Operatori socio sanitari (OSS) costretti a turni massacranti e retribuzioni inferiori rispetto al settore pubblico, questi i nodi da sciogliere per i lavoratori del settore privato delle RSA. A sostenere la loro battaglia il sindacato Snalv Confsal che ha incontrato la scorsa settimana il viceministro del lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci (nella foto) .
OSS: Snalv chiede condizioni omogenee sul territorio nazionale
Il segretario Generale Snalv Confsal Maria Mamone ha posto all’attenzione del Viceministro Bellucci le profonde criticità del sistema di accreditamento delle RSA per anziani e sollecitato una Governance nazionale che possa definire condizioni omogenee in tutto il territorio nazionale.
Disponibilità del Governo
Il viceministro ha assicurato la massima disponibilità del Governo a recepire le proposte del sindacato. La riforma dell’assistenza agli anziani mira proprio a creare una regia nazionale che possa farsi carico delle criticità strutturali del comparto. Soddisfatti i sindacati che auspicano un cambiamento in tempi ragionevoli. «Apprezziamo l’attenzione che il Viceministro sta ponendo sul settore, dopo anni di lassismo istituzionale» – dichiara, a margine, il Segretario Mamone – «ma i lavoratori non possono attendere tempi biblici: continueremo a pressare le Istituzioni coinvolte e le Associazioni datoriali affinché tutti si assumano le proprie responsabilità».
Quanto guadagna un OSS in Italia
Lo stipendio medio di un OSS in Italia è di 1237 euro al mese. Questa cifra varia però molto dal livello di esperienza, dall’anzianità e dalla struttura. Lo stipendio minimo è di 700 euro mensili. I contratti variano tra settore pubblico e privato dove esiste una ulteriore differenza tra associazioni e cooperative in cui l’operatore sociosanitario viene assunto. Una variabile sullo stipendio finale può essere rappresentata dalla turnazione. Chi lavora in orario notturno o nei giorni festivi dovrebbe avere delle maggiorazioni.