I sarcomi sono tumori maligni che colpiscono i tessuti connettivi del corpo umano: ossa, muscoli, cartilagini, vasi sanguigni e altri tessuti molli. Sebbene rappresentino solo l’1% di tutti i tumori dell’adulto, la loro complessità è elevatissima. Esistono oltre 100 varianti cliniche, ciascuna con un comportamento e una risposta terapeutica specifica. Possono colpire a qualsiasi età e in qualunque parte del corpo, il che rende difficile riconoscerli tempestivamente.
Perché è così difficile diagnosticare i sarcomi
Proprio la loro rarità e varietà rappresentano un ostacolo. I sarcomi spesso si manifestano con sintomi generici e vengono scambiati per lesioni benigne o altri tipi di tumori più comuni. I dati parlano chiaro: in più del 40% dei casi, la diagnosi iniziale viene poi corretta da centri specializzati. Inoltre, circa la metà dei pazienti riceve una diagnosi solo dopo trattamenti inappropriati, come interventi chirurgici non oncologici, che possono compromettere la possibilità di guarigione.
La prevenzione comincia dalla consapevolezza
Non esistono veri e propri esami di screening per i sarcomi, ma è possibile attuare una prevenzione secondaria efficace, basata sul riconoscimento precoce dei segnali d’allarme. Ogni massa anomala, soprattutto se cresce rapidamente, non è dolente e non regredisce spontaneamente, deve essere sottoposta a un’attenta valutazione. È fondamentale che i medici di base conoscano queste patologie e indirizzino rapidamente i pazienti verso centri specializzati, dove sia possibile effettuare biopsie e imaging avanzato prima di qualsiasi trattamento.
L’importanza della diagnosi precoce e delle cure su misura
Grazie all’iniziativa dell’associazione di pazienti Sarknos, in collaborazione con il Policlinico Campus Bio-Medico di Roma, da luglio sarà attivo un ambulatorio dedicato alle persone con sospetto sarcoma. L’obiettivo è chiaro: ridurre i tempi d’attesa e aumentare le possibilità di una diagnosi corretta già al primo esame. Secondo il professor Sergio Valeri, responsabile della chirurgia dei sarcomi dei tessuti molli, «una resezione chirurgica eseguita senza consapevolezza della diagnosi può compromettere la guarigione. Serve sempre una conferma istologica prima di ogni intervento».
Verso una rete nazionale: curare bene, ovunque
Nel nostro Paese, sta crescendo la Rete Tumori Rari, un sistema di collegamento tra centri oncologici che consente di condividere casi clinici e garantire cure appropriate anche a distanza. «Tuttavia, questa rete funziona solo se attivata tempestivamente – lamenta l’associazione di pazienti Sarknos -. Per questo è necessario potenziare la formazione dei medici e rafforzare il coordinamento nazionale attraverso strumenti come il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) dedicato ai sarcomi».
Un invito al dialogo: la voce dei pazienti
Il 10 luglio, l’Istituto dei Tumori di Milano ospiterà il webinar “Dialoghi di cura”, un’occasione di ascolto e confronto tra pazienti, clinici e istituzioni. Un evento che mette al centro l’alleanza terapeutica, il supporto psico-oncologico e la medicina narrativa: perché la cura non è solo tecnica, ma anche relazione. All’evento prenderanno parte tra gli altri Paola Binetti, docente all’università Campus Bio-Medico di Roma, la presidente nazionale Sipo, Angela Piattelli, e Silvia Gasperoni dell’Aou Careggi di Firenze. Il dialogo sarà arricchito dalle voci di clinici e pazienti, con l’obiettivo di costruire insieme un’alleanza terapeutica più empatica, partecipata e sostenibile. Il sarcoma è raro, ma non invisibile. Riconoscerlo presto può fare la differenza. Per questo, luglio diventa ogni anno un mese di consapevolezza, informazione e azione. Perché quando si parla di tumori rari, la conoscenza è la prima forma di prevenzione.