martedì, Maggio 20, 2025
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Malattie cardiovascolari: per le donne necessaria prevenzione personalizzata

A rivelarlo i risultati dello studio A Call for Women dell’IRCCS San Donato su oltre 3500 donne. Oltre il 64% non è consapevole dei rischi cardiovascolari. Serenella Castelvecchio, responsabile del Programma di Prevenzione Cardiovascolare: «La prevenzione al femminile deve essere modulata sull’età, sul contesto socioeconomico e sul vissuto clinico delle donne»

Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nelle donne eppure troppe ancora non lo sanno. A rivelarlo è uno studio coordinato dall‘IRCCS Policlinico San Donato di Milano appena concluso che ha rivelato proprio una preoccupante mancanza di consapevolezza tra le donne lombarde riguardo alla salute del proprio cuore. L’indagine, denominata “A Call for Women”, ha coinvolto oltre 3.500 donne e ha evidenziato che più del 64% delle partecipanti non è consapevole che le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte tra le donne.

Cosa emerge dallo studio

Lo studio, pubblicato su European Journal of Preventive Cardiology, ha coinvolto 3.537 donne con un’età media di 48 anni. Le partecipanti hanno mostrato abitudini alimentari poco salutari e una scarsa propensione all’attività fisica, sebbene il consumo di tabacco e alcol fosse basso. La consapevolezza è stata indagata chiedendo alle donne quale fosse la principale causa di morte nella popolazione femminile: solo il 35% ha indicato correttamente le malattie cardiovascolari, mentre il 42% ha erroneamente attribuito questo primato ai tumori.

Tre Gruppi Distinti

Attraverso una cluster analysis, lo studio ha identificato tre gruppi distinti di donne, ognuno con caratteristiche e bisogni specifici:

  • Cluster 1: Donne con un buon livello di istruzione e discreto tasso di occupazione, fisicamente attive e con un BMI normale. Questo gruppo ha mostrato una maggiore consapevolezza (38%) .
  • Cluster 2: Donne prevalentemente in menopausa, con un livello di istruzione più basso e spesso in pensione. Questo gruppo ha un BMI più alto e un elevato carico di malattie croniche, affidandosi principalmente al medico di famiglia per informazioni sanitarie (36,1%).
  • Cluster 3: Donne più giovani, con il più alto livello di istruzione e tasso di occupazione. Nonostante il miglior stato di salute generale, questo gruppo assume comportamenti a rischio e mostra una bassa consapevolezza (33,2%).

Prevenzione cardiovascolare personalizzata

I risultati dello studio confermano la necessità di creare delle campagne di prevenzione cardiovascolare personalizzate, come confermano le parole della dottoressa Serenella Castelvecchio, responsabile del Programma di Prevenzione Cardiovascolare e Medicina di Genere dell’IRCCS Policlinico San Donato: «I dati mostrano con chiarezza che la prevenzione al femminile deve diventare personalizzata, modulata sull’età, sul contesto socioeconomico e sul vissuto clinico delle donne», ha detto.

La maggioranza delle donne coinvolte nello studio, infatti, non ha un’adeguata consapevolezza del rischio cardiovascolare. È evidente la necessità di superare l’approccio “one size fits all” e di progettare interventi personalizzati di prevenzione. «Education, empowerment e awareness sono le tre parole chiave per campagne mirate e per una rete di prevenzione che parta da dati reali e dai bisogni specifici delle donne» ha concluso la dottoressa Castelvecchio.

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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