Ogni anno i numeri crescono. Nel 2020 erano 14.900 i nuovi casi di melanoma in Italia. Entro la fine del 2025, secondo le stime, supereranno quota 17.000. Un aumento del 5% annuo che mette in allarme medici e istituzioni. Il melanoma è uno dei tumori della pelle più aggressivi e può colpire a qualsiasi età. Ma c’è una buona notizia: se diagnosticato precocemente, nell’80% dei casi può essere trattato con successo attraverso un semplice intervento chirurgico.
La prevenzione è la prima arma contro il melanoma
L’estate, con la sua seduzione solare, è il momento più rischioso. L’esposizione prolungata ai raggi UV, soprattutto senza protezione adeguata, aumenta sensibilmente il rischio di sviluppare tumori cutanei. «La prevenzione primaria deve iniziare già dall’infanzia», ricorda il professor Giovanni Pellacani, presidente della SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia), «perché due scottature in età adolescenziale possono raddoppiare il rischio di melanoma da adulti».
Ma prevenzione significa anche formazione, sensibilizzazione e comportamenti corretti: evitare lampade abbronzanti, usare creme solari di qualità, coprirsi con indumenti adeguati e imparare a riconoscere eventuali lesioni sospette.
Il ruolo chiave della diagnosi precoce
Il tempo è un fattore determinante. Più il melanoma viene scoperto tardi, più diventa aggressivo e difficile da trattare. Tuttavia, le liste d’attesa per le visite dermatologiche sono spesso troppo lunghe. Come ha denunciato il professor Marco Ardigò dell’Humanitas University, «molte richieste di visita sono immotivate, frutto di allarmismi o autodiagnosi errate, che bloccano il sistema e ritardano le cure per chi ne ha realmente bisogno».
Per questo è fondamentale il ruolo del medico di medicina generale, come primo filtro, e il potenziamento della sua formazione, anche tramite strumenti come il dermatoscopio, che permette una prima valutazione rapida e affidabile.
Tecnologia e innovazione: strumenti che possono fare la differenza
La medicina ha già oggi a disposizione tecnologie salvavita in grado di migliorare drasticamente la diagnosi precoce. Alcune di queste, come la Video dermatoscopia digitale, la Total Body Photography digitalizzata e la Microscopia Confocale in vivo, permettono di mappare e monitorare i nei con precisione millimetrica, confrontando i dati nel tempo e individuando rapidamente eventuali trasformazioni sospette.
Nuove tecnologie per diagnosi del melanoma da riconoscere nei LEA
Tuttavia, queste tecnologie non sono ancora accessibili a tutti. I relatori del recente convegno “Tumori della pelle, c’è neo e neo”, tenutosi a Roma, hanno avanzato una proposta concreta: riconoscere queste prestazioni diagnostiche tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), affinché siano garantite gratuitamente a chi ne ha bisogno.
Le campagne di sensibilizzazione: educare per proteggere
Progetti come “Save Your Skin”, promossi dalla SIDeMaST in collaborazione con La Roche-Posay, offrono screening gratuiti e informazione diffusa in tutta Italia. Ma secondo la dottoressa Monica Forchetta, presidente dell’Associazione Pazienti Italia Melanoma, «serve molto di più. Occorrono campagne come quelle per il tumore al seno: strutturate, continue, visibili. La scuola, suggerisce, potrebbe essere il primo luogo dove insegnare la cultura della prevenzione cutanea, proprio come si fa con l’educazione alimentare o la sicurezza stradale».