venerdì, Giugno 20, 2025
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Osteoporosi: come fare prevenzione?

In Italia l'osteoporosi colpisce 5 milioni di persone, l'80% sono donne in post-menopausa. Fondamentale ridurre i rischi sin da piccoli. Il Prof. Domenico Rendina (Università Federico II di Napoli) spiega perché l' apporto di calcio, fosforo (in rapporto molare 1.4:1 con il calcio), magnesio, proteine (preferibilmente derivanti dal latte), rame, zinco e ferro appaiono fondamentali per garantire il giusto processo di biosintesi del collagene e mineralizzazione dell’osteoide

L’osteoporosi è una patologia sistemica dello scheletro caratterizzata da una riduzione della massa ossea, che aumenta significativamente il rischio di fratture. Considerando l’elevato impatto clinico, sociale ed economico dell’osteoporosi e delle sue complicanze, le principali organizzazioni sanitarie internazionali e nazionali, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno definito strategie di intervento per la sua prevenzione primaria, gestione clinica e prevenzione secondaria.

Statistiche sull’osteoporosi in Italia

Secondo i dati ISTAT relativi all’anno 2023, il 7,7% della popolazione italiana (il 12,9% delle femmine e il 2,2% dei maschi) ha dichiarato di essere affetto da osteoporosi. La prevalenza aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età, in particolare nelle donne dopo i 55 anni, fino a raggiungere il 30,7% oltre i 74 anni (il 45,4% delle femmine e il 9% dei maschi). Si stima che in Italia l’osteoporosi colpisca circa 5.000.000 di persone, di cui l’80% sono donne in post-menopausa. Le fratture da fragilità per osteoporosi hanno rilevanti conseguenze, sia in termini di mortalità che di disabilità motoria, con elevati costi sia sanitari sia sociali.

L’importanza della prevenzione fin da piccoli

Anche se la prevalenza dell’osteoporosi aumenta con l’età, è ampiamente accettato che la prevenzione primaria inizi in età pediatrica e puberale. Garantire l’acquisizione di un adeguato picco di massa ossea è fondamentale. Il picco di massa ossea rappresenta la massima quantità di tessuto osseo mineralizzato presente nell’organismo umano e si raggiunge intorno ai 30 anni. L’acquisizione del picco di massa ossea è un processo dinamico che non evolve in maniera lineare e progressiva nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza, ma subisce un’accelerazione nei 4-5 anni precedenti il suo raggiungimento, quando aumenta ad una velocità di circa 400 g al giorno. Un aumento del 10% del picco di massa ossea acquisito alla fine del processo di accrescimento può ritardare l’insorgenza clinica dell’osteoporosi di circa 15 anni.

 Il calo alla menopausa

Dopo aver raggiunto il suo picco, la massa ossea rimane stabile intorno ai suoi valori massimi per circa 15 anni, durante i quali la formazione ossea è all’incirca quantitativamente pari al riassorbimento. Con l’inizio della menopausa, ed in minor misura dell’andropausa, la perdita di massa ossea accelera: essa si riduce ad una velocità del – 2% annuo circa per circa 10 anni.

Alimentazione e nutrizione

Una corretta alimentazione è essenziale per acquisire e preservare la massa ossea. La dieta mediterranea, con un ridotto consumo di sale e un maggiore consumo di calcio, frutta e verdura, è particolarmente indicata. Secondo il Prof. Domenico Rendina del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, «Alle diverse fasi attraverso le quali, nel corso della vita di un individuo, si manifesta l’equilibrio funzionale tra processi di neo-apposizione e riassorbimento osseo corrispondono diverse esigenze nutrizionali – spiega il Prof. Domenico Rendina del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e Consigliere della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) -. Riassumendo in maniera integrata i dati sperimentali disponibili in età neonatale, infantile, pediatrica ed adolescenziale, un corretto apporto di calcio, fosforo (in rapporto molare 1.4:1 con il calcio), magnesio, proteine (preferibilmente derivanti dal latte), rame, zinco e ferro appaiono fondamentali per garantire il giusto processo di biosintesi del collagene e mineralizzazione dell’osteoide».

Densità ossea: perché  sale e zucchero fanno male

In età prepubere, la densità minerale ossea è direttamente proporzionale al consumo di potassio e inversamente proporzionale a quello di sale. In epoca puberale, la densità minerale ossea è correlata al consumo di frutta e verdura fresche e inversamente correlata al consumo di bevande zuccherate. Il consumo di latte in epoca pre- e post-puberale aumenta  invece significativamente la densità minerale ossea, riducendo il rischio di frattura .«Una volta acquisita, la massa ossea va preservata – riprende  il Prof. Rendina -. Una corretta prevenzione primaria dell’osteoporosi e delle sue complicanze da un punto di vista nutrizionale in età adulta non può prescindere dal perseguire una dieta equilibrata che includa proteine (0,9 g/kg di peso corporeo al giorno, fino a 1,3 g/kg di peso corporeo al giorno negli anziani ≥75 anni), calcio (950-1100 mg al giorno) e frutta e verdura fresche (cinque porzioni al giorno). Una parte importante del fabbisogno di proteine e calcio deve essere soddisfatta con l’assunzione 2-3 porzioni al giorno di latticini. È fondamentale, infine, anche ai fini della prevenzione delle fratture, che l’apporto giornaliero di sale sia quello stabilito dall’OMS (< 5 g di sale al giorno)».

L’importanza dell’attività fisica

Oltre a una corretta alimentazione, è fondamentale associare un’adeguata attività fisica per un fisiologico processo di acquisizione del picco di massa ossea. Un approccio olistico alla salute dei bambini e degli adolescenti deve includere sia una dieta equilibrata che l’esercizio fisico.

Vitamina D quando occorre prendere gli integratori?

La vitamina D regola l’intero processo di mineralizzazione del tessuto osseo. È necessario garantire livelli sufficienti di vitamina D per tutta la vita. In assenza di elementi clinici di fragilità scheletrica, sono considerate sufficienti concentrazioni di 25OH vitamina D ≥ 20 ng/ml. Per i pazienti con fragilità scheletrica, è necessario garantire concentrazioni di 25OH vitamina D ≥ 30 ng/ml. Se l’apporto nutrizionale e l’esposizione alla luce solare non sono sufficienti, è necessario ricorrere alla terapia farmacologica con colecalciferolo, ergocalciferolo o calcifediolo. La prevenzione dell’osteoporosi richiede un approccio integrato che includa una corretta alimentazione, attività fisica e un adeguato apporto di vitamina D. La dieta mediterranea, con il suo equilibrio di nutrienti, rappresenta un modello alimentare ideale per ridurre il rischio di osteoporosi e fratture. La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) continua a promuovere la ricerca scientifica e l’educazione alimentare per migliorare la salute ossea della popolazione.

 

 

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