sabato, Gennaio 18, 2025
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Ossigeno-ozonoterapia per vincere il Long Covid

A cura del Professor Dario Apuzzo, specialista in medicina fisica e riabilitazione. Presidente Accademia Internazionale di Ricerca in Ossigeno Ozonoterapia. Una persona su quattro che ha avuto il Covid soffre di Long Covid. L’ozonoterapia ha un grande potere antinfiammatorio e disintossica l’organismo, contrasta la formazione di trombi e migliora la perfusione di organi filtro come reni, fegato e polmoni

Prof. Dario Apuzzo, medico chirurgo, specialista in medicina fisica e riabilitazione. Presidente dell’Accademia di Ricerca Internazionale in Ossigeno Ozono Terapia

Secondo recenti studi internazionali pubblicati su Pub Med, una persona su quattro che ha contratto il Covid potrebbe essere affetta da Long Covid in forma più o meno grave.

La sindrome PASC (Post Acute Sequele of Sars-CoV-2 infection) meglio nota come Long Covid (ovvero Covid a lungo termine) è caratterizzata da una serie di disturbi e sintomi che riguardano diversi apparati dell’organismo inoltre si presenta in molteplici forme, differenti da persona a persona e per questo non esiste, ad oggi, una cura specifica per il Long Covid.

Tutte le forme del Long Covid che lo rendono sfuggente

Cuore, reni, fegato, intestino, cervello, apparato muscolo scheletrico e polmoni sono gli organi più colpiti. I disturbi e i sintomi possono essere molto differenti da paziente a paziente e spesso sottovalutati perché  aspecifici o simili a uno stato influenzale con respiro difficoltoso o a disturbi gastrointestinali. Uno dei sintomi che accomuna tutti i pazienti Long Covid è l’astenia. Stanchezza cronica e spossatezza, infatti, rappresentano una costante, anche se a destare più preoccupazione sono i disturbi di tipo neurologico e cardiaco.

I segnali da non sottovalutare del neuro Long Covid

Una sorta di nebbia nel cervello è il primo campanello di allarme da non sottovalutare. Possono anche svilupparsi disturbi di tipo psichico come ansia, depressione e in casi più gravi addirittura fobie e forme di aggressività. Altre volte si verificano poliradicolopatie con alterazioni delle terminazioni nervose che possono provocare perdita dell’olfatto, dell’udito, del gusto  o addirittura sensazioni spiacevoli di formicolii, punture di spillo a dita o lingua, acufeni fino alla paralisi di Bell che interessa il nervo facciale. Alterazioni a nervi e articolazioni nervose possono sfociare in patologie importanti come la sindrome di Lambert-Eaton, una malattia neuromuscolare autoimmune che compromette la comunicazione fra i nervi e i muscoli, causando debolezza. Un Long Covid non curato può essere anche l’anticamera di patologie degenerative come sclerosi multipla. Sappiamo che il virus della Sars-Covi2 non si conosce fino in fondo e dunque tutti questi effetti possono manifestarsi anche a distanza di mesi dalla guarigione dal Covid.

I danni del Long Covid sul cuore

Anche il cuore può essere “vittima” del Long Covid. Tra i sintomi cardiaci abbiamo le palpitazioni, la tachicardia, una sensazione di costrizione allo sterno con dolore che può mimare un infarto. I danni causati dalle spike del virus sono a livello endoteliale. La superficie del capillare non si presenta più liscia e pulita, ma alterata in modo da provocare un rallentamento della circolazione del sangue. Questo crea una sovrapposizione di piastrine, globuli rossi e cellule del sangue che rallentano il flusso ematico con la riduzione dell’ossigenazione del corpo e possono provocare piccoli trombi che, anche a distanza di mesi, sono in grado di generare effetti collaterali importanti.  La sovrapposizione di nuove cellule, globuli rossi e fibrina genera quindi un ingrossamento progressivo fino a causare vere e proprie trombosi o ictus. La formazione di trombi nei vasi sanguigni può causare arresti cardiaci, infarti, ictus, emorragie, aneurismi e alterazioni  delle pareti dei vasi stessi. In alcuni casi si genera una coagulazione intravascolare disseminata che può provocare la formazione contemporanea di piccoli coaguli  in tutto il corpo causando alterazioni della funzionalità.

Perché l’ossigeno-ozono terapia ci fa stare meglio

Attualmente non esiste una terapia specifica per il Long Covid a causa della sua variabilità.  L’Accademia Internazionale di Ossigeno Ozonoterapia A.I.R.O. che presiedo ha messo a punto dei protocolli per il trattamento del Long Covid con l’ossigeno ozono. L’ossigeno e l’ozono hanno un’azione disintossicante e se abbinati ad una attività fisica controllata, esami del sangue una volta al mese per monitorare il d-dimero, un’alimentazione sana, povera di grassi, di alcol e di zuccheri, sono in grado con l’autoemoterapia di riequilibrare il microbiota fortemente provato dall’azione infiammatoria del virus. Quindi proponiamo a tutti i nostri associati la grande auto emo infusione contemporaneamente all’insufflazione rettale di ossigeno ozono con applicazioni settimanali e bisettimanali. Attraverso queste due tecniche si regola il sistema immunitario con l’intento di ripulire il sangue dalle tossine che si sono sviluppate a seguito dell’infezione e che riteniamo siano alla base dello sviluppo di  tutti questi sintomi.

I vantaggi dell’ossigeno-ozono terapia

I vantaggi dell’ossigeno ozono terapia sono molteplici:

  • Ha una grandissima azione antivirale
  • Migliora la circolazione e facilita la pulizia del sangue attraverso gli organi filtro: reni e polmoni
  • Esercita un’azione antinfiammatoria sul corpo
  • Stimola il metabolismo corporeo aumentando la produzione di ATP (energia)

Le due metodiche grande auto emo infusione e insufflazione rettale di ossigeno ozono agiscono insieme in modo sistemico. Le insufflazioni rettali lavorano sull’intestino, abbinate all’assunzione di due bicchieri di acqua iperozonizzata che agiscono sullo stomaco. A questo va aggiunta l’auto emo infusione che agisce sul sistema immunitario dell’organismo. Entrambi regolano il microbiota e dunque il sistema immunitario e consentono l’ossigenazione di tutto l’organismo compresi i tessuti vascolari danneggiati. Il consiglio è di fare almeno 12 o 15 sedute settimanali e poi a distanza di tempo alcune sedute di richiamo.

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