domenica, Dicembre 8, 2024
HomeMedicinaCureMedici italiani all'estero: in Sudan arriva l'oculista pediatrico

Medici italiani all’estero: in Sudan arriva l’oculista pediatrico

Oculista, in Sudan arriva quello pediatrico. Esattamente a Juba, grazie all’iniziativa dell’Organizzazione internazionale CBM Italia

Oculista, in Sudan arriva quello pediatrico. Esattamente a Juba, grazie all’iniziativa dell’Organizzazione internazionale CBM Italia e con il sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Ogni anno saranno raggiunti e curati 1.500 bambini e bambine.

Primo reparto oculistico pediatrico del Sud Sudan

Con grande emozione, lo scorso 11 settembre, il nastro del nuovo reparto pediatrico è stato tagliato. Il primo centro oculistico del paese si trova all’interno del Buluk Eye Centre. L’obiettivo è quello di raggiungere e curare i bambini del Paese, con attenzione particolare alle famiglie più vulnerabili e con disabilità.

CBM Italia porta l’oculista in Sudan con The Bright Sight

La costruzione e l’avvio del reparto si inseriscono in un più ampio progetto di cooperazione denominato:  “The Bright Sight”, che significa vista luminosa,  che ha come capofila CBM Italia, organizzazione internazionale impegnata nella salute, l’educazione, il lavoro e i diritti delle persone con disabilità nel mondo e in Italia. L’obiettivo di “The Bright Sight” è migliorare l’accesso ai servizi di prevenzione e quelli specialistici di salute visiva, pediatria oculistica e riabilitazione per le persone con disabilità in Sud Sudan, nei tre Stati di Equatoria Centrale, Orientale e Lakes.

Cose prevede il progetto

In particolare, il progetto, prevede anche di rafforzare le pratiche di prevenzione delle malattie tropicali neglette, ovvero, malattie infettive che colpiscono chi vive in condizioni di povertà, come il tracoma e l’oncocercosi, molto diffuse nel Paese. Nei 3 anni di progetto, che terminerà nel 2025, l’obiettivo è raggiungere e curare oltre 90mila persone e formare oltre 300 professionisti dello staff medico, sanitario e scolastico. Il progetto è realizzato con il sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, in collaborazione con le organizzazioni Medici con l’Africa CUAMM e CORDAID e beneficia della partecipazione del Ministero della Salute sud sudanese.

Contesto e dati

Il Sud Sudan è uno Stato nel centro-est dell’Africa tra i più poveri al mondo, stremato da anni di guerra civile, in cui 4 persone su 5 vivono sotto la soglia della povertà; solo il 35% della popolazione ha accesso all’acqua potabile; 2,4 milioni di bambini sono esclusi dall’educazione di base (fonte: Humanitarian Needs Overview 2021; UNOCHA and Humanitarian Country Team; January 2021). Secondo le stime delle Nazioni Unite inoltre ogni giorno arrivano in Sud Sudan circa 1.500 persone sfollate dal vicino Sudan a causa del conflitto in corso, rendendo critica la convivenza tra sfollati e comunità ospitanti.

Le malattie visive in Sudan

La prevalenza delle malattie visive in Sud Sudan è alta, eppure l’80% dei casi di disabilità visiva è prevenibile. Se non diagnosticate e trattate, le patologie più gravi possono portare alla cecità, alimentando quel circolo vizioso che lega povertà e disabilità. Le principali cause di cecità sono dovute a malattie non diagnosticate e non trattate come  cataratta e malattie tropicali neglette tra cui il tracoma e l’oncocercosi. In riferimento alla copertura dei servizi sanitari di contrasto a queste malattie tropicali, l’OMS classifica il Sud Sudan al 41° posto, su 49 Paesi africani.

Principale causa di disabilità

Altre malattie visive, come cataratta e glaucoma, sono le principali cause di disabilità tra la popolazione (23,5%). L’80% dei casi è prevenibile, ma se non curate le patologie più gravi portano a cecità e disabilità. Si stima che le famiglie di persone con disabilità siano il 15% delle famiglie sud sudanesi (1.2 milioni tra quelle bisognose di supporto).

CMB Italia

«Nel 2015 abbiamo avviato la sala operatoria e la clinica oculistica, fondamentali ma non sufficienti per le patologie pediatriche – commenta Massimo Maggio, direttore di CBM Italia Il Buluk Eye Centre deve diventare anche il primo centro oculistico pediatrico presente nel Paese, capace di offrire cure specialistiche pediatriche per la cataratta, il glaucoma e operazioni specialistiche su bambini che necessitano di anestesia. La salute della vista è un diritto di tutti, e in particolare dei bambini, che sono il futuro: a loro è dedicato questo nuovo centro».

La formazione dell’oculista

La formazione del personale medico-sanitario è un altro pilastro importante del progetto “The Bright Sight”. «Prima la borsa di studio di CBM per la specializzazione in Oftalmologia e poi questa formazione specialistica in Oftalmologia pediatrica: la professione medica qui in Sud Sudan è una vera missione, la vista è un dono speciale e noi oftalmologi abbiamo un compito unico e grande, e finalmente ora vedo che il nostro Paese sta andando verso un futuro migliore per quanto riguarda la cura della vista – commenta Emmanuel Agwella, il primo oculista pediatrico formato in Sud Sudan con il sostegno di CBM Italia – Salvare la vista dei bambini significa restituire loro il futuro. Significa, cioè, garantire loro l’indipendenza, sollevando le famiglie da problemi economici, sociali e psicologici. Le cause della cecità che colpiscono la popolazione sudanese sono prevenibili».

L’anestesista pediatrica

Oltre all’oculista pediatrico, è stata avviata la formazione per un’anestesista pediatrica e per sette persone dello staff tecnico del BEC presso altri ospedali partner di CBM (come il Mengo Eye Hospital in Uganda), in particolare su patologie complesse come la retinopatia diabetica, il glaucoma, il retinoblastoma (tumore della retina) con sessione teoriche e pratiche all’interno delle sale operatorie.

Decentramento dei servizi oculistici

In parallelo, un altro pilastro importante del progetto è il decentramento dei servizi oculistici, che verranno integrati negli ospedali di Rumbek (Stato di Lakes) e Torit (Stato di Equatoria Orientale). Fondamentale è anche l’attività delle cliniche mobili  chirurgiche, e non nelle aree remote del Paese, per portare servizi oculistici e sensibilizzare le comunità, per arrivare a quella parte di popolazione che non è in grado di raggiungere il BEC. Nei 3 anni di progetto attraverso le cliniche mobili vengono raggiunte oltre 20.000 persone nei tre Stati di Equatoria Centrale, Orientale e Lakes.

 

 

ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Advertisment -

Più popolare

Commenti recenti