venerdì, Giugno 20, 2025
HomePrimo pianoPatentino digitale e intelligenza artificiale, la scuola guarda al futuro

Patentino digitale e intelligenza artificiale, la scuola guarda al futuro

Dalla Lombardia alla Sicilia, cresce l’impegno delle istituzioni per un uso consapevole del digitale e dell’intelligenza artificiale tra i giovani. A Milano presentato il Patentino Digitale, a Catania gli studenti progettano con intelligenza, non solo artificiale

In un’epoca dominata da smartphone, social network e intelligenza artificiale, la scuola italiana risponde con un’azione concreta: educare al digitale per formare cittadini consapevoli, responsabili e preparati. Due eventi recenti, a Milano e a Catania, dimostrano come la prevenzione digitale, intesa come formazione critica e consapevole all’uso della tecnologia, stia diventando una priorità a livello nazionale.

Il “Patentino Digitale”: educare alla rete, non demonizzarla

A Palazzo Lombardia, si è celebrato oggi il primo “Patentino Day”, promosso dal Corecom Lombardia per premiare oltre 2.500 studenti che hanno concluso il percorso “Online Onlife – Guida all’uso consapevole del digitale”. Si tratta di un progetto educativo articolato in dieci lezioni, pensato per aiutare gli adolescenti a muoversi nel web con spirito critico e responsabilità. Come ha sottolineato il presidente della Regione Attilio Fontana, «viviamo in un’epoca in cui i social sono strumenti straordinari ma anche pericolosi se mal utilizzati. Il patentino è un segno concreto di impegno per diventare cittadini digitali consapevoli».

Conoscere la tecnologia per imparare a governarla

Un concetto ribadito dall’assessore  alla famiglia Elena Lucchini, che ha sottolineato l’importanza di «riconoscere le insidie della rete e intervenire per prevenire il disagio, promuovendo autonomia e inclusione sociale». Il presidente del Corecom, Cesare Gariboldi, ha evidenziato come il successo del progetto rispecchi la forte domanda, da parte di famiglie e istituzioni, di strumenti concreti per garantire sicurezza online ai più giovani. Il risultato? Una generazione che, invece di subire la tecnologia, impara a governarla.

Evento IRSSAT Catania su Intelligenza Artificiale

A Catania l’IA entra in classe: tra etica e conoscenza

Nel Sud Italia, intanto, si guarda ancora più avanti. A Catania, durante la Settimana delle Culture Digitali, un incontro molto partecipato all’Università ha acceso i riflettori sull’uso dell’intelligenza artificiale nella scuola. Non come gadget tecnologico, ma come opportunità per riscoprire il valore della conoscenza e della responsabilità. Il cuore dell’evento è stato proprio questo: come integrare l’IA nei percorsi scolastici senza perdere di vista l’etica e l’umanità. I ragazzi hanno presentato progetti concreti su ambiente, inclusione e solidarietà, dimostrando che la tecnologia può davvero essere al servizio della collettività, se usata con coscienza.

Il messaggio di IRSSAT «Intelligenza artificiale sì, ma guidata dall’intelligenza umana»

«L’incontro di Catania – ha dichiarato Giuseppe Lo Bianco, presidente del Polo DiCultHer Sicilia  e di IRSSAT (Istituto di Ricerca, Sviluppo, Sperimentazione e Ricerca sul territorio) – ha mostrato che è possibile parlare di tecnologia e futuro senza dimenticare il senso della scuola. L’intelligenza artificiale, se guidata con intelligenza umana, può diventare un alleato della democrazia, dell’uguaglianza e della dignità. I ragazzi ci hanno insegnato che etica e innovazione non sono opposti, ma camminano insieme». Il Polo DiCultHer Sicilia, promotore dell’iniziativa, ha sottolineato il proprio impegno nel costruire ponti tra scuole, famiglie e istituzioni per un’educazione digitale che metta al centro le persone. «L’IA può diventare un alleato dell’umanità – è stato il messaggio finale – se la progettiamo con questo scopo».

La vera sfida: una cultura digitale preventiva

Queste due esperienze, geograficamente lontane ma unite negli intenti, raccontano un’Italia scolastica che sta cambiando. Il digitale non è più visto solo come un rischio da contenere, ma come una realtà da comprendere, gestire e valorizzare. In un mondo in cui modelli tossici, disinformazione e cyberbullismo si propagano velocemente, la prevenzione digitale diventa un pilastro educativo. Lo è per chi insegna, lo è per chi amministra, ma soprattutto lo è per chi studia. Perché oggi più che mai, educare al digitale significa educare alla cittadinanza, alla libertà e alla vita.

 

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Advertisment -

Più popolare

Commenti recenti