venerdì, Giugno 20, 2025
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Metastasi cerebrali: grazie all’intelligenza artificiale diagnosi più precise

Uno studio condotto da Humanitas dimostra che l’AI può distinguere con precisione tra progressione tumorale e alterazioni da radioterapia, rivoluzionando l’approccio diagnostico

Capire se una lesione cerebrale è il segno di un tumore che avanza o il risultato della radioterapia: è questo il dilemma clinico che l’intelligenza artificiale sta contribuendo a risolvere. Un recente studio dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas apre nuove prospettive per una diagnosi più accurata di metastasi cerebrali e trattamenti meno invasivi.

Un problema diagnostico cruciale

Dopo la radiochirurgia stereotassica, una tecnica ad alta precisione per il trattamento delle metastasi cerebrali, distinguere tra radionecrosi (danni ai tessuti causati dalla radioterapia) e progressione tumorale è fondamentale, ma complesso. Le tecniche convenzionali come la risonanza magnetica non sono sempre dirimenti, perché le immagini possono apparire simili in entrambi i casi.

L’AI come alleato dei clinici

La ricerca, pubblicata su Neuro Oncology, ha coinvolto un team multidisciplinare di Humanitas e dell’University Hospital di Tubinga, in Germania, coordinato dal prof. Letterio Politi e dalla prof.ssa Marta Scorsetti. Lo studio ha utilizzato algoritmi di deep learning, capaci di apprendere dai dati, e tecniche di radiomica per analizzare 124 lesioni cerebrali con conferma istologica.

Cosa permette di vedere l’Intelligenza artificiale

I risultati parlano chiaro: l’AI è riuscita a distinguere con alta accuratezza le lesioni causate dalla radioterapia da quelle dovute alla progressione del tumore, anche su pazienti esterni rispetto al gruppo di addestramento dell’algoritmo. Ciò dimostra la capacità di generalizzazione del modello.

Verso una diagnosi più precisa e meno invasiva

«La nostra ricerca dimostra che l’AI può diventare uno strumento diagnostico prezioso, potenzialmente capace di ridurre il ricorso a biopsie o interventi chirurgici esplorativi», afferma Marta Scorsetti. Una prospettiva che potrebbe alleggerire il percorso dei pazienti e velocizzare le decisioni terapeutiche. Secondo Letterio Politi, anche direttore del corso di laurea DAIHS in collaborazione con Bocconi, è solo l’inizio: «L’AI può trasformare il lavoro dei neuroradiologi, migliorando l’accuratezza diagnostica e avvicinandoci a una medicina di precisione».

Tecnologia e multidisciplinarietà per il futuro della neuro-oncologia

Lo studio conferma quanto sia strategico integrare tecnologie avanzate con competenze cliniche e analitiche. Il lavoro di squadra tra neuroradiologi, oncologi, radioterapisti e data scientist apre la strada a una nuova era nella gestione delle metastasi cerebrali, dove l’intelligenza artificiale non sostituisce il medico, ma ne potenzia le capacità decisionali.

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