giovedì, Aprile 24, 2025
HomeMedicinaMedici di famiglia: con il progetto Radar migliora la cura degli anziani

Medici di famiglia: con il progetto Radar migliora la cura degli anziani

Al 10° Congresso Interregionale della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) a Colli di Tronto, i medici di famiglia di Abruzzo, Marche, Molise e Umbria hanno presentata la valutazione multidisciplinare e il progetto Radar per la cura degli anziani

In un’Italia che invecchia sempre di più  la sfida della sanità pubblica si fa sempre più urgente. Sono oltre 15 milioni di over 65, di cui la metà ha superato i 75 anni. Questo significa più cronicità e di conseguenza più costi alla Sanità. Ad essere in prima linea sono i Medici di famiglia (MMG), chiamati a gestire la complessità di un sistema che deve necessariamente cambiare pelle ed evolversi. Se ne è parlato nel corso del 10° Congresso Interregionale della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), che ha riunito i rappresentanti di Abruzzo, Marche, Molise e Umbria a Colli del Tronto. Regioni caratterizzate da piccoli comuni dell’entroterra e nelle comunità montane, spesso isolate e difficili da raggiungere. Il tema centrale? Come migliorare la presa in carico degli anziani fragili, attraverso strumenti innovativi come la Valutazione Multidimensionale (VMD) e il Progetto Radar.

La medicina della complessità per una presa in carico globale

L’approccio proposto si chiama “medicina della complessità” e non si limita al trattamento delle patologie, ma considera l’anziano nella sua totalità: stato clinico, benessere psicologico, supporto sociale e condizioni familiari. «Non è la comorbilità a determinare l’aspettativa di vita, ma lo stato di fragilità e disabilità ha spiegato Gabriella Pesolillo, Segretaria SIMG Abruzzo – Un’attenzione necessaria, specie in regioni come l’Abruzzo, che conta 595 ultracentenari secondo i dati ISTAT, e dove l’assistenza domiciliare è messa a dura prova da distanze chilometriche tra i piccoli borghi».

Valutazione Multidimensionale

Proprio per rispondere a queste difficoltà, la SIMG ha promosso l’utilizzo della Valutazione Multidimensionale, un approccio scientificamente validato per identificare il grado di fragilità e personalizzare i percorsi di cura. Il Primary Care Frailty Index (PC-FI) è lo screening ideato da SIMG per identificare e stratificare le persone fragili. «Questo consente ai medici di classificare i pazienti secondo diversi livelli di vulnerabilità, intervenendo in modo precoce e mirato in una prima fase di fragilità e accompagnando il paziente nel fine vita con una medicina più olistica finalizzata alla salute della persona nella sua interezza», ha aggiunto Pierangelo Lora Aprile, Segretario Scientifico SIMG.

Il progetto Radar

Un tassello fondamentale di questa rivoluzione è il Progetto Radar, sviluppato dalla SIMG con il supporto di Viatris Italia, che prevede una formazione mirata dei medici in “Medicina della Complessità”, una disciplina che richiede competenze trasversali e sensibilità al contesto sociale del paziente. L’obiettivo? Un Medico di medicina generale esperto ogni 100.000 abitanti, per garantire cure personalizzate anche nelle aree più marginali.

La visione di Viatris: un’alleanza per la salute accessibile

A fianco della SIMG, anche il contributo del settore farmaceutico ha un ruolo chiave. «Abbiamo sostenuto il Progetto Radar come parte del nostro impegno per migliorare l’accesso alle cure in Italia – ha dichiarato Matteo Surace, Medical Lead di Viatris Italia – . La nostra rete capillare ci consente di raggiungere ogni angolo del Paese e sostenere chi più ne ha bisogno».

La sfida delle aree interne: un’emergenza sanitaria silenziosa

Le regioni del Centro Italia, pur accomunate da bellezze naturali e ricchezza culturale, infatti condividono una grave criticità: la dispersione abitativa. «Un medico può impiegare ore solo per raggiungere due pazienti in due diversi paesini – ha sottolineato Pesolillo -. In questo contesto, strumenti digitali e nuove metodologie diventano indispensabili per ridurre ricoveri, migliorare la qualità della vita e ridare dignità al paziente anziano.

Come può cambiare il ruolo del MMG

La trasformazione della medicina generale non è più rinviabile. Tra invecchiamento demografico, carenza di personale e territori difficili, serve una visione olistica e concreta. La SIMG, con il supporto di partner scientifici e istituzionali, sta tracciando una strada nuova: più vicina alle persone, più attenta alla loro fragilità, più efficace nel prevenire anziché solo curare.

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Advertisment -

Più popolare

Commenti recenti