In un’epoca dominata da smartphone, social network e intelligenza artificiale, la scuola italiana risponde con un’azione concreta: educare al digitale per formare cittadini consapevoli, responsabili e preparati. Due eventi recenti, a Milano e a Catania, dimostrano come la prevenzione digitale, intesa come formazione critica e consapevole all’uso della tecnologia, stia diventando una priorità a livello nazionale.
Il “Patentino Digitale”: educare alla rete, non demonizzarla
A Palazzo Lombardia, si è celebrato oggi il primo “Patentino Day”, promosso dal Corecom Lombardia per premiare oltre 2.500 studenti che hanno concluso il percorso “Online Onlife – Guida all’uso consapevole del digitale”. Si tratta di un progetto educativo articolato in dieci lezioni, pensato per aiutare gli adolescenti a muoversi nel web con spirito critico e responsabilità. Come ha sottolineato il presidente della Regione Attilio Fontana, «viviamo in un’epoca in cui i social sono strumenti straordinari ma anche pericolosi se mal utilizzati. Il patentino è un segno concreto di impegno per diventare cittadini digitali consapevoli».
Conoscere la tecnologia per imparare a governarla
Un concetto ribadito dall’assessore alla famiglia Elena Lucchini, che ha sottolineato l’importanza di «riconoscere le insidie della rete e intervenire per prevenire il disagio, promuovendo autonomia e inclusione sociale». Il presidente del Corecom, Cesare Gariboldi, ha evidenziato come il successo del progetto rispecchi la forte domanda, da parte di famiglie e istituzioni, di strumenti concreti per garantire sicurezza online ai più giovani. Il risultato? Una generazione che, invece di subire la tecnologia, impara a governarla.
A Catania l’IA entra in classe: tra etica e conoscenza
Nel Sud Italia, intanto, si guarda ancora più avanti. A Catania, durante la Settimana delle Culture Digitali, un incontro molto partecipato all’Università ha acceso i riflettori sull’uso dell’intelligenza artificiale nella scuola. Non come gadget tecnologico, ma come opportunità per riscoprire il valore della conoscenza e della responsabilità. Il cuore dell’evento è stato proprio questo: come integrare l’IA nei percorsi scolastici senza perdere di vista l’etica e l’umanità. I ragazzi hanno presentato progetti concreti su ambiente, inclusione e solidarietà, dimostrando che la tecnologia può davvero essere al servizio della collettività, se usata con coscienza.
Il messaggio di IRSSAT «Intelligenza artificiale sì, ma guidata dall’intelligenza umana»
«L’incontro di Catania – ha dichiarato Giuseppe Lo Bianco, presidente del Polo DiCultHer Sicilia e di IRSSAT (Istituto di Ricerca, Sviluppo, Sperimentazione e Ricerca sul territorio) – ha mostrato che è possibile parlare di tecnologia e futuro senza dimenticare il senso della scuola. L’intelligenza artificiale, se guidata con intelligenza umana, può diventare un alleato della democrazia, dell’uguaglianza e della dignità. I ragazzi ci hanno insegnato che etica e innovazione non sono opposti, ma camminano insieme». Il Polo DiCultHer Sicilia, promotore dell’iniziativa, ha sottolineato il proprio impegno nel costruire ponti tra scuole, famiglie e istituzioni per un’educazione digitale che metta al centro le persone. «L’IA può diventare un alleato dell’umanità – è stato il messaggio finale – se la progettiamo con questo scopo».
La vera sfida: una cultura digitale preventiva
Queste due esperienze, geograficamente lontane ma unite negli intenti, raccontano un’Italia scolastica che sta cambiando. Il digitale non è più visto solo come un rischio da contenere, ma come una realtà da comprendere, gestire e valorizzare. In un mondo in cui modelli tossici, disinformazione e cyberbullismo si propagano velocemente, la prevenzione digitale diventa un pilastro educativo. Lo è per chi insegna, lo è per chi amministra, ma soprattutto lo è per chi studia. Perché oggi più che mai, educare al digitale significa educare alla cittadinanza, alla libertà e alla vita.