Con la settima edizione del motoraduno, il Dosso Verde di Pavia, istituto di riabilitazione per bambini e ragazzi con disturbi del neurosviluppo, dello spettro autistico e con disabilità intellettive, ha voluto “fare rumore” per sensibilizzare la cittadinanza e superare tanti pregiudizi. «L’obiettivo è stimolare il territorio, creare un legame con la città e la provincia – spiega Silvia Spairani, direttrice sanitaria dell’Istituto -. Questo è un punto di partenza per crescere, perché la richiesta è tanta e spesso arriva da persone che hanno problemi economici».
Appello alla Regione: servono più fondi per la disabilità
Detto in cifre il motoraduno serve a raccogliere fondi per acquistare una automobile necessaria per il trasporto dei ragazzi residenziali. Ma in prospettiva vuole essere una cassa di risonanza per far arrivare alla Regione un appello forte e chiaro: «Servono maggiori risorse per ampliare l’ospitalità del Dosso Verde La domanda è tanta e le liste d’attesa sono lunghissime – lamenta la direttrice -. Qui i ragazzi usufruiscono dei servizi attraverso il sistema sanitario nazionale e per poter rispondere alla richiesta del territorio sarebbe necessario ampliare la struttura e implementare il numero di specialisti, educatori e volontari per permettere ai ragazzi, al termine del loro percorso al Dosso Verde di ottenere il massimo delle loro potenzialità e di compensare le fragilità».
Un percorso di riabilitazione personalizzato per compensare la disabilità
Per fare questo l’Istituto, nato nel 1962 offre ai 35 ospiti programmi di riabilitazione personalizzati: «Lavoriamo in forma ambulatoriale, ovvero con terapie riabilitative in stanza, individuali, sia in forma residenziale e semiresidenziale. Alcuni dei ragazzi vivono con noi dalla domenica sera al sabato mattina, oppure frequentano giornalmente l’istituto dal mattino a metà pomeriggio per fare riabilitazione intensiva per le loro fragilità».
Gettare le basi per un ruolo in società
Per ogni ragazzo del Dosso Verde educatori, specialisti e volontari studiano un programma di riabilitazione personalizzato con l’obiettivo di potenziarne le risorse e compensare le fragilità. «Per questo l’approccio da parte del personale è finalizzato alla relazione e alla riabilitazione – fa notare Spairani -, al fine di acquisire nuove abilità e sfruttare al massimo le potenzialità».
Perché il motoraduno serve per parlare di disabilità
Il connubio tra mondo dei motori e sociale nasce nel 2012 quando l’associazione Genitori Dosso Verde pensa che anche i papà debbano avere un ruolo attivo nella gestione del bambino disabile. «Troppe volte il caregiver è la mamma, mentre i papà vivono la disabilità del figlio come qualcosa di lontano.– racconta Katia Verzica, Presidente dell’Associazione Genitori Dosso Verde-. Con il motoraduno abbiamo voluto accorciare questa distanza. E devo dire che ha funzionato perché, anche quest’anno, lo stimolo per dare vita al motoraduno è arrivato proprio da un papà».
Un motoraduno in tempo record
Due mesi sono stati sufficienti per questo gruppo di volenterosi genitori per portare sabato 14 settembre nel parco dell’Istituto Dosso Verde di Pavia un centinaio di motociclisti provenienti da ogni parte della provincia per visitare l’istituto e “fare rumore”. Un rombo di motori che è arrivato al cuore dei cittadini, degli assessori e dei consiglieri di opposizione. Per una volta il terzo settore e tutta la politica hanno vinto, facendo squadra, insieme.