Il 68,4% delle aziende operanti in Italia nel settore dei Dispositivi Medici
ritiene che l’applicazione del payback potrebbe avere un forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti. Con due sentenze (n. 139 e n. 140) pubblicate il 22 luglio 2024, la
Corte Costituzionale è intervenuta sul meccanismo del payback sui
dispositivi medici, dichiarando la legittimità costituzionale.
La questione di legittimità costituzionale era stata sollevata, sotto vari profili, dal TAR Lazio
dopo che erano pervenuti circa 2.000 ricorsi promossi dalle aziende del settore. Contributo di solidarietà, secondo la Corte Costituzionale
Con tali pronunce la
Corte Costituzionale ha sancito, in sintesi, che il payback debba essere considerato come un “contributo di solidarietà”, necessario a sostenere il
SSN in una “generale situazione economico-finanziaria altamente critica che non consente ai bilanci dello Stato e delle Regioni di finanziare, con risorse della collettività, di far fronte in modo esaustivo alle spese richieste” e da considerarsi “proporzionato”.
Non compatibile, non sostenibile
Tuttavia, da più parti arriva l’allarme in quanto ilpayback sui dispositivi medici non sia compatibile con la sostenibilità economica delle imprese e qualora non fosse immediatamente bloccato gli effetti sarebbero davvero disastrosi e ciò determinerebbe una minore disponibilità di dispositivi negli ospedali.
Rischio fallimento di numerose Pmi
Le ricadute negative sono chiare:
per le imprese medio piccole è impossibile reperire le risorse da restituire alla Regione, quelle grandi che operano a livello globale cominciano a considerare l’Italia un Paese poco interessante per le forniture, programmando una veloce uscita dal mercato.
Le ripercussioni sul Servizio sanitario nazionale, con il fallimento di molte Pmi e l’uscita dall’Italia dei grandi gruppi globali, peserebbero sulla qualità e la disponibilità di dispositivi medici anche innovativi con evidenti riflessi negativi sulla possibilità di curare
pazienti e cittadini.
Il payback iniziative dal basso
Alcuni mesi fa a Roma la FAIS (Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati), promosse un’iniziativa che per la prima volta partiva dal basso, dai cittadini, già pazienti, che in Italia utilizzano un presidio medico e che rischiano di subire un peggioramento delle loro condizioni di salute se non verranno garantiti loro prodotti e servizi fondamentali per condurre una vita dignitosa.
Impatto negativo sulla vita dei pazienti
In un’indagine condotta lo scorso anno da FAIS e FAIP (Federazione Associazioni Italiane Paraplegici), su 38 aziende operanti nel settore dei Dispositivi Medici in Italia, per valutare l’impatto del payback qualora fosse applicato secondo le disposizioni di legge vigenti, emerge che il 68,4% di esse ritiene che l’applicazione del payback potrebbe avere un forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti; il 65,8% che potrebbe avere ricadute sugli investimenti in innovazione e R&D nel settore dei Dispositivi Medici in Italia e il 71% che potrebbe condizionare le scelte delle aziende sulla riduzione delle forniture di DM al Sistema Sanitario Nazionale e per il 52,6% ai pazienti.
I cittadini non rimaranno inermi
Numeri allarmanti, come ha dichiarato Pier Raffaele Spena, Presidente FAIS: «Siamo molto preoccupati sugli effetti che il payback potrà avere sulla vita delle persone che in Italia utilizzano un presidio medico. Lo dico come rappresentante di un’associazione di pazienti, ma al tempo stesso come paziente. È necessario che le associazioni di pazienti e i movimenti civici siano coinvolti nei processi propositivi e decisionali, e non rimangano semplici spettatori inermi. Per questo la FAIS si è sempre resa disponibile. La nostra principale preoccupazione è che, nella disputa tra le istituzioni, i cittadini più vulnerabili siano coloro che subiranno le conseguenze più gravi».
Le imprese non potranno garantire le forniture
A denunciare la serie di ricadute che questa sentenza porterà all’interno delle aziende che operano in questo campo è stato il mondo imprenditoriale, come ha spiegato durante l’evento Nicola Barni, Presidente Confindustria Dispositivi Medici: «Il payback pone tutta la filiera della salute davanti a una crisi irreversibile: le imprese non saranno in grado di garantire le forniture con un’inevitabile ripercussione sulla capacità del SSN di assicurare la tutela della salute dei pazienti. È importante che associazioni di pazienti come FAIS abbiano compreso e condiviso questo grave vulnus».
Una lettera alla Presidente Meloni
Un tema sentito e al centro del dibattito politico, vista anche la recente lettera indirizzata alla Presidente del Consiglio a firma delle imprese di dispositivi medici, delle associazioni di pazienti e della comunità medico-scientifica dove si chiede di bloccare il meccanismo del payback, poiché gli effetti sulla filiera della salute, all’interno degli ospedali e sull’intero servizio sanitario pubblico sarebbero disastrosi.
Anche in Regione Lombardia le opposizioni sollecitano il Governo
Più di un anno fa, grazie all’intervento dei rappresentanti delle imprese nell’ambito dei lavori della Commissione Welfare, i
l Movimento 5 Stelle della Lombardia, mise in guardia Regione sui rischi che avrebbe comportato per le stesse imprese il meccanismo relativo al payback sanitario. «Durante la sessione di assestamento di bilancio, avvenuta nel luglio 2024, fu approvato l’ordine del giorno, da me presentato “Azioni a supporto delle PMI lombarde a seguito del c.d. “payback sanitario” -dichiara
Nicola Di Marco, capogruppo M5S Lombardia e componente della III Commisione Sanità in Regione – con il quale si invitava il Presidente e la Giunta regionale a valutare, attraverso la realizzazione di uno studio, le
possibili soluzioni tecniche per superare le criticità riscontrate nell’applicazione del payback, soprattutto con riferimento alle micro, piccole e medie imprese ».
Evitare il fallimento delle Pmi
«Al secondo punto dell’ordine giorno -continua Di Marco- si chiedeva, anche, di valutare l’adozione di eventuali provvedimenti necessari per evitare il fallimento delle micro, piccole e medie imprese colpite dal payback a cominciare dalla sospensione dell’efficacia esecutiva delle richieste di pagamento, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza regionale e nel rispetto delle previsioni statali in materia di coordinamento della finanza pubblica».
Necessario superare il Payback
«Nella stessa occasione -rincara Di Marco- abbiamo chiesto alla Giunta di impegnare il Governo a valutare strumenti alternativi per il contenimento della spesa sanitaria al fine di superare definitivamente il payback, rivelatosi strumento inadeguato e probabilmente incostituzionale e quindi ad avviare un’interlocuzione con il Governo per individuare soluzioni condivise volte a superare il payback o, in alternativa, individuare quantomeno una soglia di esenzione dal pagamento del payback non inferiore a euro 50.000.000, che consenta la sopravvivenza delle micro, piccole e medie imprese».
Cosa fanno Regione e Governo centrale?
«Ad oggi,
Regione Lombardia non ha ancora dato seguito agli impegni presi. Motivo per cui ho voluto presentare una nuova interrogazione al Consiglio regionale per sapere cosa stiano facendo Governo e
Regione Lombardia per superare le criticità causate alle imprese dal payback sanitario e quante di quelle stesse aziende abbiano, ad oggi, ottemperato al pagamento e infine quali siano, al contrario, gli importi ancora dovuti», conclude il capogruppo 5 Stelle, Di Marco.