Sono oltre 200.000 le persone che in Italia convivono ogni giorno con il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa, patologie infiammatorie croniche dell’intestino che possono compromettere seriamente la qualità della vita. Ciò che spesso resta nell’ombra però sono i vissuti, le difficoltà quotidiane, le emozioni e le sfide di chi ne soffre. Per portare alla luce questa realtà, AbbVie, in collaborazione con AMICI Italia ETS e IG-IBD, ha lanciato “Crohnostorie. Storie di chi affronta la Malattia di Crohn ogni giorno”, una campagna di sensibilizzazione che coniuga informazione, arte e testimonianze autentiche.
Una campagna d’effetto per rompere il silenzio
La campagna si è aperta con un’installazione scenografica e provocatoria in piazza del Cannone a Milano: due wc sospesi, simbolo immediato dell’urgenza intestinale che rappresenta uno dei sintomi più riconoscibili e invalidanti del morbo di Crohn. Sono stati esposti sotto i riflettori in maniera provocatoria, per mostrare al pubblico la parte più intima ma anche più difficile della gestione della malattia. Accanto, un totem informativo e un artista calligrafo che ha realizzato dal vivo storie ispirate ai pazienti: un modo diretto e visivo per abbattere lo stigma e favorire empatia e comprensione.
Storie di vita in una serie TV
La campagna di sensibilizzazione però non si ferma qui. Nei prossimi mesi, prenderà vita una serie tv web in sette episodi, diffusa sui canali social di AbbVie, con protagonisti pazienti e medici che raccontano le proprie esperienze. L’obiettivo è chiaro: migliorare la conoscenza dei sintomi, spesso sottovalutati o confusi con quelli di altre patologie, e promuovere una diagnosi più tempestiva.
I dati delle malattie croniche intestinali
Secondo i dati, il Morbo di Crohn, così come la rettocolite ulcerosa, viene spesso diagnosticata tra i 20 e i 30 anni, ma può colpire a qualsiasi età. I sintomi più comuni includono diarrea persistente, dolore addominale, perdita di peso e affaticamento. Tuttavia, il vero impatto si estende ben oltre l’aspetto fisico, ma riguarda la sfera emotiva. Oltre il 70% dei pazienti teme una nuova riacutizzazione, e quasi un quarto lamenta una riduzione della produttività lavorativa. La malattia colpisce le relazioni, la salute mentale e la possibilità di progettare serenamente il futuro.
Sintomi debilitanti e impatto emozionale
«Molti pazienti si rassegnano a una vita ridotta, compromessa da sintomi debilitanti che influiscono sulla socialità, il lavoro, e il benessere psicologico – spiega il Prof. Alessandro Armuzzi, presidente eletto dell’ECCO – Oggi però, grazie ai progressi scientifici, possiamo puntare alla remissione clinica e alla guarigione mucosale, evitando spesso l’intervento chirurgico». Tuttavia, il progetto promosso da AbbVie evidenzia che oltre la metà dei pazienti italiani ha un rapporto difficile con la malattia. Le cause sono molteplici: dalla diagnosi tardiva alla difficoltà nel comunicare efficacemente con lo specialista, fino alla sottovalutazione dell’impatto emotivo e relazionale.
Il ruolo delle associazioni di pazienti
Ecco perché il coinvolgimento attivo dei pazienti è cruciale. «Significa aiutarli a conoscere la propria malattia, partecipare alle scelte terapeutiche, sentirsi parte di una comunità che li sostiene – sottolinea Salvo Leone, Direttore Generale di AMICI Italia -. Solo così possiamo migliorare davvero la qualità della vita di chi convive con queste malattie invisibili».
Crohnostorie è, in fondo, molto più di una campagna di sensibilizzazione: è un invito collettivo a guardare in faccia una realtà troppo spesso taciuta, a raccontarla, e a cambiare prospettiva. Perché, come dimostrano le storie dei pazienti, quando ci si racconta, non si è mai soli.