesa che corregge lo stato infiammatorio e determina un’autoguarigione.
- Mediante asportazione. In questo caso le tecniche possono essere diverse:
- Curetage ossia un raschiamento con uno speciale cucchiaio dai bordi taglienti, previa applicazione di un anestetico locale
- Crioterapia con azoto liquido. In questo caso la parte sporgente della vescicola viene congelata in modo da farla seccare e poi staccare
- Laser terapia mediante l’alta temperatura prodotta dalla luce ad alta intensità del laser.