domenica, Febbraio 9, 2025
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Lorenza, medico italiano in Austria racconta come funziona la Sanità

Lorenza Scarpa, medico nucleare italiano, da dieci anni a Innsbruck, ci fa conoscere la Sanità in Austria: dalla formazione dei medici, alla gestione dei pazienti fino ai documenti necessari per ricevere assistenza

Sei un cittadino italiano in procinto di trasferirti o di andare in Austria per turismo? Devi sapere allora come funziona il sistema sanitario e quali documenti ti servono per avere l’assistenza necessaria in caso di infortunio o malattia. Ascolta i nostri podcast!

Lorenza Scarpa medico nucleare a Innsbruck

Facciamo il viaggio nella sanità austriaca accompagnati da Lorenza Scarpa, medico nucleare di Trieste, da dieci anni a Innsbruck nel Tirolo.

Formazione: in Austria numero chiuso a medicina

Un giovane medico italiano per la specializzazione o per una esperienza di lavoro può andare in Austria, senza grosse difficoltà. Le posizioni aperte ci sono, i chilometri dall’Italia sono pochi e per la formazione di un giovane medico la sanità austriaca è una buona soluzione.

Specializzazione senza sbarramento

Se esiste un numero chiuso per entrare a Medicina, in Austria non c’è alcuno sbarramento per la specializzazione, considerata, a tutti gli effetti, un lavoro.

Ascolta la prima puntata di Mondo Sanità il podcast di Quotidiano della salute dedicato alla formazione dei medici.

Sanità in Austria: sempre più cittadini si rivolgono al privato

In Austria esiste un servizio sanitario pubblico che si basa sul principio dell’obbligatorietà dell’assicurazione sanitaria che copre il 99% della popolazione. Questa assicurazione a cui ogni lavoratore ha diritto copre sanità, infortuni, pensione e disoccupazione.

Orario di lavoro e contratto del medico in Austria

La retribuzione è un elemento di forza dell’Austria, infatti i contratti sono più vantaggiosi.

Ascolta la seconda puntata di Mondo Sanità, il podcast di Quotidiano della salute dedicato al contratto di lavoro che hanno i medici all’estero.

 

Sanità in Austria: per turismo serve la tessera TEAM

Un cittadino italiano che sceglie di andare per turismo in Austria deve portare con sé la tessera TEAM (Tessera Europea di Assicurazione Malattia) che ha sostituito il vecchio modello E111. Ogni cittadino italiano dovrebbe esserne provvisto perché si tratta della consueta tessera sanitaria che si richiede all’ASL di appartenenza e riporta il codice fiscale. Se necessita di una visita medica può recarsi in un ospedale o in un ambulatorio convenzionato e richiedere assistente esibendo la tessera TEAM. Diverso è il caso in cui debba sottoporsi ad un intervento di alta specializzazione all’estero.

La sanità austriaca non potrebbe fare a meno oggi dell’assistente infermiere. Si tratta di una figura formata con un corso che affianca il medico per svolgere compiti amministrativi (appuntamenti, ricette, referti), ma al tempo stesso misura i parametri del paziente e fa i prelievi di sangue.

All’E-Card pensa il datore di lavoro

Gli italiani che si trasferiscono per lavoro in Austria devono  avere il Kranchenscein, ovvero il certificato emesso dalla cassa Assicurativa Sanitaria a cui appartengono. Oggi è una tessere elettronica E Card rilasciata dal datore di lavoro che versa i contributi direttamente al fondo sanitario. Nel caso di lavoro autonomo, invece, spetterà al lavoratore versare i contributi volontariamente tramite la registrazione presso il Sozialversicherung der gewerblichen Wirtschaft.

Ascolta la terza puntata di Mondo Sanità, il podcast di Quotidiano della salute dedicato ai cittadini italiani che vanno all’estero e necessitano di cure

Federica Bosco
Federica Bosco
Direttore Responsabile di QuotidianodellaSalute.it. Giornalista professionista, con una lunga esperienza nella comunicazione scientifica, sanitaria e nel sociale. “Parlare è un bisogno, ascoltare un’arte” diceva Goethe e forte di questo pensiero a poco più di 20 anni durante gli studi universitari ho iniziato a maturare esperienza in alcune trasmissioni televisive per raccontare lo sport, andando a cercare storie di promesse e futuri campioni. Completati gli studi al master di giornalismo e pubbliche relazioni di Torino, ho iniziato a collaborare con il quotidiano “Stampa Sera”, per diventare qualche anno più tardi inviata per la testata giornalistica Video News, del gruppo Fininvest. Dal 1998 mi occupo di giornalismo di inchiesta. Tra il 2013 ed il 2015 ho condotto una trasmissione televisiva per Media system dedicata al terzo settore per poi virare nella comunicazione sanitaria e scientifica. Amo le sfide e per questo in trent’anni di carriera non mi sono mai fermata. Ho cercato sempre nuove avventure: televisive, radiofoniche, su carta stampata e, negli ultimi dieci anni sul digitale. Nel frattempo, ho pubblicato tre libri inchiesta: La Bambina di Bogotà (2015) tradotto anche in inglese, Sbirri Maledetti eroi (2019) tradotto in francese, tedesco e inglese e RaccontaMI (2021). Apprezzo la gentilezza e la sensibilità, valori che provo a trasmettere anche nel mio lavoro. Professionalità, precisione e rigore sono caratteristiche che mi contraddistinguono. Ho scritto un romanzo su una storia di adozione internazionale perché credo che l’amore non abbia confini... e i bambini siano il bene più prezioso della vita. Amo i miei figli. Adoro viaggiare e scoprire volti e storie da raccontare. Ho fatto atletica per dieci anni a livello agonistico, amo lo sprint, la competizione e il gioco di squadra tre valori che mi ha trasmesso lo sport e che ho fatto miei. Vorrei riuscire a guidare una squadra vincente in grado di scalare una montagna e una volta arrivata in cima capace di pensare di essere solo a metà del percorso.
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