mercoledì, Luglio 9, 2025
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Luglio si tinge di viola: conoscere e prevenire i sarcomi

Ogni anno, il mese di luglio diventa l’occasione per puntare i riflettori sui sarcomi: tumori rari, spesso misconosciuti, che richiedono diagnosi tempestive e cure su misura. Conoscere per prevenire è il primo passo per salvare vite

I sarcomi sono tumori maligni che colpiscono i tessuti connettivi del corpo umano: ossa, muscoli, cartilagini, vasi sanguigni e altri tessuti molli. Sebbene rappresentino solo l’1% di tutti i tumori dell’adulto, la loro complessità è elevatissima. Esistono oltre 100 varianti cliniche, ciascuna con un comportamento e una risposta terapeutica specifica. Possono colpire a qualsiasi età e in qualunque parte del corpo, il che rende difficile riconoscerli tempestivamente.

Perché è così difficile diagnosticare i sarcomi

Proprio la loro rarità e varietà rappresentano un ostacolo. I sarcomi spesso si manifestano con sintomi generici e vengono scambiati per lesioni benigne o altri tipi di tumori più comuni. I dati parlano chiaro: in più del 40% dei casi, la diagnosi iniziale viene poi corretta da centri specializzati. Inoltre, circa la metà dei pazienti riceve una diagnosi solo dopo trattamenti inappropriati, come interventi chirurgici non oncologici, che possono compromettere la possibilità di guarigione.

La prevenzione comincia dalla consapevolezza

Non esistono veri e propri esami di screening per i sarcomi, ma è possibile attuare una prevenzione secondaria efficace, basata sul riconoscimento precoce dei segnali d’allarme. Ogni massa anomala, soprattutto se cresce rapidamente, non è dolente e non regredisce spontaneamente, deve essere sottoposta a un’attenta valutazione. È fondamentale che i medici di base conoscano queste patologie e indirizzino rapidamente i pazienti verso centri specializzati, dove sia possibile effettuare biopsie e imaging avanzato prima di qualsiasi trattamento.

L’importanza della diagnosi precoce e delle cure su misura

Grazie all’iniziativa dell’associazione di pazienti Sarknos, in collaborazione con il Policlinico Campus Bio-Medico di Roma, da luglio sarà attivo un ambulatorio dedicato alle persone con sospetto sarcoma. L’obiettivo è chiaro: ridurre i tempi d’attesa e aumentare le possibilità di una diagnosi corretta già al primo esame. Secondo il professor Sergio Valeri, responsabile della chirurgia dei sarcomi dei tessuti molli, «una resezione chirurgica eseguita senza consapevolezza della diagnosi può compromettere la guarigione. Serve sempre una conferma istologica prima di ogni intervento».

Verso una rete nazionale: curare bene, ovunque

Nel nostro Paese, sta crescendo la Rete Tumori Rari, un sistema di collegamento tra centri oncologici che consente di condividere casi clinici e garantire cure appropriate anche a distanza. «Tuttavia, questa rete funziona solo se attivata tempestivamente – lamenta l’associazione di pazienti Sarknos -. Per questo è necessario potenziare la formazione dei medici e rafforzare il coordinamento nazionale attraverso strumenti come il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) dedicato ai sarcomi».

Un invito al dialogo: la voce dei pazienti

Il 10 luglio, l’Istituto dei Tumori di Milano ospiterà il webinar “Dialoghi di cura”, un’occasione di ascolto e confronto tra pazienti, clinici e istituzioni. Un evento che mette al centro l’alleanza terapeutica, il supporto psico-oncologico e la medicina narrativa: perché la cura non è solo tecnica, ma anche relazione. All’evento prenderanno parte tra gli altri Paola Binetti, docente all’università Campus Bio-Medico di Roma, la presidente nazionale Sipo, Angela Piattelli, e Silvia Gasperoni dell’Aou Careggi di Firenze. Il dialogo sarà arricchito dalle voci di clinici e pazienti, con l’obiettivo di costruire insieme un’alleanza terapeutica più empatica, partecipata e sostenibile. Il sarcoma è raro, ma non invisibile. Riconoscerlo presto può fare la differenza. Per questo, luglio diventa ogni anno un mese di consapevolezza, informazione e azione. Perché quando si parla di tumori rari, la conoscenza è la prima forma di prevenzione.

 

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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