giovedì, Dicembre 5, 2024
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Metodo MAC: quando mente, anima e corpo sono connessi

Il professor Dario Apuzzo, medico chirurgo, specialista in medicina fisica e riabilitazione. Presidente dell'Accademia di Ricerca Internazionale in Ossigeno Ozono Terapia A.I.R.O. spiega cos’è il metodo MAC e quali connessioni sono necessarie per raggiungere la forma perfetta

Una forma fisica perfetta non sempre è sinonimo di benessere. Infatti, perdere i chili in eccesso e recuperare la tonicità muscolare può migliorare la condizione del nostro organismo, ma se al corpo non si connette l’anima, tutto il lavoro fatto sull’alimentazione e sui muscoli non migliora davvero la qualità della nostra vita. Ce lo insegna il professor Dario Apuzzo, medico chirurgo, specialista in Ossigeno Ozono Terapia nel suo libro “la forma perfetta, il metodo Mac Mente – anima – corpo” edito da Rizzoli.  

Prof. Dario Apuzzo, medico chirurgo, specialista in medicina fisica e riabilitazione. Presidente dell’Accademia di Ricerca Internazionale in Ossigeno Ozono Terapia A.I.R.O.

Professore cos’è il metodo MAC?

«Quando non parlo di medicina, i miei sono quasi sempre interventi motivazionali ed emozionali, mirati a generare entusiasmo, fiducia, ottimismo e gioia di vivere. Ho iniziato per caso sui social a parlare di questa connessione tra mente, anima e corpo ed ho inventato un saluto che è diventato un cult “buon MAC”.  Quando poi tra i miei pazienti e amici molti hanno cominciato a ringraziarmi e ad aspettare i miei post motivazionali, allora ho capito che valeva la pena proseguire su questo filone ed ho scritto un libro per spiegare il metodo MAC».

Quindi per stare bene dobbiamo tutti imparare a vivere secondo il metodo MAC…

«MAC è un acronimo e sta per Mente, Anima e Corpo. Il mio concetto è che per raggiungere una perfetta armonia con sé stessi, che potrebbe avvicinarsi alla “forma perfetta”, occorrano tutte e tre le componenti. Una persona che curi molto il suo corpo e la sua anima, non potrebbe mai raggiungere la forma ottimale o l’equilibrio perfetto con sé stesso, perché mancherebbe una componente fondamentale, che è la mente, il vero motore del nostro organismo. Allo stesso tempo allenare la propria mente ed il proprio corpo non sarebbe sufficiente, perché la componente anima sarebbe esclusa e si rischierebbe di essere anaffettivi, ipo-emozionali e poco empatici. Ugualmente volgere la propria massima attenzione alla mente e all’anima, non curandosi del proprio corpo, renderebbe la persona trasandata, trascurata e non in armonia con il mondo che la ospita».

A chi è rivolto il metodo MAC

«È un approccio alla vita che tutti possono mettere in pratica: i giovani, concentrati su loro stessi e sulla costruzione del loro futuro; gli adulti, che dopo aver raggiunto una buona stabilità riescono finalmente a godersi il presente; e anche chi comincia ad avere un po’ di anni sulle spalle e si scopre a guardare al passato con una certa nostalgia e magari qualche rimpianto».

Come funziona il metodo MAC?

«La mente è il motore di tutto, e dobbiamo utilizzarla al massimo delle sue possibilità, senza farci mai guidare passivamente dalle abitudini, dalla pigrizia o dal conformismo. L’anima, al di là del credo religioso, è quel qualcosa in più che ci permette di vivere la vita nel migliore dei modi, di essere pienamente consapevoli di noi stessi. E poi c’è il corpo, che molti mettono al centro di tutto, ma se una struttura si regge su tre pilastri, e due vengono a mancare, che cosa succede? Il corpo va certamente curato e valorizzato, è la parte visibile di noi, ma deve rispecchiare un benessere più completo».

Definiti gli ingredienti, cosa serve per trovare la “forma perfetta”?

« Ciò di cui abbiamo bisogno è la consapevolezza. La consapevolezza di essere persone uniche e irripetibili, vere e proprie opere d’arte. Esserne consci significa essere grati a questo mondo ed impegnarsi per onorarne la nostra presenza».

Qualche suggerimento?

«Dobbiamo mantenere attiva la Mente, leggendo, pensando, progettando, analizzando studiando, acculturandosi, ponendosi sempre nuovi obiettivi, elaborando strategie e risolvendo problemi. È nutrire la nostra Anima, conoscerla sino in fondo, spesso smascherandola, aiutandola ad elaborare emozioni, sentimenti e pensieri profondi; imparare a star bene con gli altri, per imparare a star bene con sé stessi; essere in armonia con la natura e con il mondo che ci circonda, scoprendo ogni giorno qualcosa di nuovo.  Ma anche prendersi cura del proprio Corpo, come fosse ciò che di più prezioso noi abbiamo, portargli rispetto, come alla natura e a tutto il mondo che ci circonda e che ci ospiterà per un brevissimo periodo di tempo: la nostra meravigliosa vita. Buon MAC a tutti!».

 

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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