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Petto escavato: oggi si cura con una campana sottovuoto

Un ragazzo ogni 300 manifesta il petto escavato entro i 10 anni. Una tecnica innovativa chiamata campana sottovuoto all’ospedale Niguarda di Milano, riconosciuto tra l'altro miglior ospedale italiano e uno dei migliori al mondo secondo la classifica “World’s Best Hospitals”, stilata ogni anno dalla rivista americana Newsweek

Un ragazzo ogni 300 presenta nella fase evolutiva il petto escavato. Una anomalia che si manifesta intorno ai 10 anni e progredisce durante l’età dello sviluppo fino ai 18 anni di età. Marco è uno di loro. Oggi ha 20 anni e nuota a livello agonistico. Eppure, a 8 anni aveva abbandonato lo sport a causa del petto escavato, ovvero un’anomalia che porta lo sterno a ‘piegarsi’ verso l’interno in modo importante. Questo disturbo gli causava qualche difficoltà respiratoria durante gli allenamenti, ma soprattutto lo faceva sentire diverso dagli altri.

Una campana sottovuoto per riportare il petto escavato nella giusta posizione

Il petto escavato, a differenza di quanto si possa pensare, non è affatto raro: riguarda circa 1 ragazzo ogni 300 ogni anno, soprattutto maschi. Ma si può risolvere se ci si affida alle giuste competenze.  La Chirurgia Toracica dell’Ospedale Niguarda di Milano con gli specialisti guidati dal prof. Massimo Torre è un centro di eccellenza. Per il petto escavato, infatti, è stato messa a punto una speciale campana sottovuoto (vacuum bell) che applicata periodicamente allo sterno, è in grado di riportarlo alla giusta posizione. In questo modo è possibile risolvere sia il disagio fisico che psicologico, come è accaduto a Marco.

L’importanza della diagnosi precoce

Per ottenere i migliori risultati però è necessario agire prima possibile, pertanto, la diagnosi precoce è fondamentale. I primi sintomi di solito si manifestano entro i 10 anni, e progrediscono durante lo sviluppo.

I soggetti più a rischio

Come abbiamo detto si manifesta in prevalenza nei maschi  «in particolare molto alti e magri -spiega Massimo Torre, Direttore della Chirurgia Toracica dell’ospedale Niguarda di Milano -. Questo perché la crescita in altezza non è bilanciata da una crescita armonica in larghezza». Alcune volte il petto escavato può essere associato a problemi posturali come la scoliosi, mentre nei casi più gravi può arrivare a causare disfunzioni cardiache e respiratorie. « nella maggior parte dei ragazzi si limita ad essere un difetto estetico che non provoca disfunzioni a livello fisico», fa notare il direttore della chirurgia Toracica dell’Ospedale Niguarda.

I problemi psicologici che genera il petto escavato

Se da un punto di vista fisico il problema è risolvibile, questa malformazione comporta forti disagi psicologici. «I ragazzi vivono questa condizione come una malformazione congenita – racconta Torre -. Si sentono osservati come se fossero portatori di una deformità grave. Per questo non tolgono mai la maglietta, neppure quando vanno in spiaggia, oppure si auto-limitano preferendo andare in montagna, ed evitando tutte le situazioni che li esporrebbero agli sguardi degli altri».
Secondo Torre, i medici che non sono specializzati sulle malformazioni toraciche «tendono erroneamente a considerarlo un difetto che migliora con la crescita, e suggeriscono di fare palestra per renderlo meno visibile. In realtà più si aumenta la massa muscolare, più l’introflessione diventa profonda. Quello che serve veramente è la competenza di un chirurgo toracico o un chirurgo pediatra che valuti l’entità del problema, e di un Ospedale che abbia in atto i giusti percorsi per intervenire precocemente».

Come viene diagnosticato il petto escavato

«I primi ad accorgersi di questa introflessione nel petto sono generalmente i genitori, che osservano un peggioramento progressivo nel tempo. La valutazione da parte di un chirurgo toracico o pediatrico è il primo passo, seguito da esami specifici per valutare l’eventuale coinvolgimento delle funzioni cardiache e respiratorie», sottolinea Torre. È poi fondamentale monitorare lo sviluppo del petto escavato nel tempo per intervenire nel momento giusto. «L’anomalia si può anche stabilizzare, ma rimane importante effettuare un ecocardiogramma, una spirometria e una risonanza magnetica per avere un quadro oggettivo della situazione».

