Settanta centri di ricerca su tutto il territorio e i dati di oltre 8mila pazienti italiani con tumore al polmone raccolti in una piattaforma altamente tecnologica in grado di identificare il miglior percorso di cura per ogni paziente, in un’ottica di medicina di precisione. È questo che ha permesso al progetto ATLAS di mettere a sistema le informazioni relative ai pazienti affetti da tumore al polmone e di diventare lo strumento di riferimento per i professionisti sanitari che operano in questo settore. A realizzarla è stata Fondazione ATLAS ente del Terzo Settore che promuove la collaborazione tra la patologia molecolare e l’oncologia di precisione in Italia.
Dai sintomi del tumore al polmone alla terapia
Questo progetto, nato nel 2020, ha portato allo sviluppo della piattaforma che raccoglie informazioni sulle alterazioni molecolari bersaglio di farmaci specifici, facilitando così l’identificazione del miglior percorso di cura per ogni paziente. La Fondazione ATLAS, ente del Terzo Settore, ha poi come obiettivo la promozione della cultura nell’ambito della patologia molecolare e della medicina di precisione. «La nascita della Fondazione è un’opportunità importante per rafforzare il nostro impegno nei confronti della ricerca e dei pazienti,- afferma il Presidente di Fondazione Atlas, Domenico Galetta, -. Si tratta di un network democratico. Ogni centro che partecipa può promuovere un’idea di ricerca che viene poi tradotta nella fotografia di un sottogruppo di pazienti con tumore polmonare».
Con ATLAS possibile associare i dati molecolari ai dati clinici
I benefici di questa grande sinergia vanno a vantaggio dei pazienti, poiché maggiori sono le conoscenze accumulate su target molecolari e attività dei farmaci, migliori sono le possibilità di essere curati in maniera efficace. ATLAS è infatti l’unica piattaforma italiana dove i dati molecolari vengono associati a quelli clinici. «In questi anni, la collaborazione tra i gruppi di ricerca che aderiscono ad ATLAS ha portato alla realizzazione di 20 presentazioni nazionali e internazionali e 10 pubblicazioni su riviste con un impact factor rilevante», sottolinea Silvia Novello, Vicepresidente della Fondazione.
Oltre 44mila nuove diagnosi di tumore al polmone
Nell’ultimo anno sono state fatte oltre 44 mila nuove diagnosi di tumore al polmone. Troppo spesso il tumore è asintomatico e dunque è più difficile diagnosticarlo in una fase iniziale. Esistono comunque dei campanelli di allarme che devono mettere in allerta. Tra questi ci sono:
- la tosse continua che non passa o addirittura peggiora nel tempo,
- la raucedine,
- la presenza di sangue nel catarro,
- un respiro corto,
- un dolore al petto che tende ad aumentare con un respiro profondo o un colpo di tosse,
- una perdita di peso e di appetito importante,
- stanchezza cronica
- frequenti infezioni respiratorie come bronchiti o polmoniti.
Se il tumore ha già interessato invece gli organi vicini è possibile avere sintomi più specifici: dolori alle ossa, ittero, sintomi neurologici come mal di testa e vertigini e noduli linfatici ingrossati.
Come trattare il tumore al polmone
Sebbene i numeri di questa malattia oncologica siano grandi, molte delle mutazioni individuate interessano pochi pazienti. Per questo una piattaforma come ATLAS diventa fondamentale. Al suo interno si trovano informazioni su come è stato trattato un tumore con una specifica mutazione o per sapere in quale centro sono attive sperimentazioni adatte a quel tipo di tumore. «ATLAS può essere messo a confronto anche con altre piattaforme internazionali, ampliando così l’impatto scientifico e clinico delle nostre ricerche,» fa notare Umberto Malapelle, Vicepresidente della fondazione.