domenica, Febbraio 9, 2025
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Liste d’attesa: nuova legge, ma si aspetta sempre troppo

Dal 1 agosto è in vigore una nuova legge che prevede: centri unici, salta code, visite anche di sabato e domenica. Basterà per ridurre le liste d'attesa?

Nonostante la nuova legge sulle liste d’attesa sia arrivata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 31 luglio, ed entrata in vigore il 1 agosto, alcuni centri di prenotazione di visite ed esami specialistici continuano a far finta di non conoscere neppure la legge 124 del 1998. Una norma in vigore da tempo, ma rimasta a lungo nell’ombra, prevede che l’assistito possa fare l’esame o la visita specialistica nell’ambito dell’attività libero professionale ma a carico del SSN, se i termini previsti per legge non vengono rispettati. Una possibilità quasi mai utilizzata dal cittadino, ignaro di avere questo “vantaggio” per legge.

Cosa dice la nuova legge

La nuova legge sulle liste d’attesa, già battezzata legge Schillaci, ha rilanciato questo servizio, ma ha puntato a fare qualcosa di più. Come? Con una riorganizzazione delle prenotazioni attraverso alcuni interventi:

  • Una piattaforma nazionale per le liste d’attesa gestita da Agenas (Agenzia per i servizi sanitari regionali) e pensata per monitorare in tempo reale le code negli ospedali e verificare le disponibilità tanto nel pubblico quanto tra i privati accreditati; verificare i percorsi di tutela  per le liste d’attesa previsti dal Piano nazionale; verificare i tempi in relazione alle classi di priorità; verificare l’attuazione del decreto di riorganizzazione delle cure sul territorio; verificare l’appropriatezza nell’accesso alle prestazioni anche con l’ausilio dell’Intelligenza artificiale.
  • Una nuova figura, il Rappresentante unico regionale dell’assistenza sanitaria (Ruas) avrà poi il compito di rilevare inefficienze o anomalie  In caso di criticità riscontrate sarà sua premura attuare la verifica dei volumi e i tempi d’attesa e segnalare le strutture che non rispettano i termini.
  • Attivazione di Centri unici di prenotazione a livello regionale in modo da unificare il pubblico con le agende degli ospedali privati accreditati con il SSN.
  1. Un meccanismo salta code da attivare quando l’ospedale pubblico non è in grado di erogare la prestazione nei tempi previsti. In questo caso la ASL dovrà coprire le spese della prestazione da fare in privato o in intramoenia.
  2. Sistema di disdetta delle prenotazioni. Il cittadino deve disdire entro due giorni lavorativi, se non lo fa deve pagare il ticket anche se è esente.
  3. Le visite diagnostiche e specialistiche saranno fatte anche di sabato e domenica e la fascia oraria sarà prolungabile.
  4. I cittadini affetti da malattie oncologiche e malattie cronico-degenerative avranno diritto all’accesso a percorsi diagnostico terapeutici con agende dedicate, gestite direttamente dallo specialista che li segue. In questo modo usciranno dal percorso di prenotazione generalista e dal rischio di incappare in liste d’attesa lunghe.
  5. Gli straordinari di medici e infermieri saranno detassati

Anche in Lombardia liste d’attesa troppo lunghe

Mentre si studiano nuove strategie da adottare per superare le liste d’attesa, i cittadini devono fare i conti con la quotidianità. Andrea (nome di fantasia) vive in Lombardia, in una ricca provincia dove la Sanità è considerata pure un’eccellenza e ci racconta: «Poche settimana fa ho contattato il Cup per prenotare un esame specialistico con urgenza per sospetto carcinoma, ma le prime disponibilità sono a dicembre». «Un tempo che lo specialista reputa troppo lungo – commenta l’uomo -. A quel punto ho chiesto di fare l’esame in solvenza, ma in tutta la provincia nessuno si è detto disponibile in un tempo accettabile». Dopo una discussione durata alcuni minuti con il centro prenotazione, Andrea decide di andare in un’altra provincia per fare l’esame in solvenza e conoscere le caratteristiche del carcinoma, per poter iniziare le terapie.

Liste d’attesa: i tempi previsti per legge

Sulle ricette sono previste delle tempistiche entro cui deve essere eseguita la visita o l’esame. La priorità di prestazione è indicata con una lettera: U, urgente, ovvero entro 72 ore; B (breve) da fornire entro 10 giorni; D (differibile) entro 30 giorni se si tratta di una visita e entro 60 per esami e P (programmabile) entro 120 giorni.

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