Ospedale Niguarda: un percorso dedicato per i pazienti con petto escavato

Grazie alla collaborazione tra la Chirurgia Toracica, Chirurgia Pediatrica e a un team di psicologi, l’Ospedale Niguarda ha messo a punto un percorso dedicato che segue i pazienti con petto escavato attraverso un ambulatorio specializzato in malformazioni toraciche. Oggi è uno dei più importanti centri in Italia per il trattamento del petto escavato. Qui viene offerto un vero e proprio percorso dedicato che comprende visite, esami di controllo e supporto psicologico, oltre all’adozione di metodi non invasivi.
Marco ha iniziato la sua terapia al Niguarda con la vacuum bell a 9 anni. La terapia è durata per due anni e il suo problema è andato affievolendosi nel tempo, fino a ridursi quasi completamente; ha superato i problemi fisici ma anche il disagio psicologico. Ed è tornato a nuotare, realizzando uno dei suoi più grandi sogni: diventare un nuotatore agonista

Come si può correggere questa introflessione

Grazie alla diagnosi precoce è possibile intervenire con una ‘campana sottovuoto‘ chiamata vacuum bell, che il ragazzo deve posizionare per alcune ore sul petto, durante la giornata. Questo strumento non è invasivo e si è rivelato molto efficace nei bambini tra i 6 e i 12 anni, poiché sfrutta l’elasticità delle cartilagini del torace che non si sono ancora consolidate completamente.
«Purtroppo ancora oggi molti casi arrivano alla nostra attenzione dopo i 12-13 anni – prosegueTorre – proprio quando il ragazzo comincia a vivere con imbarazzo l’ingresso nel mondo sociale. A quella età è già tardi per la vacuum bell perché i risultati sono meno efficaci, ma il petto escavato si può ancora correggere con un intervento chirurgico risolutivo».

Quando è necessario l’intervento chirurgico

L’intervento chirurgico può essere fatto in diversi modi. Quello più consolidato nei ragazzi tra i 12 e i 22 anni è l’intervento di Nuss: prevede l’inserimento sotto lo sterno di un archetto metallico che, nell’arco di 3 anni, riporta il torace alla sua posizione ideale. Al termine l’archetto viene rimosso, lasciando dietro di sé solo due piccole cicatrici. In età adulta, invece, si esegue l’intervento di Ravitch che consiste nell’asportazione delle cartilagini costali e nel sollevamento del petto mediante una barra metallica, da rimuovere dopo un anno. «Ogni anno si rivolgono al percorso di Niguarda circa 60 ragazzi, e la maggior parte ottiene i risultati ideali con la vacuum bell. Solo il 30% ha bisogno dell’intervento chirurgico. La nostra è una casistica tra le migliori d’Italia: negli ultimi 10 anni abbiamo effettuato circa 160 trattamenti, con una media di 15-16 l’anno», racconta Torre.

Rischi e benefici dell’intervento per correggere il petto escavato

Come tutte le operazioni chirurgiche, prima di intervenire bisogna valutare attentamente i rischi e i benefici: «L’indicazione chirurgica deve essere fortemente motivata, e non ci si può basare solo sull’aspetto estetico. Noi interveniamo laddove c’è un disagio importante o un disturbo funzionale». Per lo stesso motivo, questi interventi «devono essere eseguiti in strutture dotate di tutte le attenzioni e le cautele necessarie per trattare le patologie del torace. All’Ospedale Niguarda abbiamo uno staff altamente preparato e siamo in grado di prevenire eventuali complicanze, che in chirurgia vanno sempre e comunque tenute in considerazione».

L’Ospedale Niguarda primo ospedale italiano e tra i migliori al mondo

L’Ospedale Niguarda di Milano è il miglior ospedale italiano e uno dei migliori al mondo secondo la classifica “World’s Best Hospitals”, stilata ogni anno dalla rivista americana Newsweek prendendo in esame più di 2.400 ospedali di 30 Paesi. Un riconoscimento di grande valore per un ospedale pubblico come Niguarda, che sale al primo posto in assoluto nella classifica italiana superando anche le realtà private. In totale solo 13 ospedali italiani figurano nella top 250 della classifica mondiale, e l’Ospedale Niguarda si colloca al 37esimo posto (guadagnando 15 posizioni), nonché al primo a livello nazionale. Nella valutazione sono stati considerati diversi fattori, tra cui i livelli di cura, la qualità della ricerca e la capacità di attrarre professionisti sanitari. Il punteggio di ogni ospedale si basa su un sondaggio online a cui hanno partecipato esperti medici, e su dati pubblici provenienti da sondaggi post-ricovero dei pazienti riguardo alla loro soddisfazione generale.

 

 

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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