martedì, Maggio 13, 2025
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Pasqua e disturbi alimentari: il detto (e non detto) che fa male

Per chi soffre di disturbi alimentari Pasqua può essere un incubo. Lilac-Centro DCA ha fatto un vademecum per rendere più serena la festa e psicologicamente sostenibile

La Pasqua è sinonimo di convivialità, spensieratezza e delle immancabili “abbuffate”. Tuttavia, per gli oltre 3,5 milioni di italiani che soffrono di disturbi alimentari (DCA), questa giornata di festa può trasformarsi in un vero incubo.

Il vademecum di Lilac per chi soffre di disturbi alimentari

Lilac-Centro DCA, una digital health tech startup, ha redatto un “Vademecum pasquale” per aiutare genitori, parenti e amici a rendere le festività più serene e psicologicamente sostenibili. Secondo un’indagine condotta da Lilac-Centro DCA, il 63% delle persone della loro community che soffre di DCA ha risposto negativamente alla domanda se le persone a loro vicine comprendono il disturbo alimentare che li affligge.

I dati dei disturbi alimentari

A livello globale, la prevalenza dei disturbi alimentari è aumentata dal 3,5% al 7,8% tra il 2000 e il 2020. Inoltre, il 22% dei bambini e degli adolescenti in tutto il mondo mostra segni di disturbi alimentari. Negli Stati Uniti, il 9% della popolazione, ovvero 30 milioni di americani, soffrirà di un disturbo alimentare nel corso della loro vita. Ogni 52 minuti, una persona muore a causa di un disturbo alimentare. Numeri che evidenziano un incremento della popolazione che soffre di disturbi alimentari e soprattutto una comparsa dei sintomi in età sempre più precoce. Per questo motivo in occasione di festività o eventi in cui la convivialità si coniuga con le abbuffate è opportuno prestare molta attenzione a chi soffre di DCA.

Il fardello delle frasi sul cibo

Durante il pranzo pasquale, il cibo è centrale e può generare un senso di pressione o far emergere emozioni complesse. Giuseppe Magistrale, co-founder e CEO di Lilac-Centro DCA, commenta :«Le feste sono una maratona nascosta. Sorridi, rispondi e calcoli. Ogni piatto che arriva è vissuto come un ostacolo. Ogni occhiata pesa. E mentre tutti sembrano rilassati, chi soffre di DCA fa conti: quanto ho mangiato? Quanto fingo?».

Cosa non dire

La guida di Lilac-Centro DCA ha messo in evidenza sei frasi problematiche che spesso vengono rivolte a chi soffre di DCA, con il solo risultato di metterle ancora più in difficoltà:

Un disturbo alimentare non si vede sulla bilancia. Chi ne soffre può essere di qualsiasi peso: normopeso, sottopeso o sovrappeso. Ridurre la complessità del problema a un numero significa negare la sofferenza di chi lo vive.

“Non sembra che tu abbia un disturbo alimentare”

I DCA non hanno un volto specifico, né un modo “giusto” di apparire. Questa frase rafforza l’idea che si debba dimostrare di stare male per essere creduti, aumentando vergogna e senso di invisibilità.

“È solo una fase passeggera”

Minimizzare il problema lo rende ancora più difficile da affrontare. I disturbi alimentari non sono un capriccio o una moda adolescenziale, ma richiedono attenzione, cura e, spesso, un lungo percorso di guarigione.

“Mangia di più e vedrai che passa”

Il cibo non è né il problema né la soluzione. Frasi come questa ignorano come alla base di un DCA ci siano dolore emotivo, rigidità, paure e meccanismi di controllo profondi che non si risolvono forzandosi a mangiare.

“Non pensi di aver mangiato abbastanza?”

Questa domanda fa sentire giudicati, controllati e può aumentare la tensione. Anche quando fatta “in buona fede”, mette l’accento su qualcosa di molto delicato e intimo, rischiando di innescare vergogna o reazioni difensive.

“Ma dai, oggi non si contano le calorie!”

Una frase che può sembrare leggera o liberatoria, ma per chi ha un DCA può risultare invalidante o colpevolizzante. Non si tratta di “non volersi godere la festa”, ma di un malessere reale che richiede rispetto e delicatezza.

Comprendere e Rispettare

Filippo Perotto, co-founder di Lilac-Centro DCA, aggiunge :«Ci sono ancora troppi pregiudizi e davvero poca cultura sui problemi del comportamento alimentare. Avere una risposta pronta da dare può essere una soluzione per proteggere il proprio spazio senza dover entrare in discussioni sfiancanti». La Pasqua può essere un momento difficile per chi soffre di DCA, ma con il giusto supporto e comprensione, è possibile rendere le festività più serene e sostenibili.

